Il Mediterraneo torna al centro della scena globale, non più come periferia, ma come uno snodo cruciale delle dinamiche internazionali. È questa la visione delineata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la decima edizione dei ‘Rome Med Dialogues’, svoltasi all’Hotel Cavalieri Waldorf Astoria di Roma. Un appuntamento che, nelle parole di Meloni, rappresenta “un riferimento fondamentale per le sfide che ruotano attorno al Mediterraneo” e un’occasione per riaffermare il ruolo strategico dell’Italia come ponte tra Europa e resto del mondo. “Il Mediterraneo è la nostra casa”, ha sottolineato il Premier, evidenziando come occuparsi di quest’area significhi valorizzare “la naturale proiezione geopolitica, geostrategica e geoeconomica” del nostro Paese. Dopo decenni in cui è stato percepito come un “vicolo cieco”, il Mediterraneo sta progressivamente riacquisendo centralità, trasformandosi nel “mare di mezzo” che collega Atlantico e Indo-Pacifico. Secondo Meloni, non si può più pensare al Mediterraneo in termini limitati: “Perimetrarlo con confini fissi è una sorta di diminuito. Dobbiamo pensare il Mediterraneo in modo più globale, come un’area protagonista delle principali interconnessioni globali”.
I numeri confermano l’importanza strategica di questa regione: pur rappresentando appena l’1% delle acque globali, il Mediterraneo è attraversato dal 20% del traffico marittimo mondiale. Il Canale di Suez, in particolare, ha raggiunto livelli record di traffico, nonostante le recenti minacce alla sicurezza marittima, come gli attacchi da parte degli Houthi nel Mar Rosso. Si tratta di un dato che sottolinea la necessità di garantire la sicurezza e la stabilità in una delle vie di comunicazione più importanti al mondo.
Ruolo cruciale
L’Italia, per la sua posizione geografica, è chiamata a giocare un ruolo cruciale in questa nuova centralità del Mediterraneo, soprattutto in ambito energetico e logistico. Un esempio concreto è il progetto Imec, che mira a collegare l’Europa con l’India attraverso una rete di città portuali del Medio Oriente, includendo il porto di Trieste come snodo strategico: “Connettere queste realtà consentirebbe di liberare un potenziale enorme per la nostra economia e il nostro commercio”, ha spiegato Meloni. Un altro aspetto centrale della strategia italiana riguarda l’energia. Con il Piano Mattei, l’Italia punta a diventare il principale hub europeo per i flussi energetici provenienti dall’Africa: “Le connessioni energetiche tra Africa ed Europa sono uno dei pilastri del nostro piano: vogliamo essere la porta europea per gas e idrogeno mediterranei”, ha sottolineato il Presidente del Consiglio.
Una cooperazione paritaria con l’Africa
Il Mediterraneo non è solo una via di comunicazione: è anche il ponte naturale tra Europa e Africa. Per Meloni, è essenziale costruire una cooperazione paritaria, che superi approcci predatori o puramente assistenziali: “La nostra sfida è consentire alle nazioni africane di utilizzare al meglio le risorse di cui dispongono, vivere con governi stabili e società prospere», ha aggiunto. Meloni ha denunciato il mancato rispetto del “diritto a non dover emigrare”, un diritto che dovrebbe garantire a ogni persona la possibilità di vivere dignitosamente nella propria terra. “Dare modo a queste persone di avere un futuro di dignità, crescita, lavoro e opportunità è la vera solidarietà”, ha detto, sottolineando l’importanza di progetti come il Piano Mattei. Su impulso italiano, l’Unione europea ha introdotto un portafoglio dedicato al Mediterraneo e sta lavorando a un piano per l’area, un segnale di cambiamento nella postura europea verso il “fianco sud”.
La gestione dei flussi migratori
Una delle principali sfide legate al Mediterraneo riguarda la gestione dei flussi migratori. Meloni ha evidenziato l’importanza di un approccio che combini sviluppo e sicurezza. Da un lato, è necessario creare opportunità economiche nei Paesi di origine; dall’altro, bisogna contrastare le reti di trafficanti che sfruttano le vulnerabilità dei migranti: “L’impegno è creare sviluppo e combattere i trafficanti: è un percorso che va consolidato”, ricordando inolstre il sostegno dell’Italia ai memorandum con Tunisia ed Egitto come esempi di questa strategia. La stabilità nel Mediterraneo allargato La stabilità del Mediterraneo è una questione cruciale non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa. Meloni ha citato il conflitto in Sudan come esempio di una crisi che richiede maggiore attenzione internazionale: “Questo Paese è dilaniato da una devastante guerra civile e fa i conti con una situazione umanitaria al collasso. Di questa crisi non si sta parlando a sufficienza”. Ha anche sottolineato l’importanza del lavoro svolto dall’Italia in Medio Oriente, evidenziando l’annuncio di un cessate il fuoco tra Israele e Libano come uno sviluppo positivo. Ma, ha avvertito che la vera sfida sarà garantire una stabilizzazione di lungo termine, in grado di permettere agli sfollati di tornare nelle proprie case in sicurezza.