sabato, 16 Novembre, 2024
Lavoro

Trenta milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030 nel mondo grazie alla transizione ecologica

“Saranno trenta milioni i nuovi posti di lavoro entro il 2030 a livello globale grazie alla transizione ecologica”. Questo è quanto stimato da ManpowerGroup che, lo scorso febbraio, in occasione del World Economic Forum di Davos, ha presentato il report “Building Competitive Advantage with a People-First Green Business Transformation”, mostrando come “la crescita dell’occupazione sarà possibile grazie al cambiamento ecologico”. Dal report emerge che il numero di annunci di lavoro, che richiedono almeno una competenza green, è cresciuto del 15% nel 2023 rispetto al 2022, evidenziando anche che il 70% delle aziende di tutti i settori pianifica di assumere figure professionali nell’ambito della sostenibilità, i cosiddetti “green jobs”. Tuttavia, a livello europeo, l’indagine ha rivelato una certa mancanza di competenze necessarie per soddisfare questa domanda di impieghi che mirano a salvaguardare la Terra e il suo benessere.

Entro il 2024 in Europa

Secondo il report, il 70% delle aziende di tutti i settori pianifica di assumere figure nell’ambito della sostenibilità. Nel dettaglio, le intenzioni di assunzione più forti (81%) sono state riscontrate nel settore dell’energia e dei servizi pubblici, dai comparti information technology (77%) e dai servizi finanziari (75%). I talenti verdi più ricercati, invece, sono quelli attinenti alle funzioni della produzione (36%), di operations e logistica (31%), IT (30%), vendite e marketing (27%), ingegneria (26%), amministrazione (25%) e risorse umane (25%). Inoltre, dal secondo studio presentato a Davos da ManpowerGroup e Cepsa, considerando soltanto l’Europa, potrebbero essere creati oltre 1,7 milioni di nuovi posti di lavoro verdi entro il 2040 grazie allo sviluppo di molecole verdi, come l’idrogeno e i biocarburanti, nell’ambito della transizione energetica. Tuttavia, il rapporto rivela che “la transizione richiede la riqualificazione e l’aggiornamento del 60% dei professionisti per dotarli delle competenze necessarie a soddisfare la crescente domanda green”.

In Italia carenza di competenze

Tra i paesi che mostrano maggior carenza di competenze verdi figurano l’Italia, la Spagna e la Germania, paesi che “dovranno mettere in campo tutti gli strumenti di mappatura della forza lavoro e i partenariati pubblico-privati per poter formare le persone”. La partecipazione delle donne ai lavori green è in aumento, pur rimanendo inferiore al 40% nella maggior parte dei paesi europei. Fanno eccezione Spagna e Italia, dove si prevede che le donne ricopriranno oltre il 50% dei posti di lavoro nel settore della green economy entro il 2040. In Italia, Manpower ha oltre 2.000 posizioni lavorative aperte negli ambiti di: efficientamento energetico ed energia elettrica, fotovoltaico, assemblaggio veicoli elettrici nell’automotive. Per esempio, nell’ambito delle energie rinnovabili troviamo ricerca di tecnici manutentori, ingegneri delle infrastrutture e civili e progettisti di impianti, molto richiesti anche nel campo del fotovoltaico. In questo settore sono determinanti anche manutentori e installatori di impianti.

A livello globale

Il report mostra che le competenze verdi scarseggiano: a livello globale il 94% dei datori di lavoro dichiara di non avere in azienda i professionisti necessari per raggiungere i propri obiettivi ESG e il 75% di essi affermano di avere difficoltà a trovare i talenti con le competenze ricercate. Tra i principali ostacoli, le aziende evidenziano il reperimento di candidati qualificati (44%), la creazione di programmi di riqualificazione efficaci (39%) e l’identificazione di competenze trasferibili (36%). Inoltre, secondo l’indagine di ManpowerGroup, sempre a livello globale, solo 1 lavoratore su 8 possiede più di una competenza green. “Si tratta di una sfida per i datori di lavoro e di un’opportunità per i lavoratori” si legge nel report: infatti, il tasso di assunzione medio per le persone con almeno una competenza verde è superiore del 29% rispetto alla media, mentre il numero di annunci di lavoro che richiedono almeno una competenza verde è cresciuto del 15% nel 2023 rispetto all’anno precedente.

Giovani più ottimisti

A livello generazionale l’indagine di ManpowerGroup ha riscontrato una maggiore attenzione al tema sostenibilità da parte dei più giovani. Infatti, un terzo delle persone appartenenti alla Generazione Z (chi è nato tra il 1996 e il 2010), reputa che i lavori verdi saranno caratterizzati da una retribuzione più elevata e solo il 14% della generazione nata tra il 1946 e il 1964, condivide questo pensiero. Inoltre, il 75% degli appartenenti alla Generazione Z svolge ricerche sull’impegno delle aziende in ambito sostenibilità e il 46% di essi afferma che ciò influisce sulla probabilità di scegliere un determinato datore di lavoro. Infine, il 71% dei componenti della Generazione Z ritiene che le iniziative verso un mondo più sostenibile miglioreranno il loro lavoro, rispetto al 44% di chi è nato tra il 1946 e il 1964. Le generazioni più giovani intravedono anche maggiori opportunità di sviluppo della propria carriera: il 35% della Gen Z lo considera uno dei principali vantaggi della transizione.

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