“Come ho detto al Presidente Zelensky, gli Stati Uniti sono stati al fianco dell’Ucraina fin dal primo giorno e noi resteremo al vostro fianco”, lo ha raccontato il Segretario di Stato americano Antony Blinken, che ieri è atterrato a sorpresa a Kiev per aiutare il morale degli ucraini che stanno subendo il martellamento militare russo. “Gli aiuti sono in arrivo, alcuni sono già arrivati, altri arriveranno. E faranno la differenza sul campo di battaglia”, ha promesso Blinken. Ma Zelensky ha ricordato che l’Ucraina ha il suo “più grande deficit” nei sistemi antiaerei e ha chiesto più missili Patriot. Mentre si infiamma la Georgia dove scoppiano tafferugli ogni giorno, ieri anche in Parlamento, e si accende un focolaio anche in Moldavia dove, secondo le rivelazioni del Financial Times ci sarebbe un documento segreto su una più stretta integrazione con l’Europa nonostante la Costituzione del Paese proclami la “neutralità permanente” ed escluda l’adesione alla Nato. Questo mentre la Russia rivendica anche la cattura di Buhruvatka, minuscolo insediamento rurale di confine nella regione di Kharkiv (da censimento risultano 12 abitanti). Quanto alla visita del capo della diplomazia statunitense il portavoce di Putin ha detto: “non c’è ancora nulla da commentare. Sappiamo che il signor Blinken è arrivato a Kiev, siamo anche consapevoli della situazione di tensione che si sta vivendo non solo a Kiev, ma anche nelle capitali europee, a Washington, in connessione con l’operazione militare speciale in corso”.
Budanov: “Sull’orlo del baratro”
Preoccupano, infatti, anche le parole del capo dell’Intelligence ucraina, Kyryolo Budanov; in un’intervista al New York Times sostiene che “la situazione è sull’orlo del baratro. Tutte le nostre truppe sono qui o a Chasiv-Yar. Ho usato tutto quello che abbiamo. Purtroppo non abbiamo più nessuno diriserva”. Si stanno muovendo forze da fronti meno pressati dai russi, ma la coperta è sempre più corta. Un afflusso straordinario di riservisti ha consentito lunedì alle forze di difesa di Kiev di respingere 13 attacchi russi verso Kharkiv, mentre gli scontri con l’esercito russo su tutta la lunghezza del fronte di attrito sono stati 148. I russi sono a meno di 500 chilometri da Kiev. Il capo di gabinetto di Zelensky Andry Yermak ha provato a tenere l’ottimismo: “non c’è una massiccia evacuazione da Kharkiv, ma è vero che la situazione nella regione è difficile”. Yermak è intervenuto a un evento pubblico a Copenhagen, dove ha detto: “siamo capaci di fermare questa offensiva ma abbiamo bisogno di armi, munizioni, artiglieria, missili di lungo raggio, e di poterli usare”.
Passo avanti per i 50 miliardi
E da Bruxelles arriva la notizia che il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato il piano di riforme dell’Ucraina, che apre a Kiev l’accesso a 50 miliardi di euro di aiuti fino al 2027. “Il Consiglio ha adottato una decisione di attuazione che valuta positivamente il ”Piano Ucraina”, che illustra le intenzioni del governo ucraino in merito alla ripresa, alla ricostruzione e alla modernizzazione del Paese, e le riforme che intende intraprendere come parte del processo di adesione all’Ue nei prossimi quattro anni”. Kiev potrebbe ricevere aiuti fino a 50 miliardi di euro, afferma inoltre il documento approvato. “Il Consiglio ha ritenuto in particolare che, grazie a questo piano, l’Ucraina soddisfi il requisito per il sostegno nell’ambito dello Strumento per l’Ucraina e che ora i pagamenti regolari possono iniziare a fluire”.
Conferenza di pace in Svizzera
Mentre in Germania il Cancelliere Olaf Scholz ha detto che si deve trovare il modo di convincere le persone ad arruolarsi nelle forze armate: “in definitiva, si tratta di convincere un numero sufficiente di donne e uomini a lavorare nella Bundeswehr e a trovare un posto di lavoro”, ha dichiarato Scholz durante una visita in Svezia, che ha reintrodotto la coscrizione nel 2017 in seguito all’annessione della Crimea da parte della Russia. Il cancelliere poi si è detto deluso dall’esito del suo appello agli altri Stati europei a fornire più armi all’Ucraina: “non è abbastanza” quello che si è fatto finora. Scholz, calcando la mano sulla guerra ha anche smorzato le aspettative sulla Conferenza di pace che si terrà a giugno in Svizzera: “nessuno dovrebbe avere aspettative troppo alte. In quella occasione non negoziamo sulla fine della guerra”, ha affermato. “Nella migliore delle ipotesi sarà l’ingresso in un processo che potrebbe portare a colloqui diretti fra Ucraina e Russia”.