Nel tessuto sempre più fragile del sistema sanitario italiano, si sta manifestando un fenomeno preoccupante: la perdita di fiducia della collettività verso i professionisti sanitari. È quanto emerge dalla recente indagine Bes 2023 dell’Istat, che dipinge un quadro inquietante della percezione dei cittadini nei confronti di medici, infermieri e altri operatori del settore. Il rapporto evidenzia un divario significativo tra Nord e Sud Italia. Mentre nel Nord, nonostante le difficoltà e le carenze, la sanità riesce in qualche modo a “restare a galla”, nel Mezzogiorno la fiducia nei professionisti della salute è drasticamente diminuita. I punteggi medi, su una scala da 0 a 10, per medici e personale sanitario non medico sono scesi rispettivamente da 7,3 a 6,9 e da 7,2 a 6,8 tra il 2021 e il 2023. Le percentuali più allarmanti si registrano proprio nel Sud, con un 24,2% e un 26,6% rispettivamente per le due figure professionali.
Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta con amarezza questa situazione, definendola “l’ennesimo dei paradossi che ha il sapore della beffa più amara”. Gli operatori sanitari, già alle prese con retribuzioni tra le più basse d’Europa e condizioni lavorative precarie, si trovano ora ad affrontare una crescente sfiducia da parte dei cittadini.
Crisi di fiducia
La crisi di fiducia è particolarmente evidente nei confronti degli infermieri, ostetriche e altri professionisti dell’assistenza, che si trovano a gestire una serie di sfide, tra cui disorganizzazione, carenze strutturali, stress e fatica accumulate, e una grave carenza di personale. Questo contesto rischia di far diventare gli operatori sanitari i capri espiatori della crisi del sistema sanitario italiano. De Palma sottolinea la necessità di un cambiamento radicale e di un maggiore investimento nella salute dei cittadini e nel benessere dei professionisti sanitari. Il sindacato ha chiesto al governo di stanziare risorse straordinarie per affrontare questa crisi, ma finora i progressi sono stati limitati. Inoltre, la situazione è ulteriormente complicata dalle crescenti violenze verso gli operatori sanitari, che includono minacce, aggressioni fisiche e persino l’uso di armi nelle corsie degli ospedali. Questo clima di insicurezza mette ulteriormente a rischio la salute e il benessere dei professionisti sanitari. “Qui serve investire in una sanità di qualità, senza cercare vie traverse o scorciatoie come qualcuno sta facendo provando addirittura la via delle Americhe. Occorre ripartire valorizzando il nostro capitale umano”, chiosa De Palma.