La regione dell’Artico è già in preda a numerosi incendi, con la Siberia orientale, in particolare la Jacuzia, colpita da roghi precoci che hanno generato massicce emissioni di CO2. Nonostante l’estate sia appena iniziata, la situazione nella regione artica è allarmante, come segnalato dal servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus.
La Jacuzia (ufficialmente Repubblica di Sacha), già colpita duramente nel 2021 con la distruzione di oltre 6 milioni di ettari di foresta boreale, è quindi nuovamente sotto attacco dalle fiamme. E le temperature estreme, fino a 30 gradi centigradi registrate nelle ultime settimane, stanno alimentando i roghi nella zona.
Milioni di tonnellate di emissioni
I cambiamenti climatici, come spiegato dagli scienziati di tutto il mondo, sono amplificati dalle attività umane e sono tra le principali cause di questa emergenza. I roghi stessi contribuiscono alla devastazione, generando grandi quantità di CO2: soltanto nel mese di giugno 2024, Copernicus ha rilevato emissioni pari a 6,8 milioni di tonnellate, uno dei dati più alti degli ultimi vent’anni.
Le prospettive per l’estate 2024 sono allarmanti, con la Siberia a rischio di una stagione catastrofica. Il rapido riscaldamento della regione artica, fino a quattro volte superiore al resto del Pianeta secondo evidenze scientifiche recenti, mette in luce ancora una volta l’urgenza di affrontare la crisi climatica globale.
Artico punto focale dei cambiamenti climatici
Questo calore eccessivo ha provocato lo scioglimento accelerato della calotta glaciale, riducendo la capacità riflettente dell’Artico e amplificando l’assorbimento di calore nell’oceano circostante. Tale circolo vizioso sta contribuendo a una rapida trasformazione dell’ecosistema artico, con risvolti catastrofici anche per il resto del mondo. Esperti come Gail Whiteman, docente presso l’università di Exter e fondatore del think tank Arctic Basecamp, organizzazione che ha lo scopo di promuovere la consapevolezza sui rischi globali del clima, sottolineano che l’Artico è il punto focale dei cambiamenti climatici e gli incendi crescenti in Siberia sono un segnale chiaro di una situazione critica. “Ci avviciniamo a dei pericolosi punti di non ritorno” ha spiegato Gail Whiteman. “Ciò che accade lì amplifica i rischi anche nel resto del mondo” ha confermato l’esperto.