L’intelligence francese ha lanciato un allarme che rischia di infiammare ulteriormente le tensioni tra Francia e Cina. Secondo un rapporto riservato ottenuto dall’Associated Press, Pechino starebbe conducendo una campagna di disinformazione per ostacolare le vendite internazionali dei caccia Rafale, fiore all’occhiello dell’industria aeronautica francese. Il documento, redatto dai servizi segreti militari, accusa diplomatici cinesi di aver diffuso dubbi sulle prestazioni dei Rafale, in particolare dopo il loro impiego nei recenti scontri tra India e Pakistan. In quell’occasione, secondo fonti pakistane, almeno un Rafale indiano sarebbe stato abbattuto da armi di fabbricazione cinese, notizia che Parigi non ha mai confermato ufficialmente. Secondo l’intelligence, gli attaché militari cinesi avrebbero esercitato pressioni su paesi clienti come l’Indonesia affinché riconsiderassero i propri ordini, promuovendo in alternativa i jet cinesi J-10 e FC-31. La strategia includerebbe anche la diffusione di contenuti manipolati sui social media, tra cui immagini false di rottami e video tratti da videogiochi spacciati per combattimenti reali. Il ministero della Difesa francese ha definito le azioni “una minaccia alla trasparenza del mercato globale della difesa” e ha ribadito la fiducia nelle capacità operative del Rafale, già adottato da otto paesi. Pechino ha respinto le accuse, definendole “calunnie infondate” volte a screditare la concorrenza. Dietro la guerra d’influenza si cela una posta in gioco miliardaria: le esportazioni militari francesi, trainate proprio dal Rafale, rappresentano un pilastro strategico per l’economia e la diplomazia di Parigi. E in un mondo sempre più polarizzato, anche i cieli diventano terreno di scontro.