venerdì, 20 Settembre, 2024
Esteri

Gallant: sul fronte libanese “nuova fase della guerra”. Nasrallah: “Israele ha violato tutte le linee rosse”

Tajani: “Non ci sono rischi imminenti per i soldati italiani”

Il capo di Hezbollah del Libano Nasrallah parla in un discorso in tv: “Israele ha violato tutte le linee rosse facendo detonare migliaia di cercapersone, ha colpito volontariamente 5000 persone. Anche se non sono morte tutte c’è una situazione disperata negli ospedali”. ”Hezbollah indagherà sulle aziende coinvolte nella produzione e nella vendita dei cercapersone esplosi ieri e martedì, nonché sulle modalità della loro distribuzione. I walkie talkie, ha poi aggiunto, sono esplosi ”negli ospedali, nelle farmacie, negli ospedali, nei mercati, nei negozi, nelle case, nelle auto e nelle strade dove si trovavano molti civili insieme a donne e bambini”. “Questo gesto è un atto terroristico, è stato un massacro che si aggiunge ad altri massacri degli ultimi decenni. Quella d’Israele è una dichiarazione di guerra”, ha detto il leader di Hezbollah, il Partito di Dio libanese. “Abbiamo subito un colpo molto duro, un attacco senza precedenti, ma questo è lo stato di guerra. Attraverso questa esperienza e i suoi insegnamenti saremo più forti e più potenti”.

La guerra sul fronte libanese

L’attenzione di Israele si è spostata sul fronte settentrionale, poiché sta iniziando una “nuova fase” della guerra. Questo è quanto dichiara il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, che ha incontrato il personale dell’aeronautica militare dello Stato ebraico nella base aerea di Ramat David. “Credo che siamo all’inizio di una nuova fase in questa guerra e dobbiamo adattarci”, ha affermato Gallant. “Avremo bisogno di coerenza nel tempo, questa guerra richiede grande coraggio, determinazione e perseveranza”, ha aggiunto, ricordando che gli obiettivi di guerra di Israele nel nord sono “chiari e semplici: riportare gli abitanti delle città del nord alle loro case in sicurezza. Non abbiamo dimenticato gli ostaggi e non abbiamo dimenticato i nostri compiti nel sud. Questo è il nostro dovere e lo stiamo svolgendo allo stesso tempo”. Secondo il New York Times la Bac Consulting, l’azienda ungherese produttrice dei cercapersone esplosi in Libano, era una società fittizia gestita dai servizi segreti israeliani.

Secondo il quotidiano americano, il leader di Hezbollah, Nasrallah quando ha raccomandato ai suoi uomini di utilizzare i cercapersone anziché di telefoni ha dato indirettamente occasione a Israele di ideare l’operazione di manomissione. Finora tra le esplosioni di cercapersone e walkie-talkie una quarantina di persone sono morte e migliaia sono rimaste ferite. Per l’attacco, Beirut punta il dito contro Israele che però non ha mai rivendicato. “Questi attacchi saranno certamente puniti, ci sarà una vendetta sanguinosa”. La minaccia a Israele arriva da Hashem Safieddine, capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah e cugino del leader del gruppo, Hassan Nasrallah che ieri ha nuovamente parlato ai miliziani. Intanto la tensione al confine tra Israele e il Libano resta altissima. Continuano i lanci di missili quotidiani da un fronte all’altro. Diversi droni carichi di esplosivo lanciati dal Libano hanno colpito la comunità settentrionale di Yàara nella Galilea occidentale. Hezbollah ha dichiarato che continuerà la resistenza armata contro Israele nonostante il duro colpo inflitto al partito dalle serie di esplosioni che hanno scosso il Libano nelle ultime 48 ore.

I soldati italiani in missione

Unifil Sull’escalation libanese è intervenuto anche il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: “rischi imminenti” per i soldati italiani della missione Unifil (Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite), “non ne vedo”, ha detto al termine dell’incontro del leader del Partito Popolare spagnolo, Alberto Nunez Feijoo, con i giovani azzurri. “Certo è una situazione complicata, ma loro hanno la possibilità dei bunker in cui potersi rifugiare. Lavorano per la pace, anche se sono equipaggiati per una guerra. Sono comunque ben visti sia dagli israeliani sia da Hezbollah, non sono loro quelli che sono nel mirino. Il problema è tra Hezbollah e Israele, quindi seguiamo con grande attenzione e anche con preoccupazione…”. “Adesso nella settimana delle Nazioni Unite avremo molti incontri e vedremo di fare in modo di poter sempre di più” affrontare la questione, ha aggiunto il titolare della Farnesina.

Cisgiordania: continua la guerriglia

Sul fronte cisgiordano continua la guerriglia: uomini armati palestinesi sono stati uccisi e feriti durante scontri con le truppe israeliane nella città di Qabatiya, vicino a Jenin. Un filmato pubblicato online dai media palestinesi mostra un uomo armato che corre su un tetto, mentre un’altra clip fa vedere una violenta sparatoria nella zona. Su X il profilo del Quds News Network “segnala panico tra gli studenti palestinesi in una scuola assediata dalle forze israeliane durante un raid militare”.

Spagna: Sanchez incontra Abu Mazen

Il premier spagnolo Pedro Sanchez sta incontrando a Madrid il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), mentre aumentano le preoccupazioni di un’escalation in Libano. Il viaggio di Abbas in Spagna è il primo che si produce dopo il riconoscimento della Palestina come Stato da parte del governo spagnolo avvenuto lo scorso 28 maggio. Lunedì Husni Abdel Wahed, fino ad ora capo della missione diplomatica palestinese a Madrid, ha presentato le credenziali al re Felipe VI come ambasciatore. La scorsa settimana la Spagna ha ospitato una riunione tra ministri arabi del Gruppo di contatto arabo-islamico per Gaza e ministri europei dei Paesi che hanno riconosciuto recentemente lo Stato di Palestina insieme alla Spagna per rilanciare l’applicazione della soluzione dei due Stati e fissare una posizione comune in vista della riunione dell’Assemblea generale dell’Onu.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Giovani imprenditori: lavoriamo per il Pnrr. Costruiamo spazi per il futuro. Giusto il metodo Draghi

Paolo Fruncillo

Turismo. Irrisori 150 milioni, ne servono 500. Riaprire con l’estero

Paolo Fruncillo

Tajani: “No a un’Europa trainata da due o tre Paesi”

Stefano Ghionni

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.