In Austria, le imminenti elezioni potrebbero vedere la vittoria del Partito della Libertà (FPÖ), un gruppo di estrema destra filo-russo con radici negli ex nazisti. L’FPÖ, spesso criticato per le sue posizioni xenofobe e razziste, si oppone fermamente al sostegno all’Ucraina contro la Russia. Sebbene l’Austria sia membro dell’UE, il partito mantiene legami stretti con Vladimir Putin e, secondo Peter Filzmaier, professore e commentatore politico, mira a creare un “asse di estrema destra” nell’UE. Anche senza una coalizione, una vittoria sarebbe altamente simbolica. Herbert Kickl, 55 anni, è il leader dell’FPÖ ed è soprannominato “Cancelliere del popolo”, un termine associato ai nazisti. Fondato negli anni ’50 da ex membri delle SS, l’FPÖ respinge i paragoni con il nazismo moderno. Kickl ha capitalizzato sulla crisi migratoria europea, proponendo una “Fortezza Austria” e una revisione radicale delle politiche migratorie, incluso il rimpatrio dei migranti. Il manifesto dell’FPÖ enfatizza “identità culturale” e “pace sociale”, criticando l’immigrazione come un “enorme problema di sicurezza”. Alcuni commentatori ebrei accusano l’FPÖ di usare tropi antisemiti. Karl Nehammer, leader del Partito Popolare Austriaco, ha definito Kickl un “estremista di destra”, mentre Andreas Babler del Partito Socialdemocratico lo ha etichettato come “pericoloso”. Nel 2016, l’FPÖ ha firmato un “patto di cooperazione” con il partito Russia Unita di Putin. Un’Austria guidata dall’estrema destra potrebbe formare un blocco scettico nei confronti dell’Ucraina insieme a Slovacchia e Ungheria, quest’ultima guidata da Victor Orban. Attualmente, l’FPÖ è al 27% nei sondaggi, seguito dal Partito Popolare Austriaco al 25% e dal Partito Socialdemocratico al 21%.