Il panorama matrimoniale italiano del 2023 racconta di una società in evoluzione, dove i modelli tradizionali lasciano sempre più spazio a nuove forme di unione. I dati Istat pubblicati ieri rivelano un calo generale dei matrimoni e delle separazioni, mentre crescono le seconde nozze e le unioni civili. Si tratta di un cambiamento che riflette non solo mutamenti culturali, ma anche l’impatto delle dinamiche economiche e demografiche del Paese.
Entrando nei freddi numeri, nel 2023 in Italia sono stati celebrati 184.207 matrimoni, con una diminuzione del 2,6% rispetto al 2022. I dati provvisori dei primi otto mesi del 2024 confermano un ulteriore calo del 6,7%. La riduzione è più marcata nel Mezzogiorno (-5,8%) rispetto al Nord (-0,3%) e al Centro (-1,3%). Questo andamento prosegue un trend ormai consolidato da decenni, interrotto solo da fenomeni occasionali, come l’aumento di matrimoni nel 2000, legato al desiderio simbolico di sposarsi all’inizio del nuovo millennio.
A pesare sulla diminuzione è la progressiva diffusione delle convivenze more uxorio, che tra il 2000 e il 2023 sono più che triplicate, passando da 440.000 a oltre 1,6 milioni. Questo cambiamento culturale si riflette anche nella riduzione dei primi matrimoni, che nel 2023 rappresentano il 75,9% delle celebrazioni, rispetto al 79,4% del 2019.
Matrimoni religiosi in calo
Uno degli aspetti più evidenti è il calo dei matrimoni religiosi, scesi dell’8,2% rispetto al 2022. Nel 2023, il 58,9% delle celebrazioni è avvenuto con rito civile, in continuità con una tendenza che vede questa scelta sempre più diffusa, soprattutto tra le seconde nozze (95%) e i matrimoni con almeno uno sposo straniero (91,2%). Parallelamente, cresce la scelta del regime patrimoniale di separazione dei beni, adottato nel 74,3% dei matrimoni del 2023. Questa opzione riflette un cambiamento nei rapporti coniugali, con un’attenzione maggiore all’autonomia economica individuale.
Le seconde nozze
L’instabilità coniugale ha contribuito all’aumento delle seconde nozze, che nel 2023 hanno raggiunto quota 44.320, il valore più alto mai registrato. Esse rappresentano il 24,1% del totale, con un incremento del 3,3% rispetto al 2022. L’aumento è ancora più marcato (+7,2%) nei casi in cui entrambi gli sposi abbiano alle spalle un matrimonio precedente.
Questo fenomeno è legato anche all’introduzione del ‘divorzio breve’ nel 2015, che ha semplificato le procedure per porre fine a un’unione coniugale, stimolando una riorganizzazione della vita familiare e relazionale.
Matrimoni con stranieri
Nel 2023, il 16,1% dei matrimoni ha coinvolto almeno uno sposo straniero, pari a 29.732 celebrazioni, un dato stabile rispetto all’anno precedente. Quasi tre quarti di questi matrimoni misti vedono uno sposo italiano e una sposa straniera, con cittadine rumene, ucraine e brasiliane tra le più frequenti. Le donne italiane, invece, scelgono partner marocchini e albanesi.
Un fenomeno particolare è il ‘turismo matrimoniale’: nel 2023, 3.337 coppie straniere non residenti hanno scelto l’Italia per celebrare le loro nozze, attratte dal fascino del Bel Paese. Questo dato evidenzia l’Italia come meta privilegiata per chi cerca una cornice suggestiva per il proprio matrimonio.
L’impatto dell’età
L’età media alle prime nozze continua a salire, raggiungendo 34,7 anni per gli uomini e 32,7 per le donne nel 2023. Questo aumento è legato a fattori come l’allungamento dei percorsi di studio, l’instabilità lavorativa e la permanenza prolungata nella famiglia di origine, che ha raggiunto il 61,2% dei giovani fino ai 35 anni. La posticipazione del matrimonio si accompagna alla diffusione delle convivenze prematrimoniali, una scelta sempre più comune tra le giovani coppie, che spesso preferiscono sperimentare la vita insieme prima di ufficializzare la loro unione.
Le unioni civili
Dal 2016, anno dell’introduzione delle unioni civili, il loro numero è progressivamente aumentato. Nel 2023, sono state celebrate 3.019 unioni civili tra persone dello stesso sesso, con un incremento del 7,3% rispetto al 2022. La Lombardia guida la classifica regionale, seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna. Le unioni civili si caratterizzano per un profilo demografico differente rispetto ai matrimoni: l’età media degli uniti è di 45,4 anni per gli uomini e 39 anni per le donne. Si conferma inoltre una forte concentrazione nei grandi centri urbani, con Roma e Milano in testa.
Separazioni e divorzi in diminuzione
Nel 2023, le separazioni sono diminuite dell’8,4% rispetto al 2022, attestandosi a 82.392, mentre i divorzi sono scesi del 3,3%, con un totale di 79.875. Dopo il picco del 2015-2016, legato all’introduzione del divorzio breve, il numero di divorzi si è stabilizzato, salvo una flessione nel 2020 per l’impatto della pandemia.
Le procedure extragiudiziali continuano a guadagnare terreno: il 28,6% delle separazioni e il 33% dei divorzi sono stati conclusi al di fuori dei Tribunali, grazie a strumenti come la negoziazione assistita e gli accordi presso gli uffici di stato civile.