Negli ultimi 23 anni – dal 2001 al 2024 – i comuni con meno di 5 mila abitanti sono passati da 5.836 a 5.526 (-5,3%), in calo anche la popolazione passata da 10.590.000 a 9.687.353 (-8,5%). A fare il punto della situazione il dossier ‘Borghi Avvenire, trend e opportunità per arrestare lo spopolamento e investire su scenari futuri’, realizzato in occasione del ventennale di Voler Bene all’Italia, la campagna Legambiente dedicata ai piccoli comuni. La sua proposta: un piano nazionale che abbia per protagonista la popolazione attiva e che faccia leva su un pacchetto di 6 opportunità su cui lavorare che, se messe in campo potranno portare benefici soprattutto in termini di occupazione e vitalità. Su 9.687.353 di cittadini che vivono nei piccoli borghi, il 62,5% è costituito dalla fascia attiva della popolazione, tra i 15 e i 65 anni, che determinerà il futuro di questi luoghi. Il restante 12,2% da giovani (fino ai 14 anni) e il 26,1% da anziani (dai 65 anni).
Le 6 opportunità e i punti di forza
Il pacchetto racchiude sei categorie per sviluppare lavoro e vitalità nei piccoli comuni: energetica, abitativa, turistica, borghi universitari, smart working e agricoltura. Solo rinnovabili, offerta turistica e abitativa creerebbero 55.200 posti di lavoro, a cui si aggiungerebbero le comunità energetiche (CER): con una produzione di 2 GW al 2030 nei piccoli comuni si avrebbe un investimento di 1,6 miliardi con 250 milioni di euro di valore aggiunto con un risparmio di 5,5 milioni di tonnellate di CO2 risparmiata. Sull’energia i piccoli comuni stanno già dando un ottimo esempio, come si legge nel dossier “Comuni Rinnovabili” 2024: prendendo in esame il parametro kW per abitante, nel fotovoltaico, spiccano il Comune di Bellino (RO) con 71,5 kW/abitante, seguito da Giave (SS) con 46,98 kW/abitante e Caglio (CO) con 45,97 kW/abitante. Nell’eolico, prendendo in esame il parametro assoluto, si segnalano il Comune di Bisaccia (AV) con 3.534 abitanti e ben 250,2 MW di potenza installata, Foiano di Val Fortore (BN), con 1.320 abitanti e 223,4 MW e Lacedonia (AV) con 2.048 abitanti e 204,7 MW. Nell’idroelettrico svettano Val di Vizze (BZ) con 3.093 abitanti e 40,9 MW, Moso in Passiria (BZ) con 2.034 abitanti e 30,3 MW e Borzonasca (GE) con 1.824 abitanti e 26,8 1MW. Sul fronte abitativo, l’utilizzo delle circa 143 mila abitazioni (dato ISTAT) non occupate porterebbe ad accogliere circa 320 mila nuovi cittadini con oltre 1,1 miliardi di indotto e oltre 13 mila nuovi addetti ai lavori. Riguardo al turismo, si potrebbero raggiungere i 20 milioni di notti/letto in più se l’utilizzo dei posti letto nei borghi raggiungesse la media italiana della ricettività, per un fatturato aggiuntivo di 2 miliardi e 40mila nuovi posti di lavoro. Anche i borghi universitari rappresentano un’opportunità: in 10 anni, si potrebbero coinvolgere almeno 2.500 realtà (la metà dei piccoli Comuni) se ognuna delle 239 sedi universitarie italiane scegliesse di investire in un piccolo Comune limitrofo un solo corso o anche per un solo anno. Incentivando anche solo il 10% dei 3,6 milioni di persone che lavorano da remoto (dato Polimi) a farlo da un borgo, si avrebbero almeno 40 nuovi residenti in 2.000 borghi (senza contare familiari e ospiti) e oltre 28 milioni di giornate/uomo/lavoro. Infine l’agricoltura: recuperando solo il 10% dei 2,3 milioni di ettari di superficie agricola persi (dati ISTAT), si creerebbero oltre 75 mila nuove aziende, ciascuna di 30 ettari. Da ricordare inoltre i punti di forza dei piccoli comuni: 4,3 istituzioni culturali per 100 abitanti (contro le 3,5 della media nazionale). 8,9 piccole imprese per 100 abitanti nei piccoli comuni (contro la media nazionale di 8,5), 9,6 istituzioni sociali private per 100 abitanti (contro i 7,9 della media nazionale).
