La violenza politica in Honduras ha raggiunto un nuovo picco con l’omicidio del sindaco di San Luis, nel dipartimento di Santa Bárbara, rapito e ucciso mentre era candidato alla rielezione. Il suo corpo è stato ritrovato giovedì mattina in un campo agricolo alla periferia del comune, con evidenti segni di tortura e ferite da arma da fuoco. Secondo fonti della polizia nazionale, il sindaco — il cui nome non è stato ancora ufficialmente divulgato per motivi di sicurezza — era stato rapito da uomini armati mentre rientrava da un comizio elettorale. Testimoni parlano di un commando mascherato che ha bloccato il veicolo del politico e lo ha trascinato via sotto la minaccia delle armi. Le autorità hanno avviato un’indagine per omicidio aggravato e sequestro di persona, ma al momento nessun gruppo ha rivendicato l’azione. Il corpo è stato rinvenuto in una zona rurale nota per la presenza di bande criminali legate al narcotraffico, che spesso interferiscono con le elezioni locali per garantirsi protezione e impunità. Il sindaco era noto per aver denunciato pubblicamente la corruzione e il traffico di influenze nella regione, e per aver promosso progetti di sicurezza comunitaria. La presidente Xiomara Castro ha condannato l’omicidio definendolo “un attacco alla democrazia honduregna” e ha promesso l’invio di rinforzi militari nella zona. Le organizzazioni internazionali, tra cui Human Rights Watch e l’Organizzazione degli Stati Americani, hanno chiesto un’indagine indipendente e trasparente. L’omicidio riaccende i riflettori sulla fragilità del processo elettorale honduregno, dove intimidazioni, omicidi e pressioni criminali minacciano la partecipazione democratica. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Violenza, oltre 30 politici locali sono stati uccisi negli ultimi tre anni, rendendo l’Honduras uno dei Paesi più pericolosi al mondo per chi si candida a cariche pubbliche.
