La salvezza degli agricoltori e con essa il ridare fiducia alle scelte dell’Europa. Attese, speranze e auspici ruotano attorno all’insieme di fondi Pac che arrivano da due sostegni: il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga), che fornirà 291,1 miliardi di euro (a prezzi correnti) e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Fears), che ha una dotazione di 95,5 miliardi di euro. Scelte economiche che per la Coldiretti sono di “vitale importanza” non solo per le imprese ma anche per il futuro dell’Europa chiamata a salvaguardare “l’eccezionalismo agricolo, tenendo separati i fondi della Politica agricola comune al di fuori di ogni ambiguità, poiché”, osserva la Confederazione, “solo in questo modo sarà possibile difendere la sovranità alimentare del continente in un momento di grandi tensioni e incertezze a livello globale”.
Il documento della Commissione
La posizione della Coldiretti è stata ribadita durante la presentazione de: “Il Percorso verso il prossimo quadro finanziario pluriennale” da parte della Commissione Europea. Un documento che punta a definire le politiche di bilancio per i prossimi anni.
“Se l’obiettivo dichiarato di semplificare le procedure di accesso ai fondi per gli agricoltori va nella direzione delle proposte avanzate da Coldiretti”, puntualizza la Confederazione, “con le manifestazioni dello scorso anno a Bruxelles per ridurre la burocrazia, quello di evitare la dispersione tra i troppi programmi potrebbe essere condivisibile a patto di salvaguardare l’autonomia del bilancio della Pac”.
Ciò che viene contestato
Per la Coldiretti c’è una linea rossa da non superare.
“Ogni ipotesi di far confluire tutte le risorse in un unico contenitore”, evidenzia la Confederazione, “abbinata alla nazionalizzazione delle scelte, assesterebbe un colpo mortale al futuro dell’agricoltura europea”.
Ciò che viene proposto
“La via giusta”, sottolinea la Coldiretti, “sarebbe, invece, quella di trovare sinergie adeguate tra i fondi della Politica agricola e quelli strutturali per colmare il gravissimo deficit infrastrutturale e idrico che pesa sulla produzione di cibo. Se davvero si vogliono evitare dispersioni di risorse, occorre che i finanziamenti europei vadano solo ai veri agricoltori, quelli che ogni giorno lavorano il territorio e tutelano l’ambiente”. “Ed evitare scelte schizofreniche”, osserva con determinazione la Confederazione, “che rischiano di penalizzare settori importanti come quello vitivinicolo, minacciato dall’idea di imporre etichette allarmistiche”.
Le aspettative delle Associazioni
Il tema è stato al centro dell’incontro promosso da Farm Europe a Strasburgo con il Commissario europeo all’Agricoltura Cristophe Hansen, che ha visto la partecipazione anche del presidente del comitato strategico di Farm Europe Ettore Prandini e di Luigi Scordamaglia, presidente di Eat Europe. Un’occasione, rivela la Confederazione, per avanzare le richieste e presentare la visione per il futuro dell’agricoltura europea delle organizzazioni socie di Farm Europe. Prandini, si legge in una nota stampa della Coldiretti, ha riaffermato “che le risorse destinate all’agricoltura devono essere difese ad ogni costo, rispettando la loro natura di sostegno al reddito e la loro destinazione ai veri agricoltori”.
“Durante l’incontro abbiamo ribadito la preoccupazione, condivisa dal Commissario, di danneggiare il settore del vino”, ha sottolineato Prandini, “fondamentale per l’agricoltura europea e veicolo di cultura nel mondo, con scelte ideologiche e senza fondamento scientifico, che non distinguono tra consumo consapevole e abuso”. “Al Commissario”, ha dichiarato Luigi Scordamaglia, “abbiamo anche sottolineato le aspettative importanti che oggi gli agricoltori europei hanno sull’imminente processo di semplificazione che deve essere forte e sostanziale anche per segnare una discontinuità netta rispetto alla precedente commissione”.