mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Gantz a Netanyahu: smilitarizzare Gaza e direzione a Usa, Ue e arabi

Sondaggio: il premier in calo di consenso. Preferito il generale Halevi

La guerra in Medio Oriente sta diventando altro di non meglio definito e ritornano in primo piano le questioni politiche. In Israele il ministro del Gabinetto di guerra, Benny Gantz, che già a marzo aveva preso le distanze da Netanyahu e fatto un giro diplomatico non autorizzato a Londra e poi a Washington, ha dato un ultimatum al premier Netanyahu; “Il gabinetto di guerra – ha detto – deve predisporre un piano d’azione entro l’8 giugno” e il capo del governo “deve scegliere, se non sceglierà usciremo dal governo”. Il piano – ha aggiunto Gantz durante una conferenza stampa – “deve prevedere sei obiettivi” tra cui il ritorno dei sequestrati, la sconfitta di Hamas e il ritorno degli abitanti del nord di Israele alle loro case e quindi smilitarizzare Gaza e che ci sia una direzione “Usa-Ue-araba-palestinese che getti le basi di un alternativa futura a Gaza che non sia nè Hamas nè Abu Mazen.”

Ancora un ostaggio morto

Anche i famigliari degli ostaggi attaccano Netanyahu: “il sangue dei rapiti è sulle sue mani e di coloro che collaborano con lui.” Le famiglie sostengono che “l’operazione in corso a Rafah, significa che il governo ha abbandonato gli ostaggi rimasti in vita.” “Stiamo dicendo al gabinetto di guerra: dobbiamo salvare immediatamente tutti gli ostaggi che sono ancora vivi, riportare i morti per essere sepolti in Israele. Il modo per farlo è un accordo”, ha dichiarato Yehudit Cohen, il cui figlio Nimrod è tenuto in ostaggio a Gaza. Einav Moses, nuora dell’ostaggio Gadi Moses, ha sostenuto che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha sabotato di proposito i colloqui per la liberazione degli ostaggi e che il suo governo “ha rinunciato agli ostaggi”. Ieri sera i militari hanno recuperato il copro di un altro ostaggio: Ron Benjamin, 53 anni, assassinato il 7 ottobre scorso che si aggiunge ai tre ritrovati due giorni fa.

I leader, e i generali, nei sondaggi

Mentre il leader dell’opposizione Yair Lapid ha chiesto al ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz di lasciare il governo. “Deve dire che non aiuterà più il primo ministro a rimanere al potere e che lascerà immediatamente il governo e chiederà subito le elezioni”. E cominciano quindi a circolare sondaggi sulla tenuta del Governo. Channel 12 ha affidato a Midgam/Mano Geva in collaborazione con iPanel, una verifica sul gradimento del Primo ministro Benjamin Netanyahu che avrebbe “solo” il 32% dell’approvazione. Solo tra gli elettori del Likud, il partito della destra nazionalista, la cifra sale al 35%. Il principale avversario di Netanyahu, il presidente di Unità Nazionale Benny Gantz, risulta leggermente più popolare, con un indice di approvazione complessivo del 35%. Quel numero sale al 42% tra gli elettori di centro-sinistra. Il ministro della Difesa Yoav Gallant, che si è espresso contro Netanyahu in un discorso televisivo ottiene buoni voti dal 43% degli israeliani, secondo il sondaggio. Le opinioni sul capo di stato maggiore dell’Idf, il tenente generale Herzi Halevi sono, invece, divise a metà: il 46% degli intervistati lo valuta favorevolmente e il 46% negativamente.

Trattative bloccate

Sono quasi 700 mila le persone che si stanno spostando da Rafah dopo che l’esercito israeliano a iniziato a organizzare lo sfollamento per evitare l’impatto dell’operazione militare sui civili. Gli Stati Uniti fiancheggiano la logistica e hanno approntato il molo artificiale dal quale stanno già arrivando gli aiuti umanitari. Si prevedono centinaia di tonnellate al giorno. La diplomazia distingue ancora tra intervento su “larga scala” e “raid precisi”, ma Israele, di fatto, ha già iniziato l’operazione mirata entrando in alcune aree di Rafah. I negoziati ufficiali, invece, sono finiti in un “vicolo cieco” perché né Hamas né Israele cedono al compromesso e senza compromessi non è possibile negoziare. Brett McGurk, consigliere per il Medio Oriente del Presidente Joe Biden, ha visitato Doha e ha discusso con il primo ministro del Qatar come uscire dallo stallo. Gli Usa sono convinti che il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, si sia ritirato dai colloqui la settimana scorsa nella speranza di aumentare la pressione su Israele per porre fine alla guerra. Il consigliere della sicurezza di Biden, Jack Sullivan farà visita in Arabia e poi in Israele per preparare altri round di trattative. L’Iran si fa risentire sostenendo che “Gli Stati Uniti e i Paesi occidentali non esitano a violare il diritto internazionale”. Lo ha detto il portavoce del governo iraniano, Ali Bahadori Jahromi, commentando la lettera in cui 12 senatori americani minacciano la Corte penale internazionale di severe sanzioni se emetterà mandati di arresto per funzionari israeliani coinvolti nella guerra a Gaza. “Il comportamento arbitrario degli Stati occidentali ha rallentato il progresso del diritto internazionale e la sua influenza”.

L’Idf controlla la Striscia

Oltre la realtà raccontata c’è quella vera nella quale proseguono le attività operative dell’esercito israeliano (Idf) nelle aree di Rafah est, Jabalya (dove l’Idf ha anche chiesto l’evacuazione dei civili) e Gaza centrale. L’Idf ha reso noto questa mattina in un comunicato che nella parte orientale di Rafah i suoi soldati hanno eliminato un agente armato di lanciagranate in un complesso adiacente alle truppe. Inoltre, sono state individuate armi, ordigni esplosivi, missili e lanciagranate e in un’altra operazione è stato distrutto un lanciatore all’interno di un complesso militare della zona. Inoltre, è stato assassinato il capo della logistica della brigata Rafah della Jihad islamica, responsabile della preparazione dell’organizzazione terroristica per le operazioni contro le truppe di terra dell’Idf nell’area. A Jabalya, un numero imprecisato di terroristi è stato eliminato in una serie di scontri e sono stati individuati diversi tunnel. Continuano intanto le attività operative nel centro di Gaza, dove ieri è stato eliminato “un certo numero di terroristi”. Ricordiamolo: terroristi per Israele, civile per il conteggio del Ministero della Sanità di Gaza.

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