Il bilancio delle vittime del crollo del tetto di una discoteca nella Repubblica Dominicana è salito a 184, segnando una delle tragedie più drammatiche nella storia recente del Paese. Due giorni dopo l’incidente avvenuto al nightclub Jet Set, dove circa 300 persone erano presenti per assistere a uno spettacolo, le famiglie delle vittime si sono riunite accanto alle macerie, in cerca disperata di notizie sui loro cari. Molti indossavano mascherine per proteggersi dal forte odore presente nell’area, chiedendo informazioni sui dispersi. Un portavoce del governo ha comunicato che le operazioni di soccorso si sono ora concentrate sul recupero dei corpi, poiché ogni speranza di trovare sopravvissuti è svanita. “Tutte le possibilità ragionevoli di trovare ulteriori sopravvissuti sono esaurite”, si legge in un comunicato ufficiale. Juan Manuel Méndez, direttore del Centro Operativo di Emergenza, ha confermato il tragico bilancio di 184 morti e 145 persone salvate. Non è ancora chiaro il numero esatto dei dispersi, poiché molti corpi non sono stati identificati. Attualmente, oltre 20 feriti sono ricoverati in ospedale, otto dei quali versano in condizioni critiche. La discoteca era affollata di musicisti, ex giocatori della Major League Baseball e funzionari governativi, riuniti per un concerto del noto artista di merengue Rubby Pérez. Poco dopo l’inizio dello spettacolo, il tetto è crollato improvvisamente, intrappolando decine di persone sotto le macerie. Il corpo senza vita di Pérez è stato rinvenuto mercoledì. Tra le vittime figurano anche Octavio Dotel, Tony Blanco e la governatrice di Monte Cristi, Nelsy Cruz, che aveva avvisato il presidente Luis Abinader del disastro. L’Istituto Nazionale di Patologia Forense ha finora identificato 54 vittime e restituito 28 salme alle rispettive famiglie. “Non possiamo aspettare che faccia buio!”, ha esclamato una donna in attesa di notizie.
