domenica, 22 Dicembre, 2024
Attualità

Meloni: “Il Paese ha bisogno di governi stabili”

Il Presidente del Consiglio a cena con la stampa estera a Roma

I colleghi della Stampa Estera hanno appena traslocato a Palazzo Grazioli, che fu sede romana di Silvio Berlusconi, e invitano la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in una serata “leggera”. La battuta sulla sede la farà proprio Meloni durante il suo speech all’hotel Cavalieri, ospite dei giornalisti delle testate di tutto il mondo. Lo spirito dell’incontro è quello del “corrispondents dinner” alla Casa Bianca. I giornalisti americani, una volta l’anno, se la spassano durante una cena dove si è obbligati, all’americana, s’intende, a sparare battute o, al contrario, a ridere e godersela. Il primo che lo deve fare è lo stesso comandante in capo.

Prima regola, ironia

Esma Cakir, giornalista turca, presidente simpaticissima e applauditissima, il comandamento l’ha ripetuto più volte: “la regola è quella di fare ironia.” Che poi, come insegnava Nietzsche: è quella che veramente uccide, più dell’ira. Esma parte con la prima battuta e racconta: questo è il secondo incontro, al primo ha partecipato Mario Draghi che due giorni dopo non era già più Presidente del Consiglio. “Anche questa volta abbiamo rischiato.” Si riferiva ai contraccolpi sul Governo dal voto della Sardegna. Poi se la rideva da sola quando ha insistito che l’affermazione a livello europeo di Giorgia Meloni ha la riprova nel fatto che la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen la segue in ogni occasione. Insomma una cena accettata volentieri dalla premier che però, ha avvertito, che non avrebbe pagato lei. Dunque il tentativo di imitare i colleghi della Casa Bianca ha buone basi per continuare e migliorare perché lo spirito romano non è certo da meno a quello statunitense; certo se fossero stati a Palazzo Grazioli, magari l’ex proprietario avrebbe potuto ispirare anche qualche barzelletta.

I casi della vita

Meloni è partita a razzo e si è chiesta proprio cosa potrebbe pensare il Presidente Berlusconi di questa “banda di comunisti” stranieri ora trasferita proprio a Palazzo Grazioli. “Casi delle vita”, sempre imponderabile. “Io non ero leggera neanche a quindici anni” ha esordito. “Ho appena perso in Sardegna. E sto pure facendo la quaresima e non posso affogare i dispiaceri nell’alcol.” Sì, esattamente, si fa così. E’ il clima perfetto per dire le cose con leggerezza, anche se sono vere o verosimilmente vere o falsamente leggere. Niente di spontaneo, comunque, perché altrimenti non si arriva alla fine.

Bellissimo viso e “nana”

La Presidente Meloni, invece, ha dimostrato grande maestria, e come ha detto Giorgio Armani, che se ne intende, squaderna sempre quel “bellissimo viso” che la fa anche apparire molto meno “nana”. Anche se le sudacchiava abbastanza troppo il labbro superiore, sprizzava dell’altra lucidità. “Queste occasioni – ha detto – ci permettono di conoscerci meglio e così ci capiamo meglio” e c’ha tenuto a dire che anche lei è “giornalista”; anche lei oltre a essere “Giorgia, donna, madre, cristiana…” (“ma quella è roba che abbiamo già messo al pizzo, come si dice a Roma”) è Presidente del Consiglio senza amare stare dove si trova ora, “ma proprio per questo potrei rimanerci a lungo”, mentre la Politica è attività civica alta e sopra tutte le altre. Ma poi ha calato l’amen e ha sparso un brivido freddo: “un mio motto è: moriremo tutti!” E qui nessuno ha azzardato neppure un applausino, neppure il corrispondente dagli Stati Uniti. L’ironia è così; ti può uccidere.

L’inglese con Michael Jackson

“Non ho realizzato nessuno dei miei sogni”, ha continuato, tanto per incoraggiare gli spiritosi, “volevo fare la cantante ma sono stonata, volevo giocare a pallavolo ma sono una nana, volevo incontrare Michael Jackson ma è morto troppo presto, però con le sue canzoni ho imparato l’inglese.” Insomma una rivelazione, oggi se l’Italia ha una buona politica estera lo deve a Michael Jackson. Le suda molto il labbro, ma ci passa la manina con nonchalance e asciuga. Si gratta la fronte. E’ a suo agio. “Ho molti dei sette vizi capitali”, ma non la vanità. Fa una delle sue facce; dovrebbe essere quella arrabbiata, ma non è arrabbiata: “mi viene quando sono concentrata.” E poi la rivelazione: “mi considero una persona buona”, ha detto, “perbene”, ma ha ripetuto “buona”, e ha avvertito di non “sottovalutarla, perché un buono che diventa cattivo” è pericoloso. Si arrabbia, invece, veramente per la “slealtà, l’umiliazione e le partite perse a burraco.” Ama più di tutto la figlia e l’Italia.

Credibilità alla Nazione

Poi il faceto lascia sempre più spazio al serio. Siamo quasi al comizio: “ho sofferto l’Italia spaghetti e mandolino, un’Italia guardata sempre dall’alto in basso, inaffidabile.” “Quando sono diventata Presidente del Consiglio – racconta Meloni – mi sono data come primo obiettivo quello di restituire a questa nazione la sua credibilità, di fare del mio meglio perché questa nazione potesse essere considerata credibile e affidabile”. Insomma Giorgia Meloni si è lasciata andare e ha finito per diventare e mostrarsi come Giorgia Meloni, sempre seria con la faccia che sembra arrabbiata. Alla fine ha perso le battute e ha parlato dei “salari”, del “reddito delle famiglie”, della “riforma per dare stabilità e maggiore peso ai cittadini” e ha pure tentato di vendere ai giornalisti stranieri il “Bpt Valore 2024”. Qualcuno potrebbe averlo anche piazzato. Ma se ne è accorta e ha chiuso. Dopo due passate sul labbro sudaticcio, una sventagliata con le mani e una stiratina di capelli se l’è detto da sola: “lo so, sono noiosa. Ma spero che non mi portiate sfiga come avete fatto con Mario Draghi.”

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