Le forze armate israeliane hanno annunciato di aver colpito decine di depositi di armi di Hezbollah. Israele respinge il piano di pace per il Medio Oriente proposto da Stati Uniti e Francia. Netanyahu contro tutti all’ONU: “società terrapiattista anti-Israele”.
Unicef: Israele bombarda 4 scuole a Gaza in 5 giorni
Adele Khdor, direttrice regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, ha reso noto su X che “Quattro scuole sono state colpite nel nord di Gaza negli ultimi 5 giorni. Secondo quanto riferito, tra le vittime ci sono molti bambini. Ieri, un attacco ha colpito la scuola Hafsa Falluja a Jabalia, uccidendo, secondo le notizie, 11 persone. Un filmato raccapricciante mostra che tra le vittime ci sono anche dei bambini. Questa scuola, utilizzata come centro nella recente campagna di vaccinazione antipolio, è ora completamente distrutta. Mentre il conflitto si espande nella regione, la Striscia di Gaza continua a essere colpita dai bombardamenti. Non dobbiamo distogliere lo sguardo. I bambini di Gaza continuano a essere uccisi ogni giorno. Questo deve finire, i bambini devono essere protetti. Cessate il fuoco ora”.
Libano bombardato per tutta la notte, muore famiglia 9 persone
Contemporaneamente Israele ha bombardato nuovamente per tutta la notte fino all’alba il Libano orientale e meridionale.Secondo quanto riporta l’agenzia libanese ANN, fra le vittime c’è un’intera famiglia di 9 persone, tutte morte nell’attacco che ha colpito il loro domicilio a Chebaa. Nella regione meridionale del Paese, la più colpita dall’intensa campagna di bombardamenti in corso da lunedì, gli attentatori israeliani hanno “intensificato” i loro attacchi da mezzanotte fino alle prime ore del mattino e hanno causato, secondo i media statali, un numero imprecisato di “morti e feriti”.
Beirut, 25 morti in raid Israele su Libano
Il ministro della Salute libanese Firass Abiad ha riferito proprio ieri che 25 persone sono state uccise negli attacchi israeliani vicino a Beirut. Da parte loro le forze armate israeliane hanno annunciato di aver colpito decine di depositi di armi di Hezbollah, lanciarazzi innescati ed edifici utilizzati dal gruppo filo-iraniano a Sidone, Nabatieh e altre aree del Libano meridionale. Finiti nel mirino dei caccia anche diversi lanciarazzi a Haddatha, nel Libano meridionale, utilizzati per attacchi contro la città di Tiberiade, nel nord di Israele.
700 morti in meno di una settimana in Libano
Sono 700, secondo AlJazeera, i morti provocati dagli attacchi israeliani sul Libano a partire da lunedì scorso. La stima è riportata nel titolo di apertura della versione online della rete televisiva qatarina. Intanto continua in tutto il Libano la fuga dei civili verso aree per ora più sicure, come la capitale Beirut, mentre le squadre e le organizzazioni della Protezione Civile lavorano per rimuovere i detriti che si sono accumulati sulle strade, e quindi facilitare il passaggio della popolazione colpita.
Onu: “In Libano il periodo più mortale da una generazione”
La stima è riportata anche dalle Nazioni Unite: “In meno di una settimana, almeno 700 persone hanno perso la vita, migliaia sono rimaste ferite e circa 120.000 persone sono state sfollate nel giro di alcune ore, “ed i numeri continuano ad aumentare mentre parliamo”, ha affermato a Ginevra Imran Riza, vice coordinatore umanitario dell’Onu in Libano, in un briefing per la stampa. “Le recenti escalation in Libano sono a dir poco catastrofiche. Stiamo assistendo al periodo più mortale in Libano da una generazione e molti esprimono il timore che questo sia solo l’inizio”. L’ondata di violenza – ha spiegato Imran Riza – si è estesa ad aree precedentemente non colpite, portando alla distruzione diffusa di case e infrastrutture. “La priorità deve essere quella di garantire un cessate il fuoco immediato”.
