Il parlamento libanese ha eletto presidente, giovedì, Joseph Aoun, capo dell’esercito sostenuto dagli Stati Uniti. Questo evento segna una diminuzione dell’influenza di Hezbollah, sostenuto dall’Iran, dopo il conflitto con Israele, e riflette un cambiamento nei rapporti di forza in Libano e nel Medio Oriente, specialmente dopo la caduta dell’alleato siriano Bashar al-Assad. Inoltre, evidenzia il ritorno dell’influenza saudita nel paese. L’ambasciatrice americana Lisa Johnson ha accolto con favore l’elezione. Il portavoce del ministero degli Esteri francese, Christophe Lemoine, ha sottolineato la necessità di riforme per la ripresa economica e la stabilità del Libano, esortando i leader politici alla collaborazione. La presidenza, riservata a un cristiano maronita, era vacante da ottobre 2022. Aoun non ha ottenuto i voti necessari al primo turno, ma ha superato la soglia al secondo grazie al sostegno di Hezbollah e Amal. Il ritiro di Suleiman Frangieh ha rafforzato il sostegno ad Aoun. Michel Mouawad ha parlato di un chiaro segnale internazionale di sostegno al Libano in vista della formazione di un nuovo governo. L’elezione di Aoun rappresenta un passo avanti verso la ripresa delle istituzioni libanesi, cruciali dopo il collasso finanziario del 2019. Il sistema richiede che il nuovo presidente consulti i legislatori per nominare un primo ministro sunnita, un processo spesso lungo. Aoun ha un ruolo centrale nel mantenere il cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele. Nel suo primo discorso, ha affermato l’intenzione di garantire allo Stato il diritto esclusivo di detenere armi. Aoun, 60 anni, ha guidato l’esercito sostenuto dagli USA dal 2017, periodo durante il quale gli aiuti americani sono proseguiti per contenere l’influenza di Hezbollah.