sabato, 28 Dicembre, 2024
Esteri

Lavrov, tregua ora sarebbe inutile. In Finlandia danni a 4 cavi sottomarini: si indaga su una petroliera proveniente dalla Russia

A Mosca chiusi e poi riaperti gli aeroporti. Sondaggio: “In Europa crolla la disponibilità a sostenere Kiev”

Il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov, in un incontro ieri con i media russi e internazionali ha ripetuto che “la Russia è pronta per le consultazioni con l’amministrazione Trump sull’Ucraina”, ma, ha specificato: “Speriamo che la Casa Bianca approfondisca le cause profonde del conflitto”. Tuttavia, ha aggiunto Lavrov, “un cessate il fuoco in Ucraina a questo punto non porterebbe a nulla, mentre sono necessari degli accordi affidabili”: prima di un accordo di pace, ha ribadito, l’Ucraina deve tenere elezioni “per avere un leader legittimo” al posto di Volodymyr Zelensky. Tutto questo riflette la posizione ufficiale del Cremlino, resa nota anche da Putin stesso in alcune occasioni. A sorpresa, ieri il ministro degli esteri russo ha dichiarato anche che “la Francia ha contattato più volte la Russia attraverso canali riservati offrendo di stabilire un dialogo sull’Ucraina, senza coinvolgere Kiev”.

Parigi: “Frasi fuori luogo, sui negoziati deciderà Kiev”

Subito una fonte diplomatica francese ha commentato all’Afp: “Le autorità russe sono solite fare dichiarazioni intempestive che mirano a sfruttare una guerra di aggressione di cui sono pienamente responsabili. Se la Russia vuole la pace, spetta a lei porre fine alla guerra. Come ricordato dalla Francia dall’inizio della guerra, spetta all’Ucraina, Paese attaccato, definire il momento e le condizioni in cui vorrà avviare un processo negoziale. L’Ucraina ha proposto una formula di pace che la Francia sostiene. Una pace conclusa senza gli ucraini non potrà in nessun caso essere una pace duratura”, ha aggiunto la fonte.

Finlandia: cavo spezzato, indagine per “sabotaggio” da petroliera russa

Una serie di incidenti navali hanno coinvolto cavi per le telecomunicazioni e l’elettricità sottomarini nel Baltico. Le ultime segnalazioni riguardano tre cavi tra la Finlandia e l’Estonia ed uno tra la Finlandia e la Germania. “La causa dei danni non è nota, ma secondo le aziende non avrà ripercussioni sui consumatori” ha dichiarato Laura Laaster, portavoce del Ministero estone degli Affari economici citata da Yle,l’emittente pubblica finlandese. “Al momento si suppone che si tratti di una nave della flotta ombra e che il carico fosse benzina senza piombo caricata in un porto russo”, ha affermato Sami Rakshit, direttore generale delle dogane finlandesi. Tuttavia le autorità finlandesi hanno annunciato l’apertura di indagini su una petroliera salpata da un porto russo per quello che Robin Lardot del National Bureau of Investigation definisce un “sabotaggio aggravato” sulla nave “Eagle S”, che batte bandiera delle Isole Cook nel Pacifico meridionale

Mosca, chiusi e poi riaperti gli aeroporti

Ieri nella mattinata l’ente di controllo dell’aviazione russa ha dichiarato che tutti e quattro gli aeroporti di Mosca e l’aeroporto di Kaluga, 160 km a sud-ovest della capitale, hanno sospeso gli arrivi e le partenze, senza fornirne il motivo, se non che “sono state imposte restrizioni temporanee alle operazioni per garantire la sicurezza dei voli degli aerei civili”, come si legge nel comunicato dell’Agenzia federale per il trasporto aereo. Le restrizioni sono state poi rimosse a partire dalle 16:39 (le 14:39 in Italia).

Sondaggio: “In Europa crolla la disponibilità a sostenere Kiev”

Un sondaggio condotto da YouGov in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Danimarca e Gran Bretagna mostra che èdrasticamente diminuita negli ultimi 12 mesi in Europa la disponibilità dell’opinione pubblica a sostenere l’Ucraina “fino alla vittoria”. Il sostegno per una soluzione alternativa del conflitto aumenta di pari passo in ogni Paese. In Svezia il 50 per cento degli intervistati è favorevole a sostenere l’Ucraina fino alla vittoria, Quando lo scorso gennaio erano il 57. In Danimarca il 40 per cento sostiene ancora gli aiuti militari a Kiev, contro il 51% di gennaio. In Gran Bretagna il crollo è ancora più imponente: solo il 36% è favorevole a continuare la guerra, contro il 50% a Gennaio. Stesso crollo in Italia, dove la percentuale di coloro che si dicono favorevoli a una pace negoziata è salito dal 45 al 55 per cento in Italia, dal 38 al 46 per cento in Spagna, dal 35 al 43 per cento in Francia e dal 38 al 45 per cento in Germania.

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