Unhcr, più di 30mila persone in 72 ore sono scappate in Siria
Oltre al numero impressionante di morti e sfollati, si contano più di 30.000 persone, principalmente di origine siriana, che hanno attraversato il confine con la Siria dal Libano nelle ultime 72 ore: lo ha affermato l’ agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). In un post su X, l’agenzia dell’Onu ha anche condiviso un video dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, che chiede un cessate il fuoco.
Capo Hezbollah ucciso
Tra i morti a Beirut, si annovera il comandante del sistema di difesa aerea di Hezbollah, Mohammed Surur, , ucciso l’altro ieri in un attacco israeliano sulla capitale libanese. Responsabile del lancio di missili e droni da parte dei ribelli yemeniti Houthi, era tornato in Libano dallo Yemen tre giorni fa.
Houthi: “Abbiamo attaccato Israele e lo faremo ancora”
Il portavoce militare degli Houthi ha affermato ieri che le loro operazioni non si fermeranno nei prossimi giorni finché non saranno terminate le offensive israeliane a Gaza e in Libano, e rivendica di aver preso di mira le città di Tel Aviv e Ashkelon con un missile balistico e un drone. “Condurremo altre operazioni militari contro il nemico israeliano in segno di vittoria per il sangue dei nostri fratelli in Palestina e Libano”, ha affermato Yahya Sarea in un discorso televisivo.
Intercettato missile diretto su Tel Aviv
“Le forze degli Houthi hanno condotto un’operazione militare contro un obiettivo militare israeliano nella ‘Jaffa occupata’ (Tel Aviv) utilizzando un missile balistico ‘Palestina 2′”, ha riferito il portavoce militare dei ribelli yemeniti filo-iraniani, Yahya Saree, citato da Yedioth Ahronoth. “E’ stato anche condotto un attacco su un obiettivo vitale nell’area di Ashkelon utilizzando un Uav di tipo ‘Jaffa’”. Entrambe le operazioni hanno avuto successo, ha sostenuto, sebbene il missile sia stato facilmente abbattuto dalle forze armate dello Stato ebraico prima ancora di entrare nello spazio aereo israeliano, e non è stata data notizia di alcun attacco sull’area di Ashkelon.
Hezbollah, oggi lanciato missile Fadi-1 contro Israele
Da parte loro gli Hezbollah libanesi hanno sparato nella mattinata di ieri un razzo di tipo Fadi-1, più sofisticato di altri ordigni usati finora, contro la comunità agricola (moshav) Ilania, vicino al lago di Tiberiade in Galilea. Si tratta di un razzo di 220 mm di diametro, lanciato da un sistema di razzi a lancio multiplo, con una gittata fino a 80 chilometri. Il Fadi-1 è una variante del razzo Khaybar-1 di fabbricazione siriana.
Con una gittata di 100 chilometri, possono trasportare un carico utile di 150 chilogrammi, sono lunghi 6,3 metri e hanno un peso al lancio di circa 750 chilogrammi. Il Fadi-1 era già stato usato domenica scorsa contro il porto israeliano di Haifa. Sebbene non sia un razzo guidato, sono considerati molto più precisi della maggior parte dei razzi di Hezbollah. L’attacco, rivendica Hezbollah, fa parte della risposta agli incessanti raid aerei israeliani sui civili in Libano.
Netanyahu rifiuta la tregua di USA e Francia
Dopo i forti malumori suscitati alla Casa Bianca dalla sua marcia indietro sulla proposta di tregua con Hezbollah presentata da Usa e Francia, c’era forte attesa ieri per il discorso all’Assemblea Generale dell’Onu del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Come ha sottolineato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, il piano era stato “coordinato” con il leader israeliano, ma quest’ultimo lo ha rifiutato senza preavviso non appena divenuto pubblico, cosa che ha indispettito e frustrato l’amministrazione Biden. Gli Stati Uniti, spiega Karine Jean-Pierre, “avevano tutte le ragioni per credere che gli israeliani fossero pienamente informati e pienamente consapevoli di ogni parola” della dichiarazione.
