Chiaramente era un pro-forma, ma ieri è arrivata l’ufficialità: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il disegno di legge di Bilancio presentato dal governo, aprendo così la strada al suo esame parlamentare. Il testo del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e del bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 sarà ora trasmesso alle Camere per la discussione e l’approvazione. Cosa succede, ora, in pratica? Con l’ok del Capo dello Stato l’esecutivo ha ufficialmente ottenuto il via libera per presentare la manovra economica che contiene le linee guida per le entrate e le spese pubbliche nei prossimi anni e mira a definire le priorità economiche e sociali per il 2025 e i successivi due anni.
Novità previdenziali
Entrando nello specifico, il documento firmato da Sergio Mattarella introduce una serie di importanti novità nel settore previdenziale e lavorativo, con un’attenzione particolare rivolta alle pensioni minime, alla flessibilità in uscita e al sostegno alla famiglia. Con un valore complessivo di 28,5 miliardi di euro e 144 articoli, il provvedimento mira a rispondere alle sfide economiche attuali, promuovendo interventi mirati su pensioni, lavoro e agevolazioni fiscali.
Una delle principali novità introdotte riguarda il settore previdenziale, con un focus sul rafforzamento delle pensioni minime. La manovra prevede un adeguamento delle pensioni più basse, con l’obiettivo di sostenere maggiormente i pensionati più vulnerabili. Parallelamente, la riforma introduce misure per rendere più flessibile l’uscita dal mondo del lavoro, consentendo ai lavoratori di andare in pensione con maggiore libertà in base agli anni di contributi versati, un tema molto atteso dai sindacati e dalle categorie di lavoratori più esposte.
Detrazioni fiscali
Un altro punto cardine della manovra è l’allargamento della platea dei lavoratori dipendenti che beneficeranno di nuove detrazioni fiscali. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che queste misure interesseranno circa 15 milioni di lavoratori, includendo coloro che percepiscono redditi fino a 40.000 euro. La novità principale riguarda la trasformazione del bonus stipendi, che non sarà più erogato sotto forma di decontribuzione, ma diventerà una detrazione fiscale. Il provvedimento mira a evitare l’effetto definito “trappola della povertà”, per cui un leggero aumento del reddito comportava una significativa perdita di benefici. Con la nuova manovra, il taglio delle tasse si applicherà fino a 40.000 euro, con una riduzione progressiva oltre i 35.000 euro, per impedire una brusca perdita di detrazioni fiscali.
Le pensioni
Inoltre la manovra economica per il 2025 introduce un incremento per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo, ma la misura non ha mancato di suscitare polemiche. Il governo prevede un aumento del 2,2% per il 2025 e dell’1,3% nel 2026, che segue un adeguamento del 2,7% già previsto per il 2024. Sono in pratica incrementi che porteranno l’importo mensile della pensione minima a circa 617,9 euro, con un aumento di soli 3 euro rispetto agli attuali 614,77 euro. Le reazioni a questa misura non sono state unanimi. Le opposizioni hanno criticato duramente l’incremento, definendolo “un’elemosina” e sottolineando che un aumento così esiguo non è sufficiente per garantire un tenore di vita dignitoso ai pensionati, soprattutto in un contesto di inflazione crescente e di costi della vita sempre più alti. Secondo i detrattori, l’esecutivo avrebbe dovuto adottare misure più incisive per sostenere i pensionati, che rappresentano una delle categorie più vulnerabili.
Carta per i nuovi nati
Accanto all’aumento delle pensioni, la manovra 2025 introduce anche altre misure sociali, come la nuova ‘Carta per i nuovi nati’: si prevede un contributo di 1.000 euro destinato alle famiglie con un Isee inferiore ai 40mila euro, per aiutare i genitori a far fronte alle spese iniziali per ogni nuovo nato. Si tratta di un aiuto mirato, che punta a sostenere la natalità in un Paese che continua a fare i conti con un forte calo demografico. Oltre alla Carta, la manovra prevede un rafforzamento del bonus asili nido, un altro passo per sostenere le famiglie con figli piccoli. Un cambiamento significativo riguarda anche l’assegno unico per i figli, che uscirà dal calcolo dell’Isee, rendendo l’accesso al contributo più semplice per un maggior numero di famiglie.
Quota 103
La manovra economica per il 2024 conferma inoltre la proroga di un anno per Quota 103 in versione ‘contributiva’, insieme alla proroga di Ape sociale e Opzione Donna. Ciò significa che anche il prossimo anno i lavoratori potranno scegliere di andare in pensione anticipatamente con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi, accettando però il ricalcolo contributivo dell’assegno pensionistico. Oltre alla proroga di Quota 103, la manovra consente ai lavoratori, in particolare ai dipendenti pubblici, di continuare a lavorare fino a 70 anni, previo accordo con l’amministrazione di appartenenza.
Tfr
Una delle novità più rilevanti riguarda l’assenza di un meccanismo di ‘silenzio assenso’ per il trasferimento del Trattamento di fine rapporto alla previdenza complementare, una misura discussa in precedenza, ma non inclusa nella manovra finale. La manovra introduce poi un importante aiuto per i lavoratori con carriera contributiva iniziata dal 1996, ovvero quelli che hanno versato contributi solo nel regime contributivo (questi lavoratori in pratica potranno attingere alle rendite dei fondi pensione per raggiungere la soglia dell’assegno sociale, necessaria per accedere alla pensione con 67 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione).
Pensionati
La manovra economica introduce anche una serie di novità per i pensionati, con misure differenziate per chi vive all’estero e per i residenti in Italia. Una delle decisioni più discusse riguarda i pensionati italiani all’estero, che non riceveranno rivalutazioni sui loro assegni se superano il trattamento minimo Inps. Per i pensionati in Italia, invece, la manovra introduce un ritorno a un meccanismo di indicizzazione più favorevole, che adegua le pensioni all’inflazione su tre livelli. Gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo beneficeranno di un adeguamento del 100%, quelli tra quattro e cinque volte saranno rivalutati al 90%, e le pensioni superiori vedranno un adeguamento del 75%.
Casa
Nel settore della casa, la manovra mantiene il bonus ristrutturazioni al 50% per le prime abitazioni, mentre scenderà al 36% per le seconde case e le altre abitazioni. Un’altra misura significativa è la nuova detrazione fiscale per i lavoratori che si trasferiscono per motivi di lavoro. Questo incentivo prevede un bonus di 5.000 euro per coprire le spese legate al trasferimento della residenza, una misura pensata per favorire la mobilità lavorativa e ridurre le difficoltà economiche legate ai cambi di residenza.
Tetto agli stipendi
La manovra include anche una proposta controversa che ha acceso il dibattito politico: la riduzione del tetto agli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione, da 240.000 euro a 160.000 euro. Questa misura ha scatenato forti reazioni, anche all’interno della maggioranza di governo. Forza Italia, in particolare, si oppone fermamente al provvedimento, sostenendo che potrebbe demotivare dirigenti chiave e rendere meno competitivo il settore pubblico.