Il panorama dell’istruzione in Italia è stato oggetto di un’approfondita analisi attraverso il secondo Rapporto sulla Scuola e l’Università, realizzato dall’Eurispes in collaborazione con Giunti Scuola. Lo studio si è concentrato sulle esperienze e le opinioni dei docenti italiani, che sono stati ‘interrogati’ attraverso tre distinte indagini che hanno coinvolto sia scuole che università, pubbliche e private, escluse quelle telematiche. Complessivamente, sono stati analizzati 4.827 questionari compilati e analizzati. Dalla lettura dei dati emerge un nodo particolarmente preoccupante, presente nella scuola come nell’università. La ‘burocrazia’ è indicata infatti dai docenti come un impedimento oggettivo allo svolgimento del lavoro educativo. Sovraccaricati e distolti dal loro ruolo formativo da un eccesso di burocrazia, questa è la realtà tratteggiata da una media del 93% di docenti presenti nella scuola primaria, nella scuola secondaria e nelle università. Il tempo impegnato per le pratiche burocratiche è sproporzionato rispetto al tempo del lavoro: più della metà degli insegnanti italiani divide il proprio lavoro a metà tra insegnamento e adempimenti burocratici. L’altro elemento comune riguarda il giudizio sugli investimenti nell’istruzione: per quasi l’87% dei docenti della primaria e della secondaria di primo grado questa voce di spesa è scarsa o insufficiente, un risultato simile a quello registrato presso gli insegnanti delle secondarie di secondo grado (88%); più marcato invece l’orientamento espresso dai docenti universitari (90,2%). Ancora in maniera trasversale, i docenti apprezzano in maggioranza l’autonomia che hanno nella scelta dei programmi e dei metodi di insegnamento e la sensazione di svolgere un ruolo cruciale nell’educazione delle giovani generazioni. Di contro, esprimono insoddisfazione per il trattamento economico (il 65% trai professori universitari e quasi tutti, il 90%, tra i docenti delle altre classi), per il mancato riconoscimento dell’importanza del ruolo dei docenti universitari da parte della società (il 55,5% per i docenti universitari e oltre l’80% per tutti gli altri), per le opportunità di carriera e crescita professionale (il 54,2% di chi insegna nelle Università e oltre 80% dei docenti delle primarie e secondarie).
Il confronto
Nel confronto tra scuole primarie e secondarie di primo grado con le secondarie di secondo grado, emergono problematiche legate all’eccessiva numerosità delle classi e alla carenza di supporto da parte di mediatori interculturali e psicologi. Inoltre, si segnala un problema di governance negli istituti scolastici, con dirigenti che, pur investiti di molte responsabilità, hanno scarsa autonomia e riconoscimento. Un’altra questione rilevante riguarda l’integrazione degli alunni con difficoltà, il contrasto alla dispersione scolastica e il fenomeno del bullismo, che preoccupa sia nelle scuole primarie e secondarie che nelle superiori. Nel contesto universitario, si sottolinea la necessità di rafforzare il collegamento tra insegnamento e mondo professionale per contrastare l’abbandono degli studi. I docenti universitari evidenziano anche carenze nei discenti, soprattutto nella capacità di scrittura e nel linguaggio.
Minacce
Oltre la metà degli insegnanti delle primarie e medie (54,5%) ha sperimentato, almeno in alcune occasioni, ingerenze dei genitori nelle scelte relative ai metodi e ai contenuti dell’insegnamento. Quasi la metà (49,1%) si è sentito contestare almeno qualche volta voti/giudizi dai famigliari degli alunni. Per quanto riguarda le misure disciplinari, il 49,8% degli insegnanti non ha mai ricevuto contestazioni. Al 16% dei docenti è successo di ricevere in alcune occasioni minacce da parte dei genitori degli alunni. Gli episodi di vera e propria violenza da parte di genitori hanno riguardato almeno 1 docente su 10 (qualche volta 12,8%; spesso 1%, sempre 0,3%). In generale una situazione simile emerge dalle risposte dei docenti della secondaria di secondo grado dove, in particolare, al 15,2% dei docenti è capitato, almeno una volta, di ricevere minacce da parte dei genitori degli alunni e al 13% di subire atti di violenza. Il bullismo è una realtà diffusa: il 79,8% dei docenti delle superiori ne documenta la presenza tra gli studenti, ancora più preoccupante il dato rilevato nella primaria e secondaria di primo grado (82%), qui, inoltre, vengono fornite, da oltre tre quarti dei docenti, testimonianze circa le difficoltà di integrazione degli alunni diversamente abili (alle superiori il dato si attesta all’78% circa).