Una tragedia scuote il governo russo: Roman Starovoit, ex ministro dei Trasporti, è stato trovato morto nella sua auto a Odintsovo, nella regione di Mosca, poche ore dopo essere stato sollevato dall’incarico dal presidente Vladimir Putin. Secondo il Comitato Investigativo russo, si tratterebbe di suicidio: accanto al corpo è stata rinvenuta una pistola d’onore, ricevuta nel 2023 dal Ministero degli Interni. Starovoit, 52 anni, era stato nominato ministro nel maggio 2024, dopo aver guidato per sei anni la regione di Kursk, al confine con l’Ucraina. Proprio durante quel mandato sarebbe maturata l’inchiesta per frode che lo vedeva coinvolto: secondo fonti investigative, l’ex governatore era sospettato di aver sottratto fondi destinati alla costruzione di fortificazioni difensive, in un contesto segnato dalle incursioni ucraine oltre confine. Il licenziamento, formalizzato lunedì mattina con un decreto presidenziale, è stato seguito da ore di silenzio. Poi la notizia: Starovoit si sarebbe tolto la vita tra domenica e lunedì, ma le circostanze restano poco chiare. A rendere ancora più inquietante la vicenda, la morte improvvisa di un altro funzionario del Ministero dei Trasporti, Andrej Korneichuk, deceduto per un presunto arresto cardiaco nella sede del dicastero a Mosca. Il Cremlino non ha commentato ufficialmente, ma la doppia tragedia ha riacceso i riflettori sulle lotte interne al potere e sulle purghe silenziose che, secondo alcuni analisti, starebbero colpendo i ranghi intermedi dell’apparato statale. Intanto, il successore ad interim è stato già nominato, mentre le indagini proseguono per chiarire se dietro la morte di Starovoit si celino pressioni o responsabilità più ampie.