domenica, 9 Febbraio, 2025
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Vandalismo alla Foiba di Basovizza con scritte oltraggiose. Meloni: “Atto ripugnante che non rimarrà impunito”

A poche ore dal Giorno del Ricordo sono apparse scritte sul monumento nazionale. Ferma condanna dalle istituzioni

Un vile atto di vandalismo ha colpito nella notte tra venerdì e sabato la Foiba di Basovizza, luogo simbolo della tragedia delle foibe (frazione di Trieste). Con vernice rossa sono apparse scritte in lingua slava come ‘Morte al fascismo’ e ‘Trieste è nostra’, offendendo in questo modo la memoria delle vittime. L’episodio, avvenuto a poche ore dal Giorno del Ricordo di domani, ha scatenato una ferma condanna da parte delle istituzioni italiane e suscitato profondo sdegno nella comunità locale e nazionale. “La foiba di Basovizza”, le parole del Premier Giorgia Meloni, “è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la Nazione intera. Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito”.

Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha definito il gesto “una vergognosa provocazione” che non può rimanere impunita, mentre il Ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, ha espresso una condanna ferma, definendo l’atto un “oltraggio alla memoria storica della nazione”. Anche il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sottolineato ‘’importanza di preservare la memoria delle vittime e ha ribadito l’impegno delle istituzioni a difendere la verità storica.

Questo episodio ha assunto un significato ancora più grave poiché si verifica quasi alla vigilia del Giorno del Ricordo, una ricorrenza istituita nel 2004 per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata, tragedie che hanno segnato profondamente la storia dell’Italia e del confine orientale.

La storia della Foiba di Basovizza

La Foiba di Basovizza, situata nel comune di Trieste, è un monumento nazionale che ricorda le vittime degli eccidi avvenuti tra il 1943 e il 1945. La foiba è una cavità naturale, trasformata in luogo di sepoltura forzata durante le repressioni del regime comunista di Tito. Migliaia di italiani furono gettati vivi o uccisi in queste fosse, spesso accusati senza prove di essere fascisti o collaborazionisti. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il territorio del confine orientale fu teatro di profonde tensioni etniche e politiche. L’annessione dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia alla Jugoslavia di Tito portò a una feroce campagna di epurazione che colpì migliaia di civili italiani. Le foibe, come quella di Basovizza, diventarono simboli di una tragedia umana e storica che per decenni è rimasta ignorata o minimizzata.

Nel 1992, il Capo dello Stati Oscar Luigi Scalfaro visitò la Foiba di Basovizza, segnando un importante passo verso il riconoscimento ufficiale della tragedia. Da allora, il luogo è diventato un punto di riferimento per le commemorazioni del Giorno del Ricordo, che ogni anno richiama rappresentanti delle istituzioni, associazioni degli esuli e cittadini comuni.

Le reazioni delle istituzioni

Le scritte vandaliche hanno suscitato una reazione unanime di condanna da parte del mondo politico. Paola Frassinetti, Sottosegretario all’Istruzione, ha definito il gesto “un inaccettabile oltraggio alla memoria delle vittime” e ha sottolineato l’importanza di promuovere una memoria condivisa per superare simboli divisivi. Frassinetti ha inoltre annunciato la sua visita a Basovizza per incontrare alcune scolaresche, ribadendo l’importanza di educare i giovani al rispetto della storia. Il Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha condannato con fermezza l’accaduto, parlando di “un atto ignobile che ferisce l’intera comunità”. Fedriga ha evidenziato la necessità di contrastare il negazionismo e il revisionismo storico, ricordando che la verità è una condizione imprescindibile per la libertà.

Anche esponenti di Forza Italia, come il Vicepresidente della Camera Giorgio Mulè e la Senatrice Licia Ronzulli, hanno espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e hanno invitato a una condanna unanime dell’atto. Per Ronzulli, le foibe rappresentano “un dramma incancellabile”, mentre Mariastella Gelmini ha ricordato il significato simbolico di Basovizza come luogo di riconciliazione, citando lo storico incontro tra Sergio Mattarella e il Presidente sloveno Borut Pahor nel 2020.

 

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