Una nuova, violenta notte di guerra ha colpito l’Ucraina. Un massiccio attacco con droni da parte della Russia ha devastato Odessa, causando almeno un morto e 14 feriti, tra cui tre soccorritori. L’assalto ha colpito oltre dieci obiettivi, inclusi sette edifici residenziali e infrastrutture ferroviarie, scatenando incendi e evacuazioni. Le fiamme, in particolare, hanno coinvolto un palazzo di 23 piani, costringendo oltre 600 persone a fuggire. Altri droni hanno colpito Kharkiv e i suoi sobborghi, ferendo circa 20 persone, tra cui due ragazze minorenni. Secondo le autorità ucraine, dei 86 droni lanciati nella notte tra mercoledì e giovedì, ben 70 sono stati abbattuti o neutralizzati. Kiev denuncia una strategia deliberata di “terrore contro la popolazione civile”, con danni ingenti ad abitazioni, veicoli e infrastrutture. La risposta di Mosca non si è fatta attendere. Il Ministero della Difesa russo ha affermato che 61 droni ucraini sono stati abbattuti nelle regioni russe di Orel, Kursk, Belgorod e Voronezh. In un conflitto sempre più speculare, entrambi gli schieramenti continuano a infliggersi colpi mirati in profondità nel territorio nemico. Un barlume di distensione è giunto ieri sotto forma di uno scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, il secondo in due giorni. Sebbene non siano stati forniti dettagli sul numero delle persone coinvolte, fonti ufficiali di entrambi i Paesi hanno confermato che i prigionieri ucraini liberati erano in gran parte detenuti da oltre due anni, catturati lungo varie sezioni del fronte. I soldati russi rientrati si trovano ora in Bielorussia. Lo scambio avviene dopo la riapertura dei negoziati a Istanbul, chiusi da oltre tre anni. Nonostante l’intensità degli scontri, sembra riaprirsi un minimo canale di comunicazione sul piano umanitario.
Zelensky: “Russia salva nucleare iraniano”
Nel suo messaggio serale alla nazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la richiesta di sanzioni rafforzate alla comunità internazionale. Ha denunciato la strategia russa come “cinica” e “terroristica”, facendo riferimento all’attacco di lunedì a Kiev in cui 30 civili sono morti e 172 sono rimasti feriti. “Non c’era alcun obiettivo militare, solo distruzione gratuita“, ha affermato. Zelensky ha anche accusato Mosca di voler “salvare il programma nucleare iraniano” per continuare a ricevere armi da Teheran. Il presidente ha proposto nuovamente una “ricetta chiara” al G7 e all’UE per frenare l’aggressione russa: sanzioni contro la flotta ombra, tetto al prezzo del petrolio a 30 dollari e embargo sull’energia. “Più a lungo il Cremlino potrà finanziare la guerra, più vite saranno perdute”, ha scritto sui social.
Roma: Conferenza internazionale ricostruzione
In questo contesto drammatico, l’Italia ha annunciato per il 10 e 11 luglio la “Conferenza per la Ripresa dell’Ucraina 2025”, che si terrà al Roma Convention Center “La Nuvola”. L’evento, co-organizzato con Kiev, coinvolgerà leader politici, istituzioni finanziarie, autorità locali e società civile, e rappresenta il seguito degli appuntamenti di Lugano, Londra e Berlino. L’obiettivo dichiarato è mobilitare investimenti e sostegno per la ricostruzione e la modernizzazione del Paese devastato dal conflitto. L’annuncio è avvenuto ieri, a margine del vertice “Piano Mattei per l’Africa”, presieduto dalla premier Giorgia Meloni e dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Sul fronte europeo, il premier ungherese Viktor Orban ha annunciato “una dura battaglia” contro l’adesione dell’Ucraina all’Unione. “Una volta avviato il processo, sarà un rullo compressore”, ha dichiarato in radio. La sua posizione, condivisa da altri Paesi riluttanti, potrebbe creare tensioni al prossimo vertice dei leader europei.
Putin: “No alla recessione”
Intanto, da San Pietroburgo, Vladimir Putin ha lanciato un messaggio interno al Paese: “La Russia non deve entrare in recessione”. Dopo due anni di apparente resilienza economica, la crescita del PIL si è fermata all’1,4% nel primo trimestre 2025, e i timori di stagnazione aumentano. Il presidente ha indicato la necessità di riequilibrare lo sviluppo, non più affidandosi solo al settore militare-industriale. Duro lo scontro con la Banca Centrale: il tasso di riferimento al 20% – imposto per combattere l’inflazione – è ritenuto eccessivo da molti ministri. Il vicepremier Novak ha chiesto pubblicamente un allentamento della politica monetaria, paventando il rischio di “perdere il momento giusto”.
Mar Baltico, cresce il rischio di scontro
Intanto, si alza l’allerta anche sul fronte baltico. Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha definito “reale” il rischio di uno scontro militare nella regione, denunciando attività ibride russe: sabotaggi ai cavi sottomarini, manovre aggressive delle navi da guerra, violazioni aeree. “Il Mar Baltico è ormai un punto caldo”, ha dichiarato dalla Conferenza sulla sicurezza di Kiel. Anche la ministra lettone Baiba Braze ha espresso preoccupazione: “Se succede qualcosa lì, sarà un disastro”.