Dopo oltre due anni di divieto imposto, la Cina ha finalmente raggiunto un importante accordo con il Giappone per riprendere le importazioni di prodotti ittici provenienti dalle acque giapponesi. Questa sospensione, che era stata imposta nell’agosto del 2021 in risposta alla decisione del governo giapponese di scaricare nell’oceano Pacifico l’acqua trattata proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, gravemente danneggiata dal terremoto e dallo tsunami del 2011, è stata definitivamente revocata. L’annuncio ufficiale è stato fatto dal ministro dell’Agricoltura giapponese, Shinjiro Koizumi, che ha confermato l’intesa raggiunta tra i due Paesi, sebbene non abbia rivelato i dettagli specifici dell’accordo. Secondo fonti giapponesi, l’intesa prevede l’istituzione di un programma internazionale di monitoraggio rigoroso delle acque di Fukushima, con lo scopo di garantire la piena sicurezza e la qualità dei prodotti ittici esportati. Prima del blocco, la Cina rappresentava il mercato principale per le esportazioni giapponesi di pesce, e la sospensione aveva avuto un impatto significativo e duraturo sull’industria ittica nipponica. Il divieto era stato motivato da serie preoccupazioni ambientali e di sicurezza alimentare, nonostante l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) avesse approvato il piano di scarico, ritenendolo conforme ai più rigorosi standard internazionali di sicurezza. L’accordo è stato accolto con grande favore dai pescatori giapponesi, che ora sperano in una ripresa economica importante dopo anni di difficoltà e ristrettezze. Tuttavia, la Cina non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali riguardo alla revoca del divieto. Le trattative e il dialogo tra i due Paesi proseguono, con l’obiettivo di ristabilire completamente il commercio ittico e di rafforzare la fiducia dei consumatori a livello internazionale.