Voler bene all’Italia, il ventennale e le date della campagna 2024
Dal 2004 la campagna Voler Bene all’Italia ha ottenuto diverse vittorie nel chiedere politiche indirizzate ai piccoli Comuni, tra cui l’approvazione nel 2017 della Legge Salva Borghi, con fondi per la valorizzazione, o la Legge 158/2017 (oggi ancora senza fondi a regime) che si propone, tra le altre cose, di attuare politiche di adattamento climatico e recuperare il dissesto idrogeologico La campagna si è poi rafforzata negli anni anche grazie alla collaborazione con realtà virtuose come le bandiere Arancioni del Touring, l’ANCI, la rete dei Borghi più belli di Italia o alle oltre 6000 proloco di Unpli, dei Borghi autentici e dei Comuni Virtuosi. Lavorando nel Comitato ristretto del MIBACT si è arrivati, nel 2017, all’istituzione dell’Anno dei Borghi Italiani e a dedicare ben un miliardo di euro del PNRR ai comuni sotto i 5000 abitanti insieme alle risorse sulla costruzione delle comunità energetiche che vedono impegnati oltre 2 miliardi. Dal 31 maggio al 2 giugno 2024 saranno oltre un centinaio (144) gli eventi in programma. Da segnalare almeno Castel del giudice (IS), scelta come simbolo della campagna in quanto protagonista di un rinnovamento energetico grazie alla costituzione e realizzazione di comunità energetiche e alla progettazione legata al bando borghi con i fondi del PNRR. Il borgo molisano sarà luogo di una due giorni di studio con tre tavoli di lavoro che daranno vita alla “Carta di Castel del giudice”, con soluzioni e richieste per affrontare la crisi demografica e climatica, la marginalità economica dei piccoli comuni e garantire futuro alle comunità locali. Il 2 giugno, giorno di chiusura della campagna e Festa della Repubblica, i Sindaci dei piccoli Comuni firmeranno il ‘Patto per il futuro dei piccoli Comuni’, prendendo l’impegno di attuare politiche insediative davanti a un neomaggiorenne a cui verrà consegnata una copia della Costituzione italiana. “I piccoli comuni – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – hanno bisogno di più politiche di sistema, rivolte in maniera specifica a giovani e residenzialità con un impegno sui prossimi decenni e su queste generazioni, altrimenti la scommessa non potrà dirsi vinta che per qualche comune più visionario e capace. È necessario investire in rigenerazione urbana ma anche nell’innovazione sociale con nuovi servizi alla persona, nuovi modelli di abitare e servizi di cittadinanza digitali su misura, nuove forme di residenzialità di lavoro basate su green economy e democrazia energetica con le rinnovabili. In questi vent’anni di Voler Bene all’Italia, abbiamo raccontato le sfide, le buone pratiche ma anche i tanti problemi che riguardano le aree interne. Gli stanziamenti previsti dal PNRR per i piccoli comuni e quelli per le CER rappresentano un passo importante, ma c’è da fare ancora molto per superare la rassegnazione dei trend statistici e costruire oggi nuove opportunità per i piccoli comuni”. “I borghi – dichiara Alessandra Bonfanti, responsabile nazionale piccoli comuni di Legambiente – possono essere luoghi attrattivi per diverse fasce di popolazione attiva e per i giovani, dove si resta, a volte si torna o si arriva e dove si fa parte di una comunità in cui si concorre a costruirne il destino. Tante le conquiste che abbiamo raggiunto con impegno in questi venti anni di Voler Bene all’Italia, di cui siamo orgogliosi. Ora quello che auspichiamo è che studiosi, amministratori, esperti, istituzioni locali e nazionali, associazioni lavorino in sinergia nell’immaginare, progettare e consegnare alle nuove generazioni una comune visione di futuro”.