Rapporti USA-Israele incrinati
“Non lo avremmo fatto se non avessimo creduto che sarebbe stata accolta con la serietà con cui è stata composta”, ha affermato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby. La marcia indietro del leader israeliano “distrugge ciò che resta delle relazioni con l’amministrazione Biden”, ha sostenuto una fonte anonima alla tv Channel 12. Da New York, Netanyahu ha tentato di correre ai ripari, con una nota per “chiarire alcuni punti” dopo le “molte false dichiarazioni sull’iniziativa di cessate il fuoco guidata dagli Stati Uniti”. “Israele condivide gli obiettivi dell’iniziativa” e “apprezza gli sforzi degli Stati Uniti in questo senso perché il ruolo Usa è indispensabile per promuovere la stabilità e la sicurezza nella regione”, si legge nella dichiarazione, che ha riferito di un “incontro tra i team” ieri e altri ce ne saranno “nei prossimi giorni”. L’ufficio del premier ha ammesso comunque che Washington aveva “condiviso con Israele l’intenzione di presentare, insieme ad altri partner internazionali e regionali, una proposta di cessate il fuoco in Libano”.
Macron: “Netanyahu sbaglia”
La reazione del presidente francese, Emmanuel Macron, è stata netta: “Israele deve porre fine ai raid e Hezbollah deve abbandonare la logica della rappresaglia”, ha detto nella mattinata di venerdì da Montréal. Durante una conferenza stampa con il premier canadese Justin Trudeau, Macron ha parlato di una “proposta solida” definita con lo stesso Netanyahu e gli Stati Uniti. Il Libano “non può diventare una nuova Gaza”, sarebbe un “errore” da parte del premier israeliano Benjamin Netanyahu “rifiutare” la proposta di cessate il fuoco, ha aggiunto il presidente francese.
Borrell: “Attacchi in Libano non sono autodifesa”
Dello stesso avviso l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borell, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York: “La guerra non è una soluzione, e questi attacchi contro il Libano hanno causato un numero così elevato di vittime civili che non possono essere giustificati semplicemente con il diritto all’autodifesa. Certamente, il diritto all’autodifesa esiste per tutti, anche per Israele. Ma il modo in cui questa guerra viene condotta, con questo elevato numero di attacchi dall’aria, da terra, costringendo centinaia di migliaia di persone a lasciare i loro paesi, le loro case – che sono state distrutte, quindi non avranno un posto dove tornare – non è certamente il modo per garantire la sicurezza di Israele”. Lo ha dichiarato. “Penso che sia esattamente il contrario. Quindi, non posso che ribadire l’appello degli Stati membri dell’Unione europea per un cessate il fuoco e per cercare l’unica soluzione possibile, che è l’attuazione della risoluzione concordata delle Nazioni Unite”, ha aggiunto.
Fidan a Onu: “Fermare la follia omicida di Israele”
Ancora più duro il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, sempre a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu a New York, in un incontro organizzato da Unione Europea, Norvegia e Gruppo di contatto per Gaza. Fidan ha parlato di “follia omicida”, che prima ha colpito Gaza, poi la Cisgiordania e ora il Libano e che “deve essere fermata”, prima che il premier Benjamin Netanyahu “trascini tra le fiamme l’intera regione”. “Israele ha fatto a pezzi ogni prospettiva di cessate il fuoco, non aspettiamoci nessuna apertura alla soluzione dei due Stati. La Palestina deve essere riconosciuta come Paese membro delle Nazioni Unite a tutti gli effetti. C’è bisogno di uno sforzo da parte di tutti perché Israele non avrà nessuna apertura verso la soluzione dei due Stati. Abbiamo visto come hanno fatto a pezzi tutte le prospettive di pace. Non è troppo tardi, siamo ancora in tempo per agire”, ha detto il capo della diplomazia turca.
