domenica, 23 Febbraio, 2025
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Annegamenti in Italia: oltre 400 le vittime, circa 40 sono minori

Ogni estate, il bilancio delle vittime in acqua in Italia assume contorni allarmanti. Nonostante gli appelli alla sicurezza, oltre 400 persone ogni anno perdono la vita per annegamento, con circa 40 di esse che sono minori. Negli ultimi dieci anni, il dramma ha registrato circa 3.760 morti, di cui 429 erano bambini e ragazzi.

Recenti episodi tragici hanno ulteriormente ampliato la gravità della situazione. Tra questi, spiccano due casi avvenuti nelle ultime settimane: Claudio Tigni, un operaio che ha perso la vita precipitando nel fiume Adda e Khairi Zahmoul, un giovane di 28 anni annegato in un vascone di irrigazione a Scoglitti durante lavori di manutenzione. Lo scorso 17 luglio, in sole poche ore, quattro persone hanno trovato la morte nei laghi italiani: nel lago di Garda, sono stati recuperati i corpi di Hanna Shabratska e del figlio Oleksiy, mentre a Como ha perso la vita un turista inglese. Una bambina di 7 anni è annegata nel lago del Bioparco di Caraglio

Giornata Mondiale della Prevenzione degli Annegamenti

In vista della Giornata Mondiale della Prevenzione degli Annegamenti, che ricorre il 25 luglio, esperti dell’ospedale Bambino Gesù di Roma sottolineano l’importanza di adottare misure efficaci per limitare i rischi associati a questo fenomeno. Sorveglianza, prevenzione e rispetto delle regole sono i pilastri fondamentali da tenere a mente. Secondo il rapporto dell’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale, l’Italia registra annualmente circa 800 ospedalizzazioni per annegamento, quasi 60.000 salvataggi solo sulle spiagge e oltre 600.000 interventi di prevenzione effettuati dai bagnini.

La bassa temperatura dell’acqua nei laghi

La recente tragedia che ha colpito tre amici sul fiume Natisone, dove uno dei corpi è stato ritrovato tre settimane dopo la sua scomparsa, ribadisce quanto siano urgenti azioni concrete per ridurre questi eventi drammatici. Gli annegamenti in laghi e fiumi presentano dinamiche particolari. La principale causa, come evidenziato da Fulvio Ferrara, esperto dell’Osservatorio nazionale annegamenti, istituito dal Ministero della Salute nel 2017 per capire le dinamiche degli incidenti in acqua, è proprio la bassa temperatura dell’acqua nei laghi e nei fiumi, che può essere fino a 10 gradi centigradi inferiore rispetto a quella del mare. Questo sbalzo di temperatura provoca choc termici, con il rischio di perdita di coscienza e annegamento.

Numeri significativi e preoccupanti

Inoltre, Fulvio Ferrara ha evidenziato come molti degli annegamenti coinvolgano persone non nuotatrici, spesso giovani provenienti da paesi africani e asiatici. Queste persone, incapaci di permettersi una giornata in stabilimenti balneari, si tuffano in fiumi o laghi, dove, a differenza delle spiagge, la sorveglianza è minima. Tale scenario aumenta la vulnerabilità e il rischio di incidenti letali.

Come ha sottolineato l’esperto, rispetto al 10% degli annegamenti italiani che avviene nelle acque interne, l’attenzione mediatica su tali eventi è aumentata, contribuendo a una maggiore consapevolezza del fenomeno. “È vero che i decessi per annegamento sono in calo, ma restano, comunque, numeri significativi e preoccupanti”, ha affermato Ferrara.

Alcune raccomandazioni essenziali

Durante la stagione estiva è quindi fondamentale per chi va al mare o al lago seguire alcuni consigli per prevenire gli annegamenti, proposti dall’Istituto Superiore di Sanità, come immergersi in acque sorvegliate, evitare di nuotare in caso di mare mosso e insegnare l’acquaticità ai bambini fin dalla giovane età. È altresì importante evitare tuffi da scogliere o in zone non protette e prestare attenzione a immergersi solo in acque di profondità adeguata. Questi semplici comportamenti potrebbero salvare vite.

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