In un recente comunicato dell’Aeronautica Militare si legge che un velivolo Boeing 707 E-3A AWACS appartenente alla Airborne Early Warning and Control Force della NATO (NAEW&CF), dopo essere decollato dalla Base Aerea NATO di Geilenkirchen, in Germania, ha condotto un’operazione di sorveglianza e controllo dello spazio aereo. Sin qui, nulla di straordinario, se non fosse che, per la prima volta l’intero equipaggio del velivolo era composto da donne: piloti, controllori e tecnici di bordo. Tra queste anche un Ufficiale ed un Sottufficiale dell’Aeronautica Militare: una pilota, Capo Equipaggio – Aircraft Commander, ed un controllore della difesa aerea in qualità di surveillance operator, entrambe in servizio presso la NATO AEW di Geilenkirchen.
Si tratta di un volo, svolto nell’ambito delle enhanced Vigilance Activities della NATO e promosso dalla NAEW&CF Women’s Initiative Team (WIT), che punta proprio a valorizzare la partecipazione delle donne in ambiti che un tempo erano ad esclusivo appannaggio degli uomini. A dimostrazione di una parità di genere che, sempre di più, caratterizza le attività che si svolgono nell’ambito dell’Alleanza Atlantica.
Storie di eroine alla cloche
Sono ormai lontani i tempi in cui si considerava il mondo dell’aviazione dominato dagli uomini, trascurando le imprese eroiche di tutte quelle donne che nel corso degli anni hanno osato sfidare i cieli. Le loro gesta sono d’ispirazione per tutte quelle donne che fanno valere la vocazione da pilota.
Eroiche le gesta delle due aviatrici italiane: Rosina Ferrario, la prima donna italiana e ottava nel mondo ad aver conseguito il brevetto di pilota che nel 1913 si esibì, ancora fresca di brevetto, sulla folla al Meeting Aviatorio di Napoli facendo cadere dal cielo una pioggia di garofani rossi e, poi, Gaby Angelini, un’avventuriera e viaggiatrice instancabile che si guadagnò una lettera di congratulazioni del ministro dell’aeronautica Italo Balbo.
Le pagine di storia dell’aviazione sono state scritte anche da Bessie Coleman, la prima donna afroamericana ad ottenere il brevetto.
Nessuna scuola di volo negli Stati Uniti la accettava perché era una donna afroamericana. Bessie, allora, si trasferì in Francia, dove riuscì a completare un corso avanzato di aviazione. Una carriera dedicata agli spettacoli acrobatici che le fece guadagnare l’appellativo Queen Bessie.
Nel 1932, Amelia Earhart fu la prima donna a volare da sola sull’Oceano Atlantico, un’impresa che continua a ispirare romanzi e film (magari meno roboanti della saga Top Gun).
E che dire della statunitense Jacqueline Cochran, passata alla storia sia per le sue imprese che per il suo impegno in difesa dei diritti delle donne all’interno del mondo dell’aeronautica americana. “Jackie” diventa pilota negli anni Trenta, un po’ per passione e un po’ per promuovere la sua azienda di cosmetici Wings to Beauty, che in poco tempo ebbe tra le sue testimonial persino Marilyn Monroe.
Jacqueline Cochran fu la prima donna a pilotare un bombardiere. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Jackie scrisse a Eleanor Roosevelt proponendo l’idea di una divisione di volo al femminile. Era talmente convinta di quell’idea che iniziò a selezionare le donne pilota disposte ad affrontare i combattimenti tra i cieli e, nel 1942, fu istituita la Women Air Force Service Pilots (WASP), che Jackie comandò a partire dal luglio 1943.
In leggero calo il numero di piloti maschi, mentre raddoppiano le femmine
A seguire la scia di quelle formidabili donne pilota, un numero crescente di personale femminile. Secondo gli ultimi dati dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) è in continua crescita la presenza di donne pilota nell’aviazione italiana.
Il dato emerge da una ricerca effettuata da “Fly Future 2023”: le licenze di pilotaggio EASA emesse in Italia fino al 2022 sono state in totale 24.470 (sono comprese tutte le tipologie di brevetti, da pilota privato a quelli per elicottero e aerei di linea). Di queste licenze, solo 890 riguardano il personale femminile (pari a circa il 3,6%). Ma osservando bene i risultati di quella ricerca ci si accorge che mentre le licenze EASA emesse per piloti uomini negli ultimi cinque anni hanno segnato un calo del -4,5% (da 1.445 del 2018 a 1.378 del 2022), nello stesso quinquennio le licenze EASA conseguite da donne sono raddoppiate con un +99%, (da 52 del 2018 a 102 del 2022).
Anche se la presenza delle donne in aviazione è ancora notevolmente inferiore a quella dei colleghi uomini, si registra una costante crescita, a partire dalle scuole di volo. Alla scuola Urbe Aero di Roma il numero delle future donne pilota è passato da una per ogni classe di 20-25 allievi del 2013 (pari al 5%) a circa 2-3 donne e anche più per ogni classe (pari al 10-15%). Dato in incremento anche nello storico Istituto aeronautico “De Pinedo” di Roma: nell’anno scolastico 2013-14 le studentesse erano solo 53 su un totale di 817 iscritti (pari al 6,5%), oggi le ragazze sono ben 110 su 777 (pari al 14%). |
Aumenta la presenza femminile anche nelle principali compagnie aeree. ITA Airways ha annunciato già un anno fa il suo primo comandante donna di lungo raggio, l’aquilana Deborah Rossi, dopo che, nel 2022, Francesca Longhi si era classificata in testa alla graduatoria del corso per comandanti. |
Cresce ancora di più il numero di donne pilota con le stellette: all’Accademia Aeronautica Militare di Pozzuoli (Napoli) arrivano numerose domande di giovani donne che vogliono diventare pilota di jet o di velivoli militari. |
L’ambizione delle donne di poter sfrecciare a quote sempre più alte, fino allo spazio è sin troppo evidente. Nella nuova classe di 17 astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ci sono ben 7 donne, tra queste impavide anche l’ingegnere aerospaziale Anthea Comellini, manco a dirlo: fiore all’occhiello dell’aeronautica femminile.
* Liceale at Liceo Classico Statale Giulio Cesare di Roma e Speaker radiofonica at Radio Roma Sound