Erdogan: l’Onu tratti Netanyahu “come un killer”
Rincara la dose il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, facendo riferimento al premier israeliano Benjamin Netanyahu, che paragona a Adolf Hitler: “È una vera vergogna che un criminale che ha commesso un massacro in Palestina possa sedere sotto il tetto dell’Onu. Hitler ha avuto un sogno che è diventato un incubo per il popolo. Netanyahu, l’Hitler di oggi, alla fine si renderà conto che questo è stato solo un sogno e dovrà confrontarsi con la realtà”, ha detto Erdogan parlando con i giornalisti, di ritorno da New York dove ha partecipato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “O l’Assemblea generale dell’Onu tratta quel killer come merita oppure questa situazione vergognosa sarà ricordata come una macchia nera nella storia delle Nazioni Unite”, ha concluso
Iran, Israele aderisca al trattato di non proliferazione nucleare
Accusando lo Stato ebraico di essere “l’unico possessore di un arsenale nucleare nella nostra regione”, il vice ministro degli Esteri per gli Affari legali e internazionali iraniano, Kazem Gharibabadi, ha affermato durante un incontro presso le Nazioni Unite che “la comunità internazionale deve costringere Israele – un regime fuorilegge che ha apertamente minacciato altri di annientamento nucleare mentre falsamente accusava altri di proliferazione – a rinunciare alle sue armi nucleari, aderire al Tnp come parte non armata e a sottoporre tutti i suoi impianti e attività nucleari alle ampie salvaguardie dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, dati i suoi sei decenni di inganno e sviluppo clandestino di armi nucleari”.
Netanyahu all’Onu, alcune delegazioni lasciano l’aula
L’attesa risposta di Netanyahu nel suo discorso è stata durissima e senza sconti. Già al suo arrivo nella sala dell’ Assemblea Generale dell’ Onu è stato accolto con qualche applauso e molte contestazioni, tanto che il presidente dell’assemblea ha dovuto richiamare all’ordine i presenti. Alcune delegazioni, tra cui quella turca, hanno abbandonato la sala.
“Hamas si arrenda e la guerra finirà”
“Non avevo intenzione di venire qui, ma sono venuto qui per ristabilire la verità di fronte a falsità, Israele vuole la pace” perchè “Israele brama la pace in Medioriente, e la pace verrà di nuovo”, ha detto Netanyahu al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. “La guerra a Gaza può finire oggi: Hamas deve arrendersi, abbassare le armi e liberare gli ostaggi. Se non lo farà, continueremo fino alla vittoria totale. Hamas deve andarsene, se rimane al potere continuerà ad attaccare”, ha detto il premier israeliano aggiungendo che lo Stato ebraico “non vede alcun ruolo per Hamas in una Gaza dopo la guerra”.
“Non ci fermeremo”
Il suo intervento è cominciato ricordando come l’attacco del 7 ottobre, sia arrivato proprio mentre “era vicino l’accordo di normalizzazione con l’ Arabia Saudita” sul quale avrebbe continuato a lavorare. Mentre parlava erano presenti in aula anche alcuni familiari degli ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre di cui il premier fa un elenco, elencando le atrocità commesse da Hamas “nel giorno – ha detto – della ”maledizione del 7 ottobre”.
Oggi, ha continuato il premier israeliano, “ci stiamo difendendo, ma stiamo anche difendendo voi da un nemico comune che attraverso la violenza e il terrore cerca di distruggere il nostro stile di vita” “Dobbiamo difenderci contro questi omicidi selvaggi, il nostro nemico non vuole distruggere solo noi israeliani ma anche la nostra civiltà e portarci nell’area scura della loro dittatura”. Per questo ha confermato ufficialmente nel suo discorso il rifiuto del piano per la pace: “Non ci fermeremo fino a quando non avremo portato gli ostaggi”.
“Israele continuerà a colpire Hezbollah”, sanzioni all’Iran
Il premier mantiene il pugno di ferro anche sul Libano: “Israele continuerà a colpire Hezbollah finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi. Continueremo a indebolire Hezbollah. Finché Hezbollah sceglie la guerra, Israele non ha alternative” ha assicurato, definendoli la “quintessenza delle organizzazioni terroristiche”.
Poi, rivolgendosi all’Iran, è stato categorico: “Se ci colpirete vi colpiremo”. Chiedendo al Consiglio di Sicurezza di reimporre le sanzioni a Teheran, ha assicurato che Israele “farà tutto quello che è in suo potere per assicurarsi che l’Iran non ottenga l’arma nucleare”.
Onu “terrapiattista” e “antisemita”
Isolare Israele, conclude, è una macchia morale per le Nazioni Unite, e attacca definendo l’ONU una “società terrapiattista anti-israeliana” e una “palude antisemita”, sostenendo allo stesso tempo che solo “stare con Israele è in linea con i vostri valori”.