In seguito alle proposte di una tregua di poco meno di un mese di cui si parlava negli ultimi giorni, uno dei leader di Hamas ha risposto: “L’idea di una pausa temporanea nella guerra, solo per riprendere l’aggressione in seguito, è qualcosa su cui abbiamo già espresso la nostra posizione. Hamas sostiene una fine permanente della guerra, non temporanea”. Lo riporta l’Afp Taher al-Nunu.
Almeno 10 palestinesi uccisi nell’attacco israeliano alla scuola di Gaza Almeno 10 palestinesi sono stati uccisi in un attacco israeliano che ha preso di mira l’ingresso di una scuola che ospita sfollati nel campo di Nuseirat nella Striscia di Gaza centrale. Lo scrivono i media regionali tra cui al Jazeera.
47 morti nei raid israeliani a Gaza
Quarantasette palestinesi sono morti in una serie di raid aerei israeliani nella notta tra giovedì e venerdì sul centro della Striscia di Gaza, che hanno preso di mira la città di Deir al-Balah, il campo profughi di Nuseirat e la città di Al-Zawaida. “Molte vittime sono state uccise a Nuseirat, dove gli attacchi aerei israeliani hanno colpito diverse case, comprese quelle che ospitavano famiglie sfollate da altre regioni” scrive l’agenzia palestinese Wafa.
Relatore Onu: “Il bando a Unrwa è una condanna a morte per i palestinesi”
Il divieto imposto da Israele all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è una “condanna a morte” per i quasi 2 milioni di persone che affrontano la fame estrema nella Gaza devastata dalla guerra. Lo afferma un funzionario delle nazioni unite, scrive Cnn. Il relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’alimentazione, Michael Fakhri, si unisce a una lista crescente di operatori e organizzazioni umanitarie che condannano la legge approvata dal parlamento israeliano che vieta all’Unrwa di operare nel Paese. “Questa è una condanna a morte garantita per i palestinesi di Gaza”, ha detto Fakhri. Il divieto dovrebbe limitare fortemente le attività dell’Unrwa nei territori occupati da Israele, tra cui Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme est. Fakhri ha affermato che tale provvedimento non solo comprometterebbe il diritto al cibo della popolazione, ma rappresenterebbe anche un attacco alle stesse Nazioni Unite. “Quello che stiamo vedendo oggi a Gaza non è altro che orrore e devastazione”, ha concluso.
Israele demolisce uffici dell’Unrwa in Cisgiordania
Intanto, come denuncia su X il capo dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini, “Utilizzando ruspe, l’esercito israeliano ha gravemente danneggiato oggi l’ufficio dell’Unrwa nel campo di Nur Shams, nel nord della Cisgiordania. L’ufficio non può più essere utilizzato”. L’ufficio “era il fulcro della fornitura di servizi di base a oltre 14.000 rifugiati palestinesi nel campo, tra cui istruzione per i bambini, servizi sanitari, igienico-sanitari e protezione sociale. Durante l’operazione militare israeliana, nel campo sono state distrutte anche le strade, le reti idriche ed elettriche – ha aggiunto Lazzarini: ”Ancora una volta, le strutture delle Nazioni Unite vengono sistematicamente ignorate, mentre dovrebbero essere protette in ogni momento, anche in tempo di conflitto”. L’esercito israeliano nega responsabilità nella distruzione della struttura, attribuendola invece a “terroristi”.
Onu: “La situazione nel nord di Gaza è apocalittica”
La situazione nel nord di Gaza, dove da alcune settimane l’esercito israeliano ha lanciato una nuova offensiva di terra e raid aerei, “è apocalittica” e l’insieme dei suoi abitanti corre il “rischio imminente di morire di malattia, fame e violenza”. Lo denunciano i capi delle agenzie umanitarie dell’ Onu chiedendo a Israele “di cessare il suo assalto contro Gaza e gli operatori umanitari”.
Beirut: almeno 24 morti in raid israeliani nell’est del Libano
Almeno 24 persone sono morte e 26 sono rimaste ferite negli attacchi israeliani nell’est del Libano, la maggior parte in un solo villaggio nella regione di Baalbek-Hermel. Lo rende noto il ministero della salute libanese. Le forze israeliane non avevano emesso oggi nessuna richiesta di evacuazione per l’est del Libano.
