Oltre 70 persone sono state arrestate sabato in diverse città del Regno Unito per aver esposto cartelli e simboli in sostegno di Palestine Action, il gruppo di attivisti pro-palestinesi recentemente dichiarato illegale dal governo britannico. Le manifestazioni, pacifiche ma altamente simboliche, si sono svolte a Londra, Manchester e Cardiff, dove i partecipanti hanno mostrato striscioni con la scritta “Mi oppongo al genocidio, sostengo Palestine Action”. La Metropolitan Police ha confermato 42 arresti nella capitale, specificando che la maggior parte dei fermati è accusata di aver manifestato sostegno a un’organizzazione vietata, in violazione del Terrorism Act 2000. A Manchester sono stati registrati 16 arresti, mentre a Cardiff la polizia ha fermato altre 13 persone. La decisione di bandire Palestine Action è arrivata dopo l’irruzione di alcuni attivisti in una base della Royal Air Force a Brize Norton, dove sono stati danneggiati due aerei militari con vernice rossa. Il governo ha definito l’azione “lesiva degli interessi nazionali” e ha inserito il gruppo nella lista delle organizzazioni terroristiche, rendendo punibile con fino a 14 anni di carcere anche il semplice sostegno pubblico. Le proteste di sabato rappresentano la seconda settimana consecutiva di mobilitazione contro il divieto. I manifestanti si sono radunati in Parliament Square, sotto le statue di Gandhi e Mandela, in un gesto di disobbedienza civile. Alcuni sono stati visti sdraiati a terra mentre la polizia perquisiva borse e sequestrava cartelli. Il dibattito sulla legittimità del bando è acceso. Gruppi per i diritti civili e parlamentari indipendenti denunciano una deriva autoritaria, mentre il governo difende la misura come necessaria per la sicurezza nazionale. Intanto, il movimento continua a raccogliere consensi, anche fuori dal Regno Unito.