La mobilità delle persone anziane con o senza disabilità entra con forza nella pianificazione urbanistica del nostro Paese a conferma che questo processo avrà sempre più bisogno di professionalità nuove accanto a quelle che tradizionalmente venivano coinvolte in passato, per interventi finalizzati alla modifica del territorio.
Con la pubblicazione di qualche giorno fa del decreto legislativo 29 del 15 marzo 2024 in linea con la cd. “Legge Delega non autosufficienza” (legge 23 marzo 2023, n. 33), vengono proposte azioni migliorative per la qualità della vita degli anziani attraverso misure innovative e integrate.
Il lavoro avviato da Alessandro Battilocchio, Presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle periferie, attraverso audizioni mirate anche per la identificazione dei disagi legati alla difficoltà di inclusione e di mobilità per persone fragili residenti al di fuori delle aree urbane, ha contribuito indubbiamente all’accelerazione della definizione della predetta normativa.
“L’articolo 7 del decreto “La promozione della mobilità delle persone anziane”, ha precisato il presidente Battilocchio, introduce infatti un sistema di mobilità coerente con i principi dello sviluppo sostenibile, in quanto dovrà garantire il miglioramento del servizio inteso come accessibilità ai luoghi di vita e di lavoro da parte delle persone senza mettere in pericolo gli equilibri ambientali e la salute umana.
Per promuovere la salute e la mobilità sostenibile, e sicura, ha sottolineato, occorre individuare degli indicatori chiave da applicare alla mobilità urbana focalizzato sugli aspetti principali della sostenibilità, utilizzabile da parte di un’amministrazione comunale guardando con attenzione le aree periferiche. Gli indicatori fanno riferimento a normative che contengono valori/standard quantitativi, o in alternativa sono utili per valutare un trend in miglioramento. L’approccio metodologico assunto come riferimento riguarda sistemi oggi in uso e riconducibili a tre categorie in base alla loro origine e finalità: – sistemi nati in ambito internazionale incentrati sull’analisi del sistema dei trasporti nel suo complesso; – sistemi nati in ambito comunitario o anche nazionale indirizzati ai temi della qualità o sostenibilità urbana nel suo complesso; – sistemi specifici elaborati per monitorare la sostenibilità della mobilità urbana.”
“Al fine di facilitare l’esercizio dell’autonomia e della mobilita’ delle persone anziane nei contesti urbani ed extraurbani, dice l’articolo 7, anche mediante il superamento degli ostacoli che impediscono l’esercizio fisico, la fruizione degli spazi verdi e le occasioni di socializzazione e di incontro, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono individuati livelli di servizio funzionali all’adeguamento dei servizi di trasporto pubblico locale alle esigenze di mobilita’ delle persone anziane nei contesti urbani ed extraurbani. I predetti livelli di servizio sono definiti previa ricognizione dei servizi di mobilita’ attivati dalle competenti amministrazioni territoriali a supporto della mobilita’ delle persone anziane, tenuto conto dei dati disponibili sulla rilevazione della domanda, sulla determinazione delle matrici di origine e destinazione e sui fabbisogni di mobilita’ della popolazione di riferimento.”
Non a caso la strategia della Commissione europea per una mobilità sostenibile e intelligente, come indicato nel Green Deal europeo, getta le basi per il modo in cui il sistema dei trasporti dell’UE può realizzare la sua trasformazione verde e digitale, rendendo al contempo la mobilità equa e giusta per tutti. Ciò significa promuovere una mobilità incentrata sulle persone e rendere le infrastrutture e i servizi di trasporto accessibili e convenienti in tutte le regioni, per tutti i passeggeri. Donne nei trasporti — Piattaforma dell’UE per il cambiamento, istituita nel 2017, mira ad affrontare il divario di genere del settore incoraggiando un dialogo aperto sulle questioni che riguardano le donne che lavorano nel settore.
L’integrazione dei fattori socioeconomici, comportamentali e sociali determinanti nella pianificazione, nell’elaborazione e nella pratica dei trasporti porterà a politiche di trasporto e mobilità che riflettono i valori, le esigenze e le aspettative di una società inclusiva, equa e giusta.
La co-creazione di soluzioni di mobilità incentrate sulle persone insieme agli abitanti dei quartieri, la costruzione di strade e spazi pubblici a misura di bambino, la partecipazione dei cittadini alla progettazione dei sistemi di trasporto e il far sentire le donne al sicuro sui mezzi pubblici sono tutti esempi concreti di azioni e misure attuate attraverso progetti di ricerca e innovazione finanziati dall’UE, che stanno spostando la narrazione delle politiche di trasporto e mobilità verso l’inclusività e l’equità.