Il sistema carcerario italiano continua a vivere una crisi profonda. Secondo il rapporto di fine anno 2024 dellʼAssociazione Antigone, il sovraffollamento è ormai al limite della sostenibilità. Al 16 dicembre, il numero di detenuti in Italia era di 62.153, a fronte di una capienza regolamentare di 51.320 posti, di cui però 4.462 non agibili. Questo porta il tasso di affollamento effettivo al 132,6%, con picchi drammatici in alcune strutture: a San Vittore (Milano) si registra un tasso del 225%, a Brescia Canton Monbello del 205%, e a Como e Lucca del 200%. Mentre il numero di detenuti cresce, lo spazio disponibile diminuisce. Nonostante promesse di ampliamento e ristrutturazione, i posti detentivi effettivamente agibili sono diminuiti negli ultimi anni. Questo peggioramento è attribuito a manutenzioni trascurate e all’usura delle strutture. Nelle 87 carceri visitate dall’Osservatorio di Antigone nel 2024, il 32% presentava celle inferiori ai 3 mq per detenuto, violando i diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Il 2024 segna un tragico record di suicidi in carcere, con 88 casi dall’inizio dell’anno, superando il precedente primato del 2022. La sofferenza psicologica è un dato costante tra i detenuti, molti dei quali giovani e con passati di tossicodipendenza o disagio psichico. Oltre ai suicidi, si registrano numeri allarmanti di atti di autolesionismo, tentativi di suicidio e aggressioni, segno di un clima interno sempre più teso.
Lavoro e formazione
Sul fronte lavorativo e formativo si osservano timidi progressi. I detenuti impiegati in attività lavorative sono passati da 19.153 nel 2023 a 20.240 nel 2024. Tuttavia, la maggioranza di questi lavori riguarda attività interne e poco qualificanti. Analogamente, crescono le iscrizioni ai corsi di formazione professionale, ma con forti disparità regionali: in Lombardia il 14% dei detenuti è coinvolto in tali percorsi, mentre in regioni come Umbria e Sardegna il tasso è inferiore all’1%. Le tensioni si riflettono anche nelle proteste: nel 2024 sono stati registrati 1.397 eventi classificati come forme di protesta collettiva. Il disegno di legge che introduce il reato di rivolta carceraria promette di inasprire ulteriormente le pene per i detenuti coinvolti in queste manifestazioni, anche quando si tratta di proteste pacifiche, aumentando il rischio di una vera e propria esplosione del sistema penitenziario.
Tra le misure in discussione per affrontare il sovraffollamento c’è l’apertura di carceri italiane in Albania, dove trasferire i detenuti di nazionalità albanese. Questa proposta ha sollevato forti critiche per il rischio di discriminazione e per le potenziali violazioni dei diritti dei detenuti. LʼAssociazione Antigone suggerisce invece di utilizzare i fondi per migliorare le strutture esistenti in Italia.