mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Regioni

La farmacia si trasforma, ma i medici chiedono “riflessioni” più accurate

Dal primo maggio in Piemonte esami gratuiti di holter pressorio e cardiaco 

Dalla dispensazione attiva del farmaco ai programmi di prevenzione primaria, dalla telemedicina alle analisi di prima istanza: “l’evoluzione della farmacia e del farmacista parte dal Decreto ministeriale DM77 per arrivare ai recenti provvedimenti che rendono tutto questo possibile”. Lo ha detto Marco Cossolo, presidente di Federfarma, al convegno “L’evoluzione della farmacia e del farmacista, tra nuovi servizi e dispensazione del farmaco: il nuovo percorso oltre la L. 405/2001”, al quale ha preso parte anche il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. Grandi attese per l’evoluzione della Farmacia, come anche la firma del nuovo protocollo firmato dalla Regione Piemonte, ma anche dubbi e critiche da parte della Fnomceo, la Federazione nazionale dei medici.

Lavoro appena iniziato

Cossolo di Federfarma ha sottolineato come “il lavoro sia appena iniziato. Per andare verso la farmacia che vogliamo, bisogna fare investimenti e cambiare il modo di lavorare”. Assieme a Cossolo anche Andrea Mandelli, presidente della Fofi (Federazione degli ordini dei farmacisti), che ha dichiarato: “in questi anni tutti insieme abbiamo cercato di far evolvere la categoria. Ora siamo vicini a toccare con mano il sogno in cui abbiamo creduto e possiamo iniziare a ragionare su una farmacia sempre più attiva nella prevenzione, unendo esami point-of-care e telemedicina per un approccio allo screening dei pazienti”.

FnomCeo: assicurare eguaglianza

Su tema è intervenuto anche Filippo Anelli, presidente di FnomCeo (Federazione ordine dei medici) che, però, chiede “regole uniche per tutti i cittadini, al fine di assicurare l’uguaglianza nell’accesso alle cure, la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni” con l’auspicio “che le Regioni, insieme al Governo nazionale, adottino provvedimenti che prevedano le medesime misure e procedure per l’erogazione delle prestazioni a garanzia della loro qualità, sicurezza e appropriatezza sia che questa avvenga nei locali delle farmacie dei servizi così come in quella dei medici e delle strutture specialistiche”.

Il protocollo piemontese

Anelli l’ha anche messo nero su bianco in una lettera indirizzata al Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, dopo la firma del Protocollo d’intesa tra la Sanità regionale piemontese, Federfarma Piemonte e Assofarm Piemonte. Dal 1° maggio, infatti, tutti i residenti affetti da patologie di medio e alto livello potranno accedere gratuitamente agli esami di holter pressorio, holter cardiaco e elettrocardiogramma direttamente presso le farmacie aderenti. A quanto si legge sul sito della Regione Piemonte, “non è necessaria la ricetta medica, ma è sufficiente presentarsi in farmacia per la valutazione dei requisiti di ammissione alle prestazioni (al massimo tre all’anno per ogni prestazione) di Elettrocardiografia digitale (ECG), registrazione holter ECG e Holter pressorio, rilevazione dinamica della pressione arteriosa”.

Le criticità sostanziali

Tre, dunque, le sostanziali novità per le quali seguono le riflessioni di Anelli: la gratuità delle prestazioni, l’erogabilità in assenza di una ricetta medica, il numero massimo degli esami, tre in un anno per prestazione. Novità che, secondo la FnomCeo, rischierebbero di “creare disparità tra i cittadini e di appesantire, sottraendo risorse, il Servizio sanitario.” Oggi nella Regione Piemonte, nota Anelli, chi si recherà dai medici cardiologi per eseguire queste prestazioni dovrà pagare un ticket, se non esente, mentre chi si recherà in farmacia sarà comunque esentato. Una ulteriore novità, puntualizza Anelli, riguarda l’erogabilità di queste prestazioni in assenza di una ricetta medica, ossia senza la preventiva valutazione o visita di un medico. “Nel nostro Paese, salvo alcune motivate eccezioni, l’esecuzione di questi esami avviene dietro presentazione di una ricetta medica. La motivazione è facilmente intuibile: questi accertamenti servono al medico per confermare un sospetto diagnostico o eseguire un monitoraggio della malattia al fine di valutare l’insorgenza di complicanze o malattie correlate”. Infine il fatto che il numero massimo di esami gratuiti siano tre non ha legami con “alcun protocollo diagnostico e costituisce una vera anomalia.” LaFnomCeo chiede dunque “un momento di ulteriore riflessione affinché anomalie e disparità non tradiscano i principi di universalità ed uguaglianza del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.

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