giovedì, 19 Dicembre, 2024
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Il Papa: “Non lasciamo soli gli anziani: il Natale sia un tempo di cura e speranza”

L’appello di Bergoglio in vista delle festività: “Preghiamo per la pace”

A pochi giorni dal Natale, il Papa ha rivolto un appello a non dimenticare gli anziani, soprattutto durante le festività. Ieri, parlando durante l’Udienza generale in Aula Paolo VI, il Pontefice ha sottolineato l’importanza di prendersi cura di chi rappresenta le radici della nostra vita e della nostra storia, ribadendo che la solitudine è una delle piaghe più dolorose per chi è avanti negli anni. “Gli anziani sono un dono di Dio da ringraziare e di cui prendersi cura” ha spiegato Bergoglio. “La genealogia di Gesù ci fa pensare ai nostri antenati, ai nostri nonni e alla ricchezza di tutti gli anziani. Non permettiamo che si trovino soli durante le prossime festività del Natale. Questo vorrei ripeterlo: che in questa festività non si trovino da soli”.

Nel discorso, Francesco ha ricordato che la storia umana, come la genealogia di Gesù, è intrecciata da una trasmissione di identità, appartenenza e fede: “Gli anziani sono testimoni della nostra storia e custodi della fede. La loro presenza nelle famiglie è un segno di continuità e di speranza”, invitando tutti a non considerarli un peso, ma una risorsa preziosa.

Francesco ha poi offerto una meditazione sulla genealogia di Gesù, descritta nel Vangelo di Matteo, evidenziando il profondo significato umano e spirituale di questa lista di antenati. “Nessuno si dà la vita da sé stesso, ma la riceve in dono dagli altri” ha detto, sottolineando il legame profondo che unisce le generazioni. Un aspetto interessante messo in luce dal Vescovo di Roma è la presenza di donne straniere nella genealogia di Gesù: Tamar, Racab, Rut, Betsabea e Maria. Nonostante le loro storie difficili, queste figure mostrano come Dio operi attraverso la complessità della vita umana per portare luce e speranza al mondo. Maria, in particolare, rappresenta un nuovo inizio, segnando l’ingresso diretto di Dio nella storia dell’umanità.

Il Natale

Rivolgendosi ai fedeli, il Papa ha esortato a vivere il Natale non solo come una celebrazione familiare, ma come un’occasione per aprire il cuore agli altri, soprattutto ai più vulnerabili. Ha ricordato l’importanza di prendersi cura di poveri, vittime di calamità e guerre, con un pensiero speciale per i fratelli e le sorelle dell’Ucraina e di altre terre martoriate. Ha anche richiamato la tradizione natalizia di “spezzare l’oplatek” – un pane simbolico che rappresenta carità, pace e perdono – come gesto di apertura verso chi si incontra lungo il cammino.

La pace

Nel cuore del messaggio natalizio del Pontefice risuona l’appello per la pace: “Preghiamo perché finiscano le guerre”, ha detto Francesco, citando le situazioni di conflitto in Palestina, Israele, Myanmar e Ucraina perché “la guerra è sempre una sconfitta”.

Bergoglio ha concluso l’udienza generale invitando tutti a riscoprire la bellezza del presepe, simbolo della spiritualità e cultura cristiana, e a vivere le festività con uno spirito di accoglienza e condivisione: “Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi e il presepe è un modo suggestivo per celebrare questa verità”.

Nuove Sante

Sempre ieri Francesco ha deciso di iscrivere nel catalogo dei Santi le Beate Teresa di Sant’Agostino e le sue 15 compagne, martiri dell’Ordine delle Carmelitane Scalze di Compiègne, ghigliottinate durante la Rivoluzione francese il 17 luglio 1794. Con questa canonizzazione equipollente, il Pontefice estende il culto di queste donne a tutta la Chiesa universale, riconoscendo la loro testimonianza di fede in un contesto di feroce persecuzione.

Le sedici suore carmelitane furono arrestate e condannate durante il Terrore, il periodo di estrema violenza che segnò la Rivoluzione francese. Accusate di mantenere legami con l’ancien régime e di “cospirare contro la Repubblica”, furono incarcerate e infine giustiziate a Parigi. La loro unica “colpa” era la fedeltà alla loro vocazione religiosa e alla Chiesa cattolica. Prima di salire al patibolo, le suore rinnovarono i loro voti e cantarono inni sacri, offrendo la loro vita come sacrificio per la pace e la fine del Terrore.

Altri decreti

Inoltre il Pontefice ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare altri importanti decreti. Tra questi spiccano i riconoscimenti per due nuovi martiri: Eduardo Profittlich, gesuita e arcivescovo amministratore apostolico dell’Estonia, morto in prigionia a Kirov, Russia, nel 1942; Elia Comini, sacerdote salesiano, ucciso nel 1944 a Pioppe di Salvaro, Italia, per la sua fedeltà al Vangelo e il sostegno alla popolazione locale durante la Seconda guerra mondiale.

Inoltre, sono state riconosciute le virtù eroiche di tre figure significative nella storia della Chiesa: Áron Márton, vescovo di Alba Iulia, noto per la sua lotta contro le ingiustizie del regime comunista in Romania; Giuseppe Maria Leone, sacerdote redentorista che ha dedicato la sua vita alla predicazione e alla formazione spirituale; Pietro Goursat, laico francese e fondatore della Comunità dell’Emmanuel, che si è distinto per il suo impegno nella nuova evangelizzazione.

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