La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) continua a mostrare segni di deterioramento, con una nuova perdita d’aria rilevata nel modulo russo Zvezda. Sebbene il problema fosse già noto dal 2019, il tasso di fuga è aumentato significativamente nel 2024, raggiungendo livelli che hanno spinto gli esperti a classificarlo come un rischio elevato. Secondo un rapporto dell’Office of Inspector General (OIG) della NASA, la perdita è localizzata nel modulo di servizio PrK, che separa una porta di attracco dal resto della struttura. Il tasso di fuga ha raggiunto 1,7 kg al giorno ad aprile 2024, un valore che ha portato la NASA a inserirlo nel massimo livello di rischio del sistema di gestione della ISS. Nonostante la gravità della situazione, la NASA ha minimizzato il problema durante una conferenza stampa prima del lancio della missione Crew-9. Robyn Gatens, direttrice del programma ISS, ha dichiarato che le riparazioni hanno ridotto il tasso di perdita di circa un terzo, ma il problema non è stato risolto definitivamente. Anche Jim Free, amministratore associato per le operazioni spaziali, ha sottolineato che la collaborazione con Roscosmos è fondamentale per comprendere le cause della perdita e valutarne l’impatto sulle operazioni della stazione. La tensione tra NASA e Roscosmos è palpabile. Mentre gli americani temono un cedimento catastrofico, i russi minimizzano la gravità del problema, sostenendo che la situazione è sotto controllo. Tuttavia, la ISS si avvicina alla fine della sua vita operativa, prevista per il 2030, e la gestione di questi problemi sarà cruciale per garantire la sicurezza degli astronauti. Con il deterioramento progressivo della ISS, la comunità scientifica si interroga sul futuro delle operazioni spaziali. La NASA e i suoi partner stanno già pianificando il passaggio a stazioni spaziali private, ma la transizione potrebbe essere più complessa del previsto.