“Rispetto e dialogo sono alla base della civiltà europea”. Parole chiare quelle pronunciate ieri dal Sergio Mattarella a Lecce per l’inaugurazione del 70° anno accademico dell’Università del Salento, location che più adatta non si poteva per confermare come la cultura debba rimanere, per il Presidente della Repubblica, un pilastro irrinunciabile per costruire un futuro migliore, radicato nei valori fondamentali della persona e della comunità. Una celebrazione che dunque non è stata solo un’occasione per guardare al passato, ma un momento per ribadire l’importanza di investire nella conoscenza come motore di progresso.
Catalizzatore di sviluppo
Era il 1955 quando, negli anni difficili del secondo dopoguerra, la comunità del Salento pose le basi per la nascita di un ateneo che avrebbe rappresentato non solo un luogo di studio, ma un catalizzatore di sviluppo. “Va ricordato il grande impegno lungimirante dei cittadini di allora – le parole del Capo dello Stato– che hanno immaginato e promosso un’idea di cultura come elemento di crescita sociale e motore di sviluppo del territorio”. Perché la creazione di un’università nel profondo Sud, per Mattarella, si poteva considerare “come un atto di coraggio e di fiducia nel futuro”. Anche perché l’Università del Salento nacque come risposta alla necessità di fornire opportunità di istruzione superiore a un territorio spesso relegato ai margini del dibattito accademico e politico. Una visione che si è rivelata vincente, dando origine a una realtà che oggi conta migliaia di studenti e ricercatori, diventando punto di riferimento per il Meridione e per l’intero Paese.
Il Presidente ha definito quel momento storico come un “meridionalismo adulto, protagonista”, una fase in cui il Mezzogiorno ha saputo rivendicare il proprio ruolo nella costruzione di un’Italia unita, non attraverso rivendicazioni sterili, ma con proposte concrete. Uno spirito che ha animato la nascita dell’ateneo e continua a caratterizzarlo oggi, con la capacità di rispondere ai bisogni di un territorio ricco di potenzialità, ma ancora in cerca di un pieno sviluppo economico e sociale.
Le sfide del presente
Settant’anni dopo, l’Università del Salento si confronta con sfide completamente nuove: “Viviamo un momento di cambiamenti profondi, veloci e radicali”, ha temuto a precisare il Capo dello Stato, “dall’intelligenza artificiale ai grandi strumenti di comunicazione e connessione”. In questo contesto, ha aggiunto, il ruolo delle università diventa ancora più cruciale: stimolare la ricerca, favorire il dialogo tra le discipline e offrire strumenti per comprendere un mondo in continua evoluzione. Ma allo stesso tempo Mattarella ha posto l’accento su un elemento che deve rimanere immutato: la centralità della persona umana: “Vi è una esigenza di richiamare, in questi cambiamenti così radicali e profondi, i diritti, la libertà e il rispetto reciproco. Questo è il perno della civiltà europea”. Una visione che richiama alla responsabilità etica delle istituzioni accademiche, chiamate non solo a formare professionisti, ma cittadini consapevoli e impegnati.
Motore di sviluppo
L’Università del Salento, oggi come ieri, si pone l’obiettivo di essere un laboratorio di idee e di innovazione. Attraverso corsi multidisciplinari, progetti di ricerca e collaborazioni con il tessuto imprenditoriale locale e internazionale, l’ateneo continua a interpretare il proprio ruolo di ponte tra tradizione e modernità. Nel suo intervento, Mattarella ha esortato l’ateneo a “trovare nuovi equilibri attraverso la cultura”, un monito che riflette il valore strategico della formazione in un’epoca segnata da grandi mutamenti. Non solo tecnologie, dunque, ma anche dialogo e confronto come strumenti per costruire una società più equa e sostenibile”.
La celebrazione dei 70 anni dell’Università del Salento non è stata solo un’occasione per guardare al passato, ma un momento per ribadire l’importanza di investire nella conoscenza come motore di progresso. “È stato quello un atto di fiducia nel futuro, che oggi, più che mai, dobbiamo rinnovare”.