Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge che introduce il principio del ‘reato universale’ per la maternità surrogata. La norma, approvata dal Parlamento e ratificata il 4 novembre scorso, sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale domani. La nuova norma stabilisce che la maternità surrogata, o gestazione per altri (gpa), sarà considerata un reato punibile in Italia anche se la pratica viene effettuata all’estero. In soldoni, i cittadini italiani coinvolti in procedure di maternità surrogata in altri Paesi potranno essere perseguiti penalmente al loro rientro in patria. La maternità surrogata era già vietata nel nostro ordinamento, ma la legge rende ora questa proibizione extraterritoriale, applicando il principio del reato universale. In pratica, si estende la giurisdizione italiana affinché chiunque partecipi a tali pratiche, ovunque esse siano realizzate, sia sottoposto a sanzioni penali previste dalla legge.
La maternità surrogata è una pratica in cui una donna accetta di portare avanti una gravidanza per conto di altre persone o coppie, solitamente in cambio di un compenso o come gesto altruistico.
Contrari alla norma
L’introduzione del reato universale ha acceso un acceso dibattito tra sostenitori e critici della legge: se i sostenitori ritengono che la maternità surrogata rappresenti una forma di sfruttamento delle donne, i critici invece considerano la legge una limitazione alle libertà personali. Immediata per esempio la reazione da parte dell’Associazione Luca Coscioni, che ha annunciato battaglie legali per tutelare le coppie italiane colpite dalla normativa. In una nota, Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione, e l’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale, hanno definito la norma “ingiusta e irragionevole”, promettendo di portare la questione nei tribunali italiani e, se necessario, in sede internazionale. L’Associazione ha già ricevuto richieste di aiuto da oltre 50 coppie preoccupate per le ripercussioni della legge sul loro percorso di costruzione familiare: “La legge colpisce soprattutto giovani coppie eterosessuali in cui la donna soffre di gravi patologie che rendono impossibile la gravidanza, e coppie dello stesso sesso che desiderano avere figli”, sottolineano Cappato e Gallo. L’Associazione punta il dito contro l’applicazione pratica della norma, mettendo in dubbio l’efficacia di eventuali controlli: “Faranno indagini? Chiederanno certificati di parto? La cooperazione internazionale in 66 Paesi dove la GPA è legale renderà complicata la raccolta di prove”.
Duro il commento anche del Segretario di Più Europa Riccardo Magi che ha definito la normativa “un obbrobrio giuridico” e ha annunciato che sarà abbattuta dai tribunali per evidenti contrasti con i principi costituzionali e le normative europee.
Favorevoli alla legge
Di parere opposto il parere dell’Associazione Pro Vita & Famiglia Onlus che ha parlato invece di una svolta storica: il Presidente uno Antonio Brandi ha definito la norma come “una pietra miliare” nella lotta contro quella che considera una pratica disumana: “La promulgazione di questa legge corona anni di battaglie. È un successo che segna un passo fondamentale per l’abolizione del mercato internazionale di bambini, un’industria che oggi vale 15 miliardi di dollari e che, secondo le stime, potrebbe raggiungere i 130 miliardi entro il 2032”.
Secondo il rapporto citato da Brandi, l’aumento del tasso di infertilità e la domanda crescente di servizi legati alla riproduzione assistita alimentano un mercato globale che associazioni come Pro Vita & Famiglia considerano altamente problematico. Il Presidente ha quindi sottolineato la necessità di un intervento legislativo per contrastare quella che definisce una “mercificazione della vita umana”.
Per il Presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri la promulgazione questa legge è “una vittoria contro una pratica turpe e vergognosa” in merito a un mercato basato sulla disperazione e lo sfruttamento. La firma di Mattarella è arrivata come previsto, nonostante alcune indiscrezioni pubblicate sui media suggerissero presunti dubbi da parte del Capo dello Stato. Gasparri ha liquidato queste speculazioni con parole dure: “Si rassegnino i gazzettieri che avevano scritto che il Presidente aveva dei dubbi e che non avrebbe firmato la legge”.