Di fronte a una filiera agroalimentare sempre più squilibrata, gli agricoltori pugliesi si trovano in una situazione di forte criticità economica. Secondo l’analisi condotta da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e denunciata da Coldiretti Puglia, su 100 euro spesi dai consumatori per prodotti agricoli freschi, meno di 20 euro rappresentano il valore aggiunto riconosciuto agli agricoltori. Dopo aver sottratto i costi per salari e ammortamenti, a loro restano appena 7 euro, contro i 19 euro trattenuti dal comparto commerciale e logistico. La situazione peggiora per i prodotti trasformati, dove l’utile dell’agricoltore scende a un drammatico 1,5 euro per ogni 100 spesi. L’indagine di Ismea evidenzia squilibri strutturali nella filiera agroalimentare. La logistica e la distribuzione, che operano a valle del processo produttivo, si appropriano della fetta più consistente del valore finale. Coldiretti Puglia sottolinea che i margini risicati delle aziende agricole e degli allevamenti, in particolare per la produzione di pasta e carne bovina, sono spesso negativi. Questi vengono compensati solo grazie al sostegno pubblico, come i fondi della Pac (Politica agricola comune) e gli aiuti nazionali. Per porre rimedio a questa situazione, Coldiretti ribadisce l’importanza della recente normativa contro le pratiche sleali nella filiera e la definizione di costi standard al di sotto dei quali i compensi non possono scendere.
L’impatto sulle famiglie pugliesi
Nel contesto di un’inflazione crescente, che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie, i consumatori pugliesi spendono in media 464 euro al mese per generi alimentari e bevande, uno dei livelli più bassi in Italia. Tuttavia, questa situazione ha spinto molti verso l’acquisto di prodotti locali, con un aumento della frequentazione dei mercati contadini: oltre il 64% delle famiglie pugliesi ha effettuato almeno un acquisto nel 2024 direttamente dai produttori. La sicurezza alimentare e la trasparenza sono diventate priorità per i consumatori. Il 73% degli intervistati ritiene che comprare direttamente dagli agricoltori sia la modalità più sicura, seguita dai mercati rionali (69%) e dai negozi di vicinato (56%). I supermercati e ipermercati si fermano al 48%, mentre il web, nonostante la sua crescente popolarità, è ritenuto affidabile solo dal 19%. Per garantire maggiore trasparenza, Coldiretti ha lanciato la campagna ‘No fake in Italy’, con l’obiettivo di raccogliere firme per una legge europea che obblighi a indicare l’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue. La raccolta firme è attiva nei mercati contadini di Campagna Amica, negli uffici Coldiretti e sui social con l’hashtag #nofakeinitaly.
Un modello per il futuro
La Puglia vanta oltre 100mila aziende agricole e stalle, 5mila imprese di trasformazione alimentare e una rete capillare di distribuzione. Ma per garantire la sostenibilità del sistema, è necessario promuovere accordi di filiera tra imprese agricole e industriali. Questi dovrebbero prevedere obiettivi chiari in termini di qualità, quantità e prezzi che coprano sempre i costi di produzione, come stabilito dalla nuova legge contro le speculazioni.