Il governo yemenita in esilio ha annunciato di aver intercettato una colossale spedizione di 750 tonnellate di armamenti destinati ai ribelli Houthi, in un’operazione che potrebbe segnare una svolta nel conflitto che da oltre un decennio devasta il Paese. Il carico, composto da missili anti-nave, sistemi antiaerei di tipo 358 e altre armi di fabbricazione iraniana, è stato sequestrato in acque internazionali grazie alla collaborazione tra forze yemenite e alleati occidentali. Secondo fonti militari, la spedizione era diretta verso la costa occidentale dello Yemen, controllata dagli Houthi, e avrebbe potuto rafforzare significativamente le loro capacità offensive nel Mar Rosso, dove il gruppo ha già affondato navi mercantili e minacciato la sicurezza della navigazione internazionale. Il sequestro rappresenta un duro colpo per la rete di rifornimento iraniana, che da anni sostiene militarmente gli Houthi nella loro lotta contro il governo riconosciuto e la coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Le immagini diffuse mostrano container pieni di missili e componenti elettronici, alcuni dei quali identici a quelli utilizzati nei recenti attacchi contro navi civili. La comunità internazionale ha accolto con favore l’operazione, ma gli analisti avvertono che potrebbe innescare una nuova escalation. L’Iran, pur non commentando ufficialmente, è accusato da Washington di alimentare il conflitto attraverso forniture clandestine. Intanto, il governo yemenita ha chiesto un rafforzamento del monitoraggio navale e nuove sanzioni contro i canali di approvvigionamento. In un contesto già segnato da crisi umanitaria e instabilità geopolitica, il sequestro delle 750 tonnellate di armi riporta l’attenzione sulla necessità di una soluzione diplomatica duratura per lo Yemen.