Raid israeliani su due palazzi di Tiro e su Baalbek, città dell’Unesco
Inoltre gli aerei da caccia israeliani hanno lanciato “diversi missili” su due edifici situati vicino al complesso Imam Hussein nella città di Tiro, nel sud del Libano. Altri raid dell’ Idf hanno preso di mira diverse località nel sud del paese, tra cui una casa nel viaggio di Arab Salim nella zona di Nabatieh. Israele ha condotto un raid anche su Baalbek, città del Libano orientale sede di uno dei siti archeologici più importanti del mondo, dal 1984 dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, e già bersagliata nei giorni scorsi.
Premier libanese: “L’estensione degli attacchi prova che Israele rifiuta un cessate il fuoco”
Il premier libanese Najib Mikati ha criticato ieri “l’espansione” degli attacchi di Israele contro il suo Paese: “La rinnovata espansione della portata dell’aggressione del nemico israeliano alle regioni libanesi, le sue ripetute minacce di evacuare intere città e villaggi, e il suo rinnovato attacco dei sobborghi meridionali di Beirut sono tutti indicatori che confermano il rifiuto del nemico israeliano di tutti gli sforzi compiuti per assicurare un cessate il fuoco”, ha detto Mikati dopo i raid a sud di Beirut.
Consigliere Khamenei: “Abbiamo capacità per costruire armi nucleari”
Kamal Kharrazi, consigliere di Khamenei, ha dichiarato in un’intervista all’emittente libanese Al Mayadeen che la Repubblica islamica potrebbe modificare la sua dottrina nucleare in caso di “minaccia esistenziale”: “Attualmente abbiamo le capacità tecniche necessarie per produrre armi nucleari”, ha spiegato, ma la fatwa emessa dalla Guida Suprema, Ali Khamenei, “per ora lo proibisce”. Kharrazi ha quindi sottolineato che l’Iran è pronto a rispondere a qualsiasi escalation, esprimendo allo stesso tempo il desiderio di evitare uno scontro aperto con Israele. A questo proposito il consigliere di Khamenei ha spiegato che la Repubblica islamica “ha mostrato le sue capacità di deterrenza” attraverso l’operazione Vera Promessa II, durante la quale ha lanciato centinaia di missili balistici contro lo Stato ebraico. Contemporaneamente ileader iraniani hanno minacciato di effettuare un’azione di rappresaglia dopo che l’aeronautica militare israeliana ha attaccato batterie antiaeree e siti radar in tutto l’Iran in rappresaglia per un massiccio attacco missilistico balistico iraniano su Israele il 1 ottobre. Il capo della Guardia rivoluzionaria iraniana, il generale Hossein Salami, ha avvertito Israele che riceverà “una risposta inimmaginabile” per il suo attacco contro le basi militari segrete.
Khamenei ha ordinato di prepararsi ad attaccare Israele
Secondo il New York Times, intanto, la Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha ordinato al Supremo consiglio per la sicurezza nazionale del Paese di prepararsi ad attaccare Israele. Khamenei, scrive il giornale americano citando tre funzionari iraniani, avrebbe preso la decisione dopo aver esaminato un rapporto dettagliato di comandanti militari sull’entità dei danni provocati dal raid israeliano della scorsa settimana alla capacità di produzione missilistica del Paese, ai sistemi di difesa aerea intorno a Teheran, alle infrastrutture energetiche critiche e a un porto situato nel sud. La portata dell’attacco di Israele e i quattro soldati iraniani uccisi negli attacchi aerei sono “troppo grandi per essere ignorati” e secondo i funzionari citati, “non rispondere significherebbe ammettere la sconfitta”.
Cnn: “Israele è preparata a un attacco iraniano”
Secondo una fonte militare della CNN, comunque, Israele è a un “alto livello di preparazione” in vista della risposta dall’Iran agli attacchi aerei del 26 ottobre. La fonte militare ha detto alla CNN che gli attacchi di Israele “hanno creato un dilemma per Teheran” poiché hanno ridotto la sua capacità di attaccare e difendersi da una risposta israeliana. Mercoledì la Cnn aveva citato una fonte di alto rango del regime degli Ayatollah per riferire dell’intenzione di Teheran di colpire in modo “definitivo e doloroso” Israele, indicando una data “prima del giorno delle presidenziali negli Stati Uniti”.