Kharkiv ha vissuto ieri il peggior attacco degli ultimi tre anni. Più di 400 droni e 40 missili hanno colpito l’Ucraina nel corso della notte tra il 6 e il 7 giugno, causando almeno quattro morti e oltre ottanta feriti, tra cui due bambini. Secondo i dati dell’Aeronautica di Kiev, solo 87 droni sono stati abbattuti, insieme a sette dei nove missili lanciati. In dieci località ucraine non meglio precisate, l’offensiva ha centrato i suoi obiettivi, mentre in altre sette i frammenti dei droni distrutti hanno provocato ulteriori danni. Le autorità ucraine parlano di “barbarie”, mentre il presidente Zelensky ha definito l’attacco “un atto di terrore che il mondo non può ignorare”, denunciando con forza l’indifferenza della comunità internazionale. “Non tutti condannano questi attacchi, e proprio questo silenzio è ciò che Putin sfrutta per prolungare la guerra. Serve maggiore pressione sulla Russia”, ha dichiarato. In un’intervista alla rete americana ABC, il presidente ucraino ha anche rivendicato l’attacco mirato che ha danneggiato circa un terzo della flotta russa di bombardieri strategici. Un’operazione, ha sottolineato, condotta esclusivamente con armi ucraine: “Abbiamo usato solo ciò che produciamo, per rendere chiara la nostra posizione. I camionisti russi che hanno trasportato i droni non sapevano cosa stessero trasportando, stavano semplicemente facendo il loro lavoro”. In questo contesto già teso, le parole di Donald Trump hanno riacceso la polemica. Il presidente americano ha dichiarato di voler mantenere “l’opzione aperta” sulle nuove sanzioni contro Mosca, ma non ha preso alcuna decisione concreta: “C’è un disegno di legge molto duro in Senato, ma la scelta spetta a me”, ha detto parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One.
Scontro fra Trump e Zelensky
La cautela di Trump sembrerebbe legata alla sua volontà di ricucire i rapporti con Vladimir Putin e spingere verso un’intesa per la fine del conflitto. Ma le sue dichiarazioni sulle incursioni ucraine oltre confine hanno sollevato critiche: “Hanno dato a Putin una ragione per bombardare a tappeto”, ha affermato. “Quando l’ho visto – ha aggiunto – ho pensato: ora ci sarà la rappresaglia”. Zelensky ha replicato con fermezza a un’altra infelice dichiarazione di Trump, che aveva paragonato il conflitto tra Russia e Ucraina a una lite tra “bambini ai giardinetti”: “Non siamo bambini che giocano con Putin nel parco – ha ribattuto – lui è un assassino che è venuto in quel parco per uccidere i bambini”. A rincarare la dose, anche il sindaco di Kiev, Vitalij Klitschko, ha chiesto agli Stati Uniti di chiarire la loro posizione: “Dalla parte della democrazia o da quella dei dittatori? Non ci sono sfumature possibili”. In un’intervista a la Stampa, Klitschko ha ribadito che l’Ucraina non può cedere: “Combattiamo per il nostro futuro europeo. Nessuno qui vuole tornare sotto l’impero russo. Serve unità, interna ed esterna”.
Prigionieri e accuse incrociate
Mentre sul campo si combatte, sul piano diplomatico esplode lo scontro sullo scambio di prigionieri. Mosca ha accusato Kiev di aver rinviato all’ultimo minuto l’operazione concordata, che prevedeva la restituzione di 6.000 salme e lo scambio di 1.200 prigionieri, tra cui feriti, malati e giovani soldati. Secondo il negoziatore russo Vladimir Medinsky, l’Ucraina avrebbe fornito “scuse strane” e non si sarebbe nemmeno presentata nel luogo stabilito. “Esortiamo Kiev a rispettare gli accordi e a permettere alle famiglie di seppellire i propri cari con dignità”, ha scritto su Telegram. Kiev ha smentito con decisione. Fonti ucraine, citate da RBC-Ukraine, parlano di una mossa propagandistica di Mosca. “Non c’è stato alcun rimpatrio, e gli elenchi trasmessi dai russi non rispettano le categorie concordate a Istanbul”, ha dichiarato Petro Yatsenko, portavoce del Coordinamento ucraino per i prigionieri di guerra. “Lo scambio è in preparazione e potrebbe avvenire la prossima settimana. Ogni dichiarazione unilaterale in questa fase rappresenta una manipolazione”. Le accuse russe sono state definite da Kiev “giochetti sporchi”. In un comunicato ufficiale, le autorità ucraine hanno ribadito che Mosca ha agito in modo unilaterale, tentando di dettare tempi e condizioni fuori dal quadro negoziale previsto. “Lavoriamo per un vero scambio – conclude la nota – non per teatrini propagandistici”. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha reagito al rinvio parlando di “genocidio” compiuto dal “regime di Kiev contro il proprio popolo”, arrivando ad accusare l’Ucraina di disumanità per non aver accettato i corpi dei propri soldati.