Uniti nel nome di Alexej Navalny. “Sono contento che tutte le forze politiche siano qui. Non è una cosa comune per l’Italia. È un segnale importante di solidarietà per chi muore per la libertà”. Così Carlo Calenda leader di Azione, sottolinea la grande partecipazione alla fiaccolata in piazza del Campidoglio per Navalny. Alla fiaccolata bipartisan hanno partecipato tutti i partiti italiani oltre a numerose associazioni, sindacati, rappresentanti della società civile. Su tutti una gigantografia di Navalny, posta davanti la statua del Marc’Aurelio, con la scritta: “In memoria di Alexei Navalny”. Sotto la foto fiori, candele e diversi messaggi. Tutti hanno dichiarato di essere lì per commemorare “un eroe”, “coraggioso”, “simbolo della resistenza a Putin” e della lotta “contro gli epigoni del comunismo.” “Come capitale abbiamo pagato anche noi le conseguenze nefaste del tracollo della democrazia. La morte morte di Navalny la considerano come atto di forza ma in realtà è un segno di debolezza, di paura e di distacco dal popolo russo”, commenta il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “L’Italia sostiene l’Ucraina nel conflitto con la Russia e continuerà a farlo. Con la morte di Navalny si è spenta la voce simbolo della ribellione al regime russo”, evidenzia il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Milani. “Siamo qui per gli eroi della libertà, loro sono veri eroi”, dice Pierferdinando Casini che sottolinea il valore della democrazia. “Per fortuna noi abbiamo la libertà possiamo scegliere tra Schlein e Meloni, votare chi ci pare”.
Biden, prevede nuove sanzioni
In Russia il corpo di Alexej Novalny non è stato ancora consegnato ai famigliari. Il Comitato investigativo russo ha prolungato i tempi dell’indagine. La moglie Yulia ha preso il suo posto nella lotta politica a Putin e ha accusato il Presidente russo di essere l’assassino del marito. Dagli Stati Uniti il Presidente Joe Biden ha detto che l’Amministrazione “sta considerando altre sanzioni nei confronti della Russia”. Ieri la vedova di Navalny è stata ricevuta a Bruxelles da Antonio Tajani, presidente pro-tempore del Consiglio europeo dei ministri della Difesa.
Yulia accusa Putin
A portare avanti la lotta politica contro Putin, d’ora in poi sarà la moglie di Navalny, Yulia Navalnaya, che in un video di particolare presa emotiva e professionale, ben ambientato e ottimamente montato, ha accusato Putin dell’avvelenamento del marito, ha annunciato che continuerà lei a battersi per una “Russia libera” e ha precisato che il veleno usato è il Novichok. Veleno che era già stato utilizzato nel primo tentativo di assassinio nel 2020. Yulia Borisovna Navalnaya ha fatto un discorso da vera e propria “first lady”, in stile occidentale: “continuerà il lavoro di Alexej, lotterò per la Russia”, ha detto. “Putin ha ammazzato metà della mia anima. Ma con l’altra ora lotterò per una Russia libera, pacifica e felice.” Dichiarazioni da leader politico e come tale è stata ricevuta dal Consiglio europeo dei ministri degli Esteri, invitata dal presidente di turno Antonio Tajani dove ha voluto sottolineare che “la Russia non è Putin e Putin non è la Russia.”
Chi è Yulia Navalnaya
Yulia ha conosciuto Navalny alla fine degli anni novanta, dopo la caduta del muro di Berlino e dell’epoca della presidenza Eltsin. Con Alexej si iscrive al partito socioliberale e filoccidentale Jabloko dal quale esce nel 2010 per dissidi con il segretario Grigorij Javlinksij. Da allora comincia la battaglia in solitaria fianco a fianco con Alexej per una Russia senza Putin. Ora è avvenuto il passaggio del testimone e quasi come un politico accreditato, nel corso dell’incontro avuto a Bruxelles, la vedova ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, presidente pro-tempore del Consiglio europeo di difesa che poi ha dichiarato di aver ricevuto “informazioni interessanti su quello che è il malcontento che serpeggia nella Federazione russa, non soltanto nelle grandi città, ma anche nelle città più lontane da Mosca e San Pietroburgo.” Tajani ha parlato anche a nome dell’Italia e ha confermato che il nostro Paese sosterrà l’attività politica di Navalnaya “nella difesa dei valori di libertà e democrazia per cui suo marito ha lottato a costo della vita.”
Ancora mistero sul corpo
Intanto continua l’odissea della famiglia alla ricerca del corpo di Alexej che è sequestrato dalle autorità russe. Il Presidente Putin ha detto che “non ha nulla da dire” al riguardo. Il suo portavoce, Dmitri Peskov, ha aggiunto che le indagini sulla morte di Aleksej Navalny “non sono competenza dell’amministrazione presidenziale”. Intanto i tempi si allungano perché il Comitato investigativo ha prolungato l’inchiesta e alla madre è stato detto che “non è noto per quanto tempo.”