Il primo ministro Pedro Sánchez ha annunciato che la Spagna invierà ulteriori 5.000 soldati e 5.000 poliziotti nella regione orientale di Valencia dopo le devastanti inondazioni di questa settimana che hanno causato oltre 200 vittime. Finora sono stati recuperati 205 corpi: 202 a Valencia, due nella vicina Castiglia La Mancia e uno in Andalusia, nel sud, segnando il disastro naturale più letale nella storia recente della Spagna. Quattro giorni dopo le tremende inondazioni che hanno devastato l’est della Spagna, i soccorritori continuano a cercare corpi tra auto intrappolate ed edifici sommersi. Un numero incerto di persone risulta ancora disperso. Migliaia di volontari stanno contribuendo a rimuovere lo spesso strato di fango che copre strade, case e attività nelle aree più colpite. Attualmente, circa 2.000 soldati sono impegnati nelle operazioni di emergenza, insieme a circa 2.500 gendarmi della Guardia Civil (che hanno effettuato 4.500 salvataggi durante le inondazioni) e 1.800 agenti della polizia nazionale. La Spagna ha subito una siccità di quasi due anni, che ha intensificato le inondazioni poiché il terreno arido non riusciva ad assorbire la pioggia. Nell’agosto del 1996, un’inondazione ha devastato un campeggio lungo il fiume Gallego a Biescas, nel nord-est, uccidendo 87 persone. Le immagini satellitari di Valencia prima e dopo l’evento hanno mostrato l’entità della devastazione, trasformando la città mediterranea in un paesaggio sommerso di acque fangose. L’autostrada V-33 è stata completamente ricoperta da uno spesso strato di fango. “La situazione è incredibile. Un disastro e l’aiuto è minimo – ha affermato Emilio Cuartero, residente di Masanasa, alla periferia di Valencia – Abbiamo bisogno di macchinari, gru, per rendere accessibili le aree. Abbiamo bisogno di molto aiuto, e di pane e acqua”.