“Quello che ci spetta è una vicepresidenza di rilievo”. A dirlo è il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, al suo arrivo ieri a Bruxelles per partecipare al Consiglio degli Affari esteri. “L’Italia – ha proseguito Tajani – essendo la seconda maggiore manifattura e la terza economia in Europa, oltre che un Paese fondatore dell’Unione europea, merita un vicepresidente con un ruolo di rilievo. È fondamentale che l’Italia possa dare un contributo significativo alla costruzione di un’Europa sempre più competitiva a livello globale. Per questo, è giusto che a noi spetti un ruolo di vicepresidenza con un portafoglio importante”, e alla domanda se l’Italia presenterà due candidati, un uomo e una donna, per il ruolo di commissario, ha risposto “vedremo”.
Le polemiche post voto
Non è mancato un chiarimento sulle polemiche sorte con Salvini, dopo le accuse del Segretario del Carroccio che ha giudicato “imbarazzante” il voto a sostegno della rielezione della von der Leyen, sostenuta anche da Pd e Verdi: “Sebbene in Europa apparteniamo a diverse famiglie politiche, in Italia siamo uniti da un programma comune e una coalizione solida dal 1994. È infantile affermare che il peso politico dipenda da chi vota il tuo candidato. Ursula von der Leyen, a esempio, era la candidata del Ppe, il partito centrale in Europa di cui siamo parte fondamentale. Sarebbe come dire che Salvini ha votato insieme a Salis, Rackete, Fratoianni e Conte”. Tajani ha poi illustrato la posizione nei confronti del Capo del governo, la quale in Europa ha detto no alla rielezione della Presidente della Commissione europea: “Anche Meloni non ha votato per von der Leyen, ma la situazione è diversa. I Conservatori detengono posizioni di rilievo in Europa, e il capo del governo italiano si è astenuta su von der Leyen in Consiglio, senza votare contro né esprimere critiche successivamente” aggiungendo che “il tema europeo non influisce sulla politica interna. Posso rassicurare gli italiani che la stabilità della maggioranza non è in discussione. Il governo si è astenuto, mentre i partiti hanno espresso voti differenti”.
Tornando sull’argomento voto, Tajani ha illustrato come “in Europa sono stati eletti vicepresidenti dei conservatori e non sono stati eletti come vicepresidenti dei patrioti dimostrando ancora una volta la loro scarsa influenza. Anche i patrioti italiani rischiano di essere irrilevanti all’interno del gruppo europeo. Tuttavia, questo non è un problema significativo. Noi saremo nella cabina di comando, mentre l’estrema destra di Le Pen è esclusa dai giochi: non vengono eletti né desiderati. Non si tratta di una questione di democrazia mancante”.
Usa e Nato
Andando agli affari extra Ue, Tajani ha parlato della situazione delle presidenziali Usa, in particolare del passo indietro di Biden: “L’Italia continuerà a essere un interlocutore privilegiato per gli Stati Uniti, indipendentemente da chi sarà il prossimo Presidente. Il ritiro di Joe Biden dalla corsa presidenziale era previsto da alcuni giorni, e il recente attacco di covid potrebbe aver accelerato questa decisione. Abbiamo collaborato bene con la sua amministrazione e rispettiamo le decisioni degli americani. Le relazioni transatlantiche sono una priorità della nostra politica estera, e chiunque diventi presidente degli Stati Uniti sarà nostro interlocutore. Non interferiamo nella campagna elettorale statunitense, seguendola con attenzione e rispetto. Chiunque sarà il presidente – ha continuato – l’Italia rimarrà un partner privilegiato della più grande democrazia del mondo” concludendo con un appunto sull’Alleanza Atlantica: “La nomina di Javier Colomina come inviato per il fianco sud della Nato, assegnata alla Spagna, è stata una decisione presa da Jens Stoltenberg prima del voto. Si tratta di un inviato personale del Segretario generale. Spero che la scelta del prossimo segretario generale sia più equilibrata e tenga maggiormente in considerazione le richieste italiane” ha concluso il Ministro.
A Palazzo Chigi
Rimanendo in tema Ue, sempre ieri il Premier Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il Presidente eletto del Consiglio europeo Antonio Costa. Al centro del colloquio, le priorità di azione Ue per il prossimo ciclo istituzionale, a partire dai principali scenari di crisi a livello internazionale e dai temi della competitività e della gestione dei flussi migratori. Sono stati discussi allo stesso tempo i metodi di lavoro del Consiglio europeo, con l’obiettivo di valorizzarne ulteriormente il ruolo e l’efficacia. Meloni ha ribadito i propri auguri di buon lavoro a Costa esprimendo apprezzamento per il proposito di assicurare una leadership condivisa e pragmatica del Consiglio Europeo.