Oggi il gabinetto di Israele vota
Israele e Libano sono “più vicini che mai” a raggiungere un accordo di cessate il fuoco, ha confermato all’EFE una fonte dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accettato “in linea di principio” la proposta statunitense durante una consultazione sulla sicurezza con funzionari israeliani, domenica sera. “Sono stati fatti progressi molto significativi”, ha detto la fonte riguardo alla proposta che il mediatore americano Amos Hochstein ha presentato a entrambe le parti la settimana scorsa durante un viaggio nella regione. Un alto funzionario statunitense ha inoltre confermato la notizia ad Axios:“Pensiamo di aver raggiunto un accordo. Siamo sulla linea di meta, ma non l’abbiamo ancora superata. Il gabinetto israeliano deve approvare l’accordo martedì e fino ad allora qualcosa potrebbe sempre andare storto” ha detto il funzionario statunitense. Un funzionario israeliano ha confermato che il gabinetto di sicurezza si riunirà domani, aggiunge Axios. Secondo al Arabiya, intanto, “gli Stati Uniti hanno informato le autorità libanesi dell’annuncio di un cessate il fuoco nelle prossime ore”.
Media: da Israele accordo di principio su tregua in Libano
La bozza di accordo si basa sulla risoluzione Onu 1701 che ha posto fine alla guerra tra Libano e Israele del 2006 e include il ritiro dei miliziani libanesi Hezbollah dall’area di confine con Israele. La proposta comprende diverse fasi: innanzitutto la cessazione delle ostilità e il ritiro di Hezbollah, quindi il ritiro delle forze israeliane dal sud del Libano, per poi passare a negoziati sul confine terrestre, la Blue Line. L’accettazione di principio marca una apertura, ma, precisano tutte le fonti, non si tratta ancora di un’approvazione definitiva a fronte di questioni che richiedono ulteriori chiarimenti tra le parti.
L’Onu invita le parti ad accettare un cessate il fuoco in Libano
“Accolgo con favore gli sforzi diplomatici in corso per raggiungere la cessazione delle ostilità e invito le parti ad accettare un cessate il fuoco ancorato alla piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza” ha detto Muhannad Hadi al Consiglio di sicurezza, a nome dell’inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, Tor Wennesland, mentre nuovi attacchi israeliani hanno preso di mira la periferia meridionale di Beirut, roccaforte di Hezbollah.
Tajani: Fiduciosi sull’accordo di tregua tra Israele e Libano, Italia protagonista
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dicendosi “ottimista” sugli sforzi diplomatici per il Libano, ha dichiarato “abbiamo parlato, bisogna avere tutti gli accordi definitivi ma siamo fiduciosi, vediamo quello che accade. Noi siamo favorevoli a ogni iniziativa” a favore del cessate il fuoco. “Ho dato piena disponibilità dell’Italia a essere protagonista per sorvegliare l’esecuzione dell’accordo insieme a Usa e altri Paesi. Vogliamo giocare un ruolo” ha sottolineato. “L’Italia è protagonista del dibattito politico internazionale: aggreghiamo, discutiamo e cerchiamo di lavorare tutti insieme per raggiungere un cessate il fuoco in Libano e a Gaza. L’obiettivo è quello della pace in Medio Oriente ma anche in Ucraina, quindi grande impegno” ha detto Tajani ai microfoni del Tg2, al suo arrivo ad Anagni per il G7 Esteri.
Il ministro degli Esteri dell’Anp Malki: “Netanyahu è l’unico ostacolo al cessate il fuoco”
Per quanto riguarda la Palestina, invece, “Netanyahu è l’unico ostacolo al cessate il fuoco” ha detto Riyad Malki, ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, alla X edizione di Rome Med, promosso da Farnesina e Ispi. “Non credo ci sarà un cessate il fuoco perché Netanyahu non vi è interessato, come al rilascio degli ostaggi e alla pace della regione. Netanyahu vuole prolungare ed estendere la guerra” per interessi personali, ha aggiunto. “Probabilmente ci sarà un cessate il fuoco in Libano per i bombardamenti giornalieri sulle città israeliane, ma è brutto che l’unico modo per averlo sia lanciare bombe. A Gaza la situazione non è la stessa” ha concluso Malki.
Il Cairo: “Nessuna pace duratura senza uno Stato palestinese”
Come ha spiegato il ministro degli Esteri Badr Abdelatty in un panel sulla crisi a Gaza ai Med Dialogues gli obiettivi, di breve e lungo periodo, a cui lavora l’Egitto sono un cessate il fuoco immediato a Gaza e il pieno accesso agli aiuti umanitari. E poi un processo di transizione con l’intesa tra tutte le fazioni palestinesi, con un’autorità di tecnici per gestire le esigenze quotidiane dei civili e nel frattempo lavorare per dare gli strumenti a un’autorità palestinese che le consentano di guidare un futuro Stato.