Schermaglie interpretative via comunicati e interviste televisive ma un accordo inizia a delinearsi. La chiave del negoziato tra l’inviato del presidente Americano, Donald Trump, Witkoff e il presidente russo, Putin, sono “cinque territori”. È quanto emerge da una intervista a Fox News dell’inviato degli Stati Uniti. La replica del Cremlino invece è molto più cauta e disimpegnata: “Per la pace non aspettarsi risultati immediati”. Sui cinque punti chiave, secondo indiscrezioni, si fa riferimento alla Crimea, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014, e alle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, attualmente parzialmente occupate.
Situazione complicata
Per Witkoff l’accordo complessivo “riguarda i cosiddetti cinque territori, ma c’è molto di più: ci sono protocolli di sicurezza, non c’è la Nato, l’articolo 5 della Nato, insomma, ci sono solo un sacco di dettagli allegati”. “È una situazione complicata”, osserva Witkoff, “radicata in alcuni aspetti davvero problematici che stanno accadendo tra i due Paesi e penso che potremmo essere sull’orlo di qualcosa che sarebbe molto, molto importante per il mondo in generale”. L’inviato americano aggiunge che anche gli accordi commerciali tra Russia e Stati Uniti fanno parte dei negoziati: “Credo che ci sia la possibilità di rimodellare le relazioni russo-americane attraverso alcune opportunità commerciali molto interessanti, che credo possano dare una vera stabilità anche alla regione”, ha sottolineato. Per la Russia invece “Non è facile concordare gli elementi chiave di un accordo”, commenta ministro il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un’intervista al quotidiano Kommersant. “Se ne sta discutendo”, ha spiegato, come riporta Sky News. Lavrov riconosce a Washington il merito di “aver cercato di approfondire il problema”.
Mosca lamenta attacchi di Kiev
“Nelle ultime 24 ore, le forze armate ucraine hanno effettuato sei attacchi contro impianti energetici russi”. Lo dice il Ministero della Difesa russo. “Il regime di Kiev, violando gli accordi russo-americani di cessazione degli attacchi contro gli impianti energetici per 30 giorni a partire dal 18 marzo di quest’anno, ha continuato gli attacchi unilaterali alle infrastrutture energetiche russe. Sono stati registrati sei attacchi da parte delle Forze Armate ucraine contro impianti energetici russi”, ha dichiarato il Dipartimento Militare in una nota. Secondo Mosca sono stati attaccati impianti energetici nelle regioni di Bryansk, Kherson e Kursk.
Condanna attacco a Sumy, gli USA non firmano
Gli Stati Uniti hanno rifiutato di sostenere un comunicato di condanna del G7 all’attacco russo a Sumy citando il desiderio di continuare le trattative con Mosca. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l’amministrazione Trump ha detto agli alleati che non avrebbe firmato il comunicato di denuncia dell’attacco perché “stava lavorando per preservare lo spazio per negoziare la pace”. Il Canada, che ha la presidenza del G7, ha quindi detto agli alleati che senza il sostegno americano sarebbe stato impossibile procedere con il comunicato.
Commissaria Ue nel mirino di Mosca
L’Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja “Kallas dovrebbe essere rimossa dall’incarico e portata davanti a un tribunale internazionale dell’Onu”. È quanto ha affermato in un messaggio Telegram il presidente della Duma Vyacheslav Volodin, dopo che “la russofoba” Kallas ieri ha affermato: “Non vogliamo che nessun Paese candidato” all’ingresso in Ue “partecipi agli eventi del 9 maggio a Mosca”, giorno in cui la Russia celebra la vittoria contro il nazismo. “La dichiarazione di Kallas è irrispettosa della memoria di coloro che si sono sacrificati per salvare il mondo dal fascismo”, ha aggiunto Volodin, “se non fosse stato per l’eroica impresa dei soldati e degli ufficiali sovietici di 80 anni fa, non ci sarebbe l’Europa. Possiamo perdonare diversi errori dei politici, tranne uno: la profanazione della memoria di coloro grazie ai quali oggi viviamo tutti”.
Ue: ridurre forniture Russe
La Commissione europea dovrebbe presentare il prossimo 6 maggio la tabella di marcia per eliminare gradualmente l’uso di combustibili fossili russi, riducendo la dipendenza dalle importazioni di gas e Gnl da Mosca. È quanto emerge dall’ultimo ordine del giorno della riunione del collegio dei commissari datato 14 aprile, suscettibile di modifiche da parte dell’esecutivo. La roadmap era stata inizialmente messa in calendario nel primo trimestre dell’anno, poi messa in pausa per valutare l’impatto delle tensioni commerciali innescate dagli Stati Uniti, diventato il primo fornitore di gas naturale liquefatto per l’Europa dopo l’inizio della guerra in Ucraina. La tabella di marcia, non vincolante, dovrebbe essere seguita da una proposta legislativa vera e propria.
Il lobbista del Cremlino
I Servizi di sicurezza ucraini effettueranno delle perquisizioni presso la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca a Kiev. Lo scrive Ukrainska Pravda che cita fonti della sicurezza. L’indagine si concentra sul metropolita Antonij Pakanich, che gestisce gli affari della chiesa ed è spesso definito il “principale lobbista del Cremlino”. Nel dicembre 2022, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale e la Difesa dell’Ucraina aveva imposto sanzioni a diversi rappresentanti della Chiesa Ortodossa Ucraina, decisione successivamente confermata dal presidente Volodymyr Zelensky. Al momento non sono stati divulgati ulteriori dettagli.
Rimosso amministratore militare di Sumy
Il capo del Comitato esecutivo dell’Oblast di Sumy, Volodymyr Artyukh, sarà rimosso dal suo incarico. Lo ha deciso il governo di Kiev. La decisione arriva dopo l’attacco missilistico della Federazione Russa su Sumy, scrivono i media ucraini. Il Consiglio dei ministri ha approvato le dimissioni di Artyukh dall’incarico di capo dell’Amministrazione militare regionale di Sumy e si attendono i decreti di conferma da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Artyukh sara’ sostituito da Oleg Hryhorov, un generale della polizia di terzo grado in precedenza vice capo della Direzione principale della Polizia nazionale della regione di Sumy. Domenica scorsa, il 13 aprile, le truppe russe hanno lanciato un attacco missilistico sul centro della citta’ di Sumy uccidendo piu’ di 30 persone, tra cui dei bambini. Il sindaco della vicina Konotop, Artem Semenikhin, aveva accusato Artyukh di aver organizzato una cerimonia di premiazione per i soldati della 117a Brigata di difesa territoriale delle Forze armate dell’Ucraina nel centro di Sumy esponendo la città al rischio di attacco. Quest’ultimo ha sostenuto di non essere stato lui l’ideatore della cerimonia di premiazione.