venerdì, 20 Settembre, 2024
Economia

Panetta: “Il Sud è la scommessa per la crescita di tutto il Paese”

Il Governatore della Banca dʼItalia: “Il divario con il Nord non si colma con lʼassistenzialismo”

La crescita dellʼItalia dipenderà dal futuro del Sud. Una parte dello Stivale che dovrà essere valorizzata per il bene dellʼeconomia nostrana. È questa la speranza, o meglio ancora, il monito, che ieri il Governatore di Bankitalia Fabio Panetta ha lanciato nel corso del suo intervento al convegno ʼIl polso dell’economia – il Mezzogiornoʼ a Catania. Lʼoccasione per tracciare un quadro dettagliato dello stato del Mezzogiorno, con un’analisi che ha abbracciato decenni di sviluppo, crisi e recenti segni di ripresa. Il punto di partenza della riflessione di Panetta è il perdurante divario tra il Pil pro capite del Sud e quello del Centro-Nord, con le regioni meridionali che si attestano su poco più della metà del valore delle regioni settentrionali.

Una disuguaglianza che rappresenta un unicum tra le economie avanzate e che frena non solo lo sviluppo del Sud, ma dell’intero Paese. Un’ipotesi di convergenza tra Sud e Nord simile a quella osservata in Germania, tra Est e Ovest, porterebbe il reddito pro capite italiano a superare quello della Francia. Ma Panetta ha avvertito che tali progressi non possono essere raggiunti con politiche assistenzialiste, ma solo attraverso misure mirate allo sviluppo.

Questione meridionale marginalizzata

Il Governatore ha ripercorso la storia economica del Mezzogiorno, ricordando come, tra gli anni ’50 e ’70, grazie agli interventi straordinari, si fosse assistito a una crescita significativa. Il Pil pro capite del Sud era passato dal 50% al 60% di quello del Centro-Nord. Ma questa convergenza si è interrotta negli anni successivi, complice la crisi dell’industria pesante e l’eccessivo ricorso a politiche assistenzialiste volte ad attrarre consenso politico, perdendo la loro efficacia. Per Panetta negli ultimi decenni il tema della ʼquestione meridionaleʼ è stato marginalizzato, anche se la crisi economica e la pandemia hanno evidenziato quanto le debolezze strutturali del Sud siano ancora un problema cruciale. Tra il 2007 e il 2019, il Pil del Mezzogiorno ha subito una contrazione del 10%, ben più grave rispetto alla perdita del 2% registrata nel Centro-Nord. Al contempo, pero, sorprendentemente, dopo la pandemia, il Sud ha mostrato segnali di ripresa più vigorosi rispetto al resto del Paese. Tra il 2019 e il 2023, il prodotto è cresciuto del 3,7%, con un aumento delle esportazioni e dell’occupazione. Nonostante questi progressi, Panetta ha invitato alla cautela, ricordando che molti di questi segnali positivi potrebbero essere legati a fattori temporanei, come gli incentivi del Superbonus e i progetti legati al Pnrr.

Investimenti pubblici

Per consolidare la ripresa e colmare il divario, Panetta ha spiegato l’importanza di rilanciare gli investimenti pubblici nel Sud, puntando su infrastrutture essenziali come la rete elettrica, i collegamenti ferroviari e stradali, e il contrasto alla crisi idrica. A tal fine, il Pnrr rappresenta una grande opportunità, con il 40% delle risorse destinate al Mezzogiorno. La realizzazione di questi progetti, però, deve seguire criteri di efficienza, evitando di sacrificare la qualità per velocizzare i tempi. La sfida principale, quindi, è garantire un impiego efficace delle risorse, migliorando la gestione amministrativa e la qualità dei servizi pubblici: “Vanno inoltre migliorati i collegamenti potenziando il sistema portuale e aeroportuale e le reti stradali e ferroviarie”.

L’opportunità per il Sud

Panetta ha poi sottolineato come la nuova fase di incertezza globale, con i cambiamenti nei flussi del commercio internazionale e la tendenza a rilocalizzare le produzioni, possa rappresentare un’opportunità per il Sud Italia. La stabilità geopolitica, la disponibilità di manodopera e la crescente capacità di produzione di energia rinnovabile rendono il Mezzogiorno una potenziale area di sviluppo strategico. Ma per cogliere queste opportunità, ha proseguito, sarà necessario migliorare “il contesto produttivo e rafforzare la legalità. Lʼesodo dei giovani evidenzia la necessità di un ambiente che valorizzi i talenti e di una visione strategica a lungo termine” ha sottolineato.

Concludendo il suo intervento, Panetta ha lanciato un chiaro messaggio: il ritardo del Mezzogiorno può essere superato solo con un approccio strategico, fatto di investimenti mirati e riforme. La fase di ripresa attuale non deve generare eccessivo ottimismo, ma spingere verso interventi concreti e lungimiranti, ispirati a principi etici e strategici, per garantire ai cittadini del Sud condizioni di vita adeguate e un futuro di sviluppo.

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