La Commissione europea non guarda alle piccole imprese, l’orizzonte, le leggi e i sostegni sono rivolti alle grandi aziende. È il motivo della delusione della Cna e Confartigianato nel leggere e approfondire il documento della Commissione in merito alla nuova Strategia per il mercato unico, che si muove all’opposto del liberarne appieno il potenziale, a vantaggio delle imprese europee. “Il mercato unico, infatti, dovrebbe garantire condizioni più semplici e competitive per chi fa impresa, come evidenziato anche nei rapporti degli ex presidenti, Letta e Draghi dello scorso anno”, scrivono Cna e Confartigianato Imprese che hanno seguito da vicino i lavori preparatori della Strategia, condividendone gli importanti obiettivi nel delicato contesto geopolitico in cui viviamo.
Rischio marginalizzazione
Il testo presentato conferma, tuttavia, i timori delle Confederazioni dell’artigianato, ed evidenziano con disappunto l’approccio che la Commissione europea intende seguire. “Ancora una volta”, fanno presente, “infatti, l’azione europea rischia di sminuire e marginalizzare il ruolo delle micro e piccole imprese immaginando che queste abbiano, come unica chance di sviluppo, una crescita dimensionale su larga scala”.
Sottrarre le risorse ai piccoli
Questi timori si rafforzano secondo l’analisi di Cna e Confartigianato, “se si legge l’altro documento programmatico presentato oggi dalla Commissione europea (IV Omnibus), che propone di creare a livello europeo un nuovo statuto per le imprese a media capitalizzazione (small mid-cap). Pur condividendo la necessità di avere una definizione ad hoc per le small mid-cap, senza andare ad inquinare l’attuale definizione delle Mpmi, questo”, osservano ancora Cna e Confartigianato, “non può diventare il pretesto per sottrarre attenzioni e risorse alle micro e piccole imprese in favore di una tipologia di imprese – le mid-cap – che hanno necessità e bisogni completamente diversi”.
Basta con le discriminazioni
Cna e Confartigianato Imprese sottolineano che invece occorre evitare qualsiasi tipo di discriminazione nei confronti di quelle piccole imprese che “vogliono esercitare il loro diritto di restare, continuando a contribuire alla prosperità economica e sociale del continente dai territori nel quale queste operano quotidianamente”.
La riforma che non arriva
“Peraltro, le micro e piccole imprese aspettano ancora”, fanno presente polemicamente le due Confederazioni, “l’approvazione di importanti misure per il rafforzamento della loro competitività. Il Pacchetto di aiuti alle Pmi (Sme Relief Package), infatti, era stato presentato ancora lo scorso settembre 2023 e risulta oggi inattuato. Coincidenza vuole che le due strategie presentate oggi arrivino all’alba del Consiglio dei Ministri Ue per la Competitività del 22 maggio, nel quale verrà notificata l’assenza di un accordo sulla revisione delle norme sui ritardi di pagamento. La nuova disciplina contro i cattivi pagatori era la riforma principale dell’Sme Relief Package, destinata a risolvere un problema che – stando agli ultimi dati del rapporto Intrum – affligge ancora oggi 10 milioni di imprese in Europa, soprattutto quelle di piccole dimensioni”.
Necessaria una svolta, serve pari dignità tra imprese
Infine per la Cna e Confartigianato Imprese è maturo il tempo delle decisioni: le istituzioni europee devono lavorare sulle concrete esigenze delle micro e piccole imprese, “garantendo loro pari dignità, accesso equo alle risorse in un contesto normativo stabile”. “Per una vera competitività europea serve un cambio di paradigma”, sottolineano , “che metta al centro le imprese più piccole riconoscendone l’enorme valore aggiunto che apportano all’economia europea e il loro fondamentale ruolo nella coesione sociale del continente”.