martedì, 1 Aprile, 2025
Esteri

Nuovo ordine di evacuazione per Gaza City. Israeliani protestano contro Netanyahu, Palestinesi contro Hamas

Media, 12 morti in nuovi attacchi israeliani a Gaza: 5 sono bambini. Almeno 830 morti in una settimana

Mentre l’esercito israeliano ha intensificato gli attacchi su Gaza, provocando la morte di almeno 12 persone in diversi bombardamenti su Rafah e Khan Younis, a Gerusalemme centinaia di manifestanti sono scesi nuovamente in piazza contro il governo Netanyahu. La novità è che ieri, anche nella Striscia di Gaza si sono registrate proteste contro Hamas e la guerra in corso. Dall’inizio della nuova offensiva il 18 marzo, almeno 830 palestinesi sono morti e oltre 1.787 sono rimasti feriti. Il bilancio totale delle vittime dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, ha superato i 50.000 morti. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno inoltre emesso un nuovo avviso di evacuazione per i residenti di alcuni quartieri di Gaza City. Secondo l’IDF, da quell’area sarebbero stati lanciati due razzi contro Israele. Il portavoce militare Avichay Adraee ha avvertito la popolazione su X, pubblicando una mappa della zona interessata e invitando i civili a spostarsi immediatamente verso sud per la loro sicurezza.

Manifestazioni contro Netanyahu

A Gerusalemme i cortei si sono formati in tre punti principali, con un’ampia concentrazione davanti alla Knesset, il parlamento israeliano. Alcuni manifestanti, muniti di megafoni, hanno definito il primo ministro “uno straccio” e “un traditore dei valori israeliani”. Non lontano da lì, tra la Biblioteca Nazionale e il Museo di Israele, si è svolto un sit-in silenzioso organizzato da Shift 101, con la partecipazione dei familiari degli ostaggi ancora detenuti a Gaza e dei loro sostenitori. In serata si è poi svolta un’ulteriore mobilitazione con la presenza di altri parenti dei rapiti e membri del kibbutz Nir Oz.

Proteste a Gaza

Parallelamente, nella Striscia di Gaza, a Beit Lahia, centinaia di persone hanno manifestato chiedendo a Hamas di lasciare il potere e permettere la fine della guerra e degli attacchi contro i civili. I partecipanti hanno esposto cartelli con slogan come “Il sangue dei nostri figli non è a buon mercato. Vogliamo vivere in pace e sicurezza. Fermate lo spargimento di sangue”. Accanto alle richieste di pace, alcuni manifestanti hanno diretto la loro rabbia contro Hamas, accusando il movimento di aver contribuito all’escalation del conflitto. Alcuni giovani hanno scandito slogan contro il leader Yahya Sinwar, ucciso dalle forze israeliane negli scontri a Rafah nell’ottobre 2024. La marcia si è fermata nei pressi dell’ospedale indonesiano, ripetutamente colpito dagli attacchi israeliani. In seguito alle proteste, l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha esortato Hamas ad ascoltare le richieste della popolazione e a cedere il controllo della Striscia. “Le manifestazioni sono il risultato inevitabile di anni di sfruttamento dell’enclave”, ha dichiarato Maher al-Namoura, portavoce di Fatah. Munther al-Hayek, rappresentante di Fatah a Gaza, ha ribadito l’appello affinché Hamas lasci il governo e permetta all’ANP di ricostruire la Striscia, proteggendo i palestinesi dal rischio di nuovi sfollamenti. Nel corso dei recenti negoziati, Hamas ha affermato di essere disposto a cedere il controllo di Gaza una volta cessate le ostilità con Israele.

Hamas reagisce

Di fronte alle proteste, Hamas ha convocato una mobilitazione generale per venerdì, sabato e domenica, invitando la popolazione a unirsi a cortei di solidarietà in Cisgiordania, Gerusalemme e nei territori occupati. Il gruppo ha accusato Israele di intensificare l’“aggressione barbara” con il sostegno degli Stati Uniti e il silenzio della comunità internazionale. Attraverso un comunicato, Hamas ha chiesto alle masse di rafforzare la resistenza, riempire la moschea di Al-Aqsa e “denunciare i crimini dell’occupazione sionista”. Il movimento ha inoltre esortato i leader arabi a intervenire per porre fine all’assedio di Gaza. Il gruppo palestinese ha minacciato conseguenze gravi nel caso in cui Israele tentasse un’operazione militare per liberare gli ostaggi. “Stiamo facendo tutto il possibile per mantenerli in vita, ma i bombardamenti israeliani mettono a rischio la loro sicurezza”, ha dichiarato Hamas. “Se l’occupazione tenta di recuperarli con la forza, torneranno in bare”. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha risposto con fermezza alle dichiarazioni di Hamas, avvertendo che Israele aumenterà la pressione militare. “I combattimenti continueranno finché Hamas non rilascerà i nostri ostaggi. Se continueranno a rifiutarsi, conquisteremo Gaza”, ha dichiarato alla Knesset, citato dal Times of Israel.

Crisi umanitaria

Le Nazioni Unite hanno riferito che dal 18 marzo più di 120.000 palestinesi sono stati costretti a sfollare a causa degli ordini di evacuazione imposti da Israele. L’UNRWA ha denunciato che dal 2 marzo nessun aiuto umanitario è riuscito a entrare nella Striscia di Gaza. “Niente cibo, niente acqua, niente medicine, niente forniture”, ha dichiarato Juliette Touma, portavoce dell’agenzia, definendo la situazione “l’assedio più lungo dall’inizio della guerra”.

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