Solleva più di una preoccupazione per la Confcommercio l’andamento della economia italiana. I dati anche se da analizzare con l’impatto delle prossime scelte, fanno crescere il pessimismo. “Nel secondo trimestre del 2025, l’economia italiana mostra segnali di rallentamento: secondo le stime preliminari dell’Istat. il Prodotto interno lordo (Pil) è diminuito dello 0,1% rispetto al primo trimestre dell’anno, pur mantenendo una crescita dello 0,4% su base annua”, osserva la Confederazione.
Un freno alla crescita
Tuttavia, la crescita, rileva la Confcommercio “tendenziale appare in frenata rispetto al +0,7% registrato nei primi tre mesi del 2025, segnalando un indebolimento del ritmo di espansione dell’economia nazionale”. La stima della crescita acquisita per l’intero anno resta ferma allo 0,5%, in linea con quanto già indicato nelle precedenti rilevazioni relative al primo trimestre.
Previsioni da confermare
Gli scenari economici sono in evoluzione così come le interpretazioni che vanno affinate con la realtà e le prossime decisioni.
“Si tratta, però, di una previsione ancora soggetta a possibili revisioni”, puntualizza la Confederazione, “specie in un contesto internazionale ancora incerto e con dinamiche interne complesse”.
Componente estera in difficoltà
A pesare sul risultato mensile, è soprattutto l’andamento negativo di due comparti chiave: “il settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca) e quello industriale. Entrambi mostrano una contrazione nei tre mesi osservati”, annota la Confcommercio, “Di segno opposto il settore dei servizi, che registra una sostanziale stabilità, senza però offrire una spinta sufficiente a controbilanciare le perdite degli altri comparti. Dal lato della domanda, l’analisi evidenzia una crescita della componente nazionale, al lordo delle scorte, segno che i consumi interni e gli investimenti mostrano ancora una certa tenuta. Al contrario, è la componente estera netta a rappresentare il principale elemento di debolezza”, precisa infine la Confederazione,” le esportazioni hanno subito una flessione rilevante, riflettendo probabilmente il rallentamento della domanda globale e le difficoltà sui mercati internazionali”.