giovedì, 5 Dicembre, 2024
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Brevetti: l’innovazione in Italia si fa in provincia

L’innovazione in Italia si allontana dai grandi centri urbani e trova nuova linfa nelle province, in particolare del Nord. È quanto emerge dall’analisi di Unioncamere e Dintec sui brevetti italiani pubblicati nel 2023 dall’Epo (European patent office). In un contesto di crescita moderata ma costante della capacità innovativa nazionale, sono le aree provinciali a trainare il progresso, con risultati significativi che riscrivono la geografia dell’innovazione italiana. Nel 2023, l’Italia ha visto pubblicare 4.780 domande di brevetto, registrando un lieve incremento dello 0,13% rispetto all’anno precedente. Milano, tradizionalmente leader nella classifica delle domande di brevetto, ha subito una leggera flessione (-3,82%), con 698 brevetti pubblicati rispetto ai 726 del 2022. Seguono Bologna, che ha guadagnato 26 brevetti, e Torino, in lieve crescita (+3), saldamente in seconda e terza posizione. Roma, invece, ha mostrato una lieve diminuzione (-8 brevetti), segnalando una certa stabilità, ma senza spunti di forte crescita. Allargando lo sguardo, sono le province a offrire le sorprese più interessanti. Tra le aree con almeno 40 brevetti pubblicati, si registrano variazioni significative a due cifre in territori come Alessandria, Monza, Rimini, Ancona, Bari, Modena, Novara, Lucca, Mantova, Chieti, Vicenza, Varese, Udine e Verona. Sebbene i numeri assoluti siano contenuti rispetto ai grandi centri, il tasso di crescita indica una diffusione dell’innovazione che non è più concentrata nelle grandi metropoli, ma si radica sempre più nei distretti produttivi e nei territori di provincia.

Un trend di crescita costante

“Tra il 2015 e il 2023, l’Italia ha mantenuto un trend di crescita costante delle domande di brevetto, con un incremento del 33% rispetto al 2015”, sottolinea Giuseppe Tripoli, Segretario generale di Unioncamere. Per il secondo anno consecutivo, il nostro Paese ha superato stabilmente le 4.500 domande pubblicate, consolidando la sua posizione nel panorama innovativo europeo. La novità più rilevante, tuttavia, riguarda la crescente attenzione verso le tecnologie verdi. “Le nuove domande di brevetto che utilizzano tecnologie ‘green’ sono in aumento. Questo è un segnale importante per sostenere la transizione ecologica del nostro sistema produttivo”, aggiunge Tripoli. La spinta verso tecnologie eco-sostenibili si colloca nel quadro di una transizione ecologica che coinvolge sempre più settori produttivi. L’innovazione verde non solo contribuisce a ridurre l’impatto ambientale, ma rafforza la competitività internazionale delle imprese italiane, offrendo soluzioni avanzate per affrontare le sfide climatiche globali.

La geografia dell’innovazione 

L’analisi di Unioncamere e Dintec mette in evidenza una realtà variegata e policentrica. Lontano dalle grandi città, molte province italiane si stanno rivelando motori di innovazione. È il caso di Modena e Novara, dove l’industria manifatturiera si intreccia con la ricerca tecnologica, o di Rimini e Bari, che registrano progressi significativi in ambiti diversi, dall’agroalimentare all’automazione. Nonostante i segnali positivi, la competizione globale impone all’Italia di non abbassare la guardia. La crescita moderata registrata nel 2023 deve essere interpretata come un punto di partenza per rafforzare ulteriormente l’impegno verso la ricerca e lo sviluppo. Il protagonismo delle province è un elemento incoraggiante, ma servono politiche mirate per incentivare ulteriormente l’innovazione, soprattutto nelle aree meno sviluppate.

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