venerdì, 20 Settembre, 2024
Politica

L’opposizione divisa sull’Ucraina, fronte comune sulla politica interna

A Cernobbio l’incontro tra Schlein, Calenda e Conte che però chiude a Renzi: “M5S mai con lui”

Ancora una divisione di vedute sul tema del conflitto in Ucraina, ma l’obiettivo (almeno sulla carta) di trovare un fronte comune all’interno della politica interna. Ieri al Forum Ambrosetti di Cernobbio è stata la giornata dei confronti tra i principali partiti all’opposizione. Sono stati per la precisione la Segretaria del Partito democratico Elly Schlein, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte (in video-collegamento) e il numero uno di Azione Carlo Calenda a dividersi il palco, alla presenza del mondo imprenditoriale del Paese. Come si vedrà, le posizioni dei tre sono assolutamente distanti l’una dall’altra. Basti pensare al pensiero della Schlein che ha confermato l’appoggio incondizionato del Pd al Paese del Presidente Zelensky (ma senza parlare del tema delle armi e del loro utilizzo anche in territorio russo, cosa che sta a cuore alla minoranza dem che spinge verso questa direzione). Una presa di posizione, quella della Segretaria del Pd, ‘bocciata’ dall’ex Premier pentastellato secondo il quale c’è un obiettivo primario per fermare una guerra “che sembra lontana dalla sua fine”: imporre una negoziazione. Per Conte lo scontro in atto sta giocando un brutto scherzo all’economia mondiale con la conseguenza di far perdere competitività al mondo imprenditoriale.

Sostegno attivo

Decisamente opposta la posizione di Calenda, che ha ribadito la necessità di un sostegno militare concreto e attivo a Kiev (tutto sommato sulla stregua delle richieste della minoranza dem): ha sottolineato che “la difesa si fa sul territorio ucraino”, ma ha anche argomentato che per prevenire attacchi futuri è necessario colpire in modo preciso le infrastrutture militari da cui partono i bombardamenti contro il Paese. Il leader di Azione ha accusato l’Italia di essere troppo “timida” nelle sue decisioni, ponendo l’accento sull’importanza di una posizione chiara e risoluta: “Trovo ipocrita che l’Italia, unico Paese in Europa assieme all’Ungheria, dica che le armi si possono usare, ma non puoi colpire l’aeroporto da cui partono gli attacchi”. Calenda ha inoltre ampliato il discorso sottolineando come la guerra in Ucraina non riguardi solo quel Paese, ma rappresenti una sfida per le democrazie occidentali. Putin, secondo lui, non sta cercando solo di conquistare l’Ucraina, ma anche di destabilizzare l’intero sistema democratico europeo. Calenda ha quindi lanciato un duro attacco contro Viktor Orban, definendolo una “quinta colonna della Russia” all’interno del Consiglio europeo, accusandolo di agire come alleato di Mosca all’interno dell’Ue, così come i partiti italiani che mantengono rapporti formali con la Russia.

Fronte comune

Se quindi sul tema ucraino le opposizioni viaggiano su binari paralleli, l’obiettivo è ora di trovare “un fronte comune” per unire le forze per contrastare il governo Meloni. A partire dalla prossima manovra finanziaria che, per la Schlein, sarà “senza respiro e senza anima”, evidenziando l’urgenza di interventi concreti per rilanciare l’Italia. “Noi vogliamo assicurarci che l’Italia sia messa in condizione di ripartire”, ha detto, con un particolare focus sull’urgente necessità di affrontare il calo dei salari. La Segretaria a questo punto ha auspicato una collaborazione più stretta con le altre forze di opposizione, in particolare con Calenda e Giuseppe Conte. Secondo Schlein, durante il confronto è emersa una visione comune sulle principali criticità economiche, come la gestione della transizione 5.0, considerata tardiva e priva di continuità: “Le imprese hanno bisogno di poter programmare” ha spiegato, aggiungendo come la mancanza di una visione di lungo periodo sugli incentivi rappresenti un ostacolo alla ripresa economica: “Come abbiamo detto che avremmo aiutato l’attuazione del Pnrr, credo e spero che ci sarà occasione di fare un lavoro comune anche in vista della prossima manovra”. Un appello recepito da Calenda: “Non siamo nel campo largo proprio perché le differenze su energia e ambiente, così come sulla politica estera, sulla disciplina di Bilancio, sulla giustizia, sulla politica dei bonus e altre cose sono troppo ampie per consentire di presentare una credibile alternativa di governo. Ci sono invece argomenti (sanità/salari/scuola) sui quali lavorare insieme è possibile e doveroso”.

Il niet di Conte

Non presente a Cernobbio, ma intervistato da Sky Agenda, il numero uno di Italia viva Matteo Renzi ha parlato di “un’alternativa” da trovare contro un esecutivo composto da “amichettismo, tanti annunci e pochi risultati”. Insomma, ha aperto alla Schlein, anche se ha confermato di non essere d’accordo con il Pd su alcuni punti, a partire dal jobs act: “Ma se ci sono punti di sintesi in comune, allora troviamoli. “C’è bisogno di metterci insieme per una prospettiva di futuro”. Ma su questo punto Conte è stato chiaro: “Il Movimento 5 Stelle non lavorerà mai con Renzi, meglio chiarire sùbito questa cosa”.

A margine dell’incontro sul Lago di Como, la stampa ha chiesto alla Schlein se il Pd voterà a favore di Raffaele Fitto come Commissario europeo: “Prima dobbiamo capire quale sarà il portafoglio e quali le deleghe, abbiamo già chiesto al governo di chiarire chi seguirà e come intenderanno seguire i dossier in questo momento di Fitto perché sono rilevantissimi per l’Italia come l’attuazione di Pnrr, fondi di coesione e programmazione

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