Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri il nuovo decreto Flussi, un provvedimento che ha il grande obiettivo di regolamentare l’immigrazione in Italia e a contrastare le pratiche illegali connesse ai flussi migratori. Durante la conferenza stampa al termine della riunione, il Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha illustrato i punti salienti della misura, sottolineando che la filosofia del decreto è quella di “aprire all’immigrazione regolare e avere grande rigore contro l’illegalità” in modo da renderla un fattore positivo per l’economia italiana, ma al contempo adottando misure severe contro chi sfrutta il sistema migratorio per profitti illeciti. “Contrastare quella illegale e anche chi usa la migrazione regolare per fare business” è una priorità del governo, le sue parole. Il decreto Flussi mira quindi a riportare “nel quadro del rispetto delle regole” un fenomeno cruciale per il tessuto economico italiano. L’immigrazione regolare, infatti, è riconosciuta come una risorsa significativa per settori chiave dell’economia, in particolare l’agricoltura, l’industria e i servizi. Tajani ha ricordato come il lavoro degli immigrati contribuisca alla crescita del Paese, ma ha anche avvertito che è necessario gestirlo in modo ordinato e sicuro.
Le nuove disposizioni previste dal decreto consentiranno una gestione più efficiente e controllata dei flussi migratori, con quote annuali che stabiliscono il numero di ingressi regolari, e un’attenzione particolare alla selezione delle competenze richieste dal mercato del lavoro italiano. Saranno inoltre intensificati i controlli per prevenire l’abuso delle procedure di ingresso regolare e per combattere il traffico di esseri umani e lo sfruttamento lavorativo.
Collaborazione
Il governo, ha sottolineato Tajani, intende collaborare anche con i Paesi di origine dei migranti per migliorare la gestione dei flussi, promuovendo accordi bilaterali che facilitino la migrazione regolare e scoraggino quella clandestina. Tra i punti chiave del provvedimento, Tajani, ha parlato dell’introduzione dell’obbligo per il datore di lavoro di confermare l’attualità dell’offerta di lavoro prima del rilascio del visto. Il tutto sarà gestito in modalità telematica, garantendo così maggiore controllo e trasparenza.
Un altro aspetto significativo del decreto riguarda l’incremento dei flussi per specifiche categorie di lavoratori. In particolare, il governo ha previsto 10mila ingressi aggiuntivi per assistenti agli anziani e invalidi. Insomma, i badanti. Ma Tajani ha specificato che questi ingressi potranno avvenire esclusivamente tramite agenzie per il lavoro, che si occuperanno della selezione e dell’intermediazione tra i lavoratori stranieri e le famiglie italiane. Inoltre, l’autorizzazione al lavoro sarà concessa solo dopo attente verifiche preventive svolte sul territorio italiano, escludendo la possibilità del cosiddetto “silenzio assenso”. Il decreto contiene anche un nuovo giro di vite sugli aerei delle associazioni umanitarie che pattugliano il Mediterraneo per individuare barche di migranti in difficoltà. Si prevede che i velivoli avvertano “immediatamente e con priorità” gli enti competenti per l’area di eventuali incidenti in mare, attenendosi alle loro indicazioni. Per chi violerà le disposizioni è prevista una multa fino a 10mila euro, oltre al fermo dell’aereo.
Ispezione dei cellulari
Introdotta anche una misura che consente di ispezionare i cellulari dei richiedenti asilo al fine di ricostruirne l’identità e la nazionalità. Tajani ha precisato che questo strumento, pur essendo stato oggetto di confronto all’interno del Consiglio dei Ministri, è ritenuto legittimo e necessario: “Mi pare che questo sia giusto, avere anche l’onere di identificarsi quando si entra nel nostro Paese”, ha detto il Vicepremier, specificando che l’obiettivo è garantire che le persone che richiedono asilo siano correttamente identificate per evitare abusi del sistema. Tra le misure centrali del provvedimento, il Ministro del Lavoro Marina Calderone ha annunciato l’introduzione di uno speciale permesso di soggiorno della durata iniziale di sei mesi, rinnovabile per un ulteriore anno e prorogabile in base alle esigenze legate ai procedimenti giudiziari. Questa misura punta a mettere sotto protezione coloro che, vittime di sfruttamento, scelgono di collaborare con la giustizia denunciando i propri aguzzini. Calderone ha spiegato che il decreto prevede che le vittime di sfruttamento non siano punibili per il reato di ingresso o soggiorno illegale nel Paese, garantendo così un supporto concreto a chi si trova in situazioni di vulnerabilità. L’obiettivo principale è eliminare le condizioni che espongono i lavoratori stranieri a sfruttamento e sofferenza psicologica, ha dichiarato il ministro.
Un altro aspetto rilevante del decreto riguarda la creazione di un percorso di accompagnamento all’inclusione sociale e lavorativa per le vittime. Queste persone, infatti, avranno accesso a un percorso di integrazione che include il riconoscimento dell’assegno di inclusione, una forma di protezione economica che mira a facilitare la loro transizione verso una condizione di maggiore stabilità, sia dal punto di vista personale che